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"Se ci hai creduto che hanno portato un uomo sulla luna"

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La allusione contenuta nella canzone "Man On The Moon" di Michael Stipe contenuta nell'album "Automatic For The People" dei R.E.M. è rivolta ad una delle più note e ricorrenti leggende metropolitane americane, poi esportata in tutto il mondo, secondo la quale la impresa spaziale che ha portato gli astronauti di Apollo 11, Armstrong, Aldrin e Collins sulla Luna nel 1969 (solo i primi due in realtà, il terzo rimase in orbita lunare) è stata in realtà una montatura mediatica. La leggenda nasce da alcuni dati di fatto, trattati nelle sezioni seguenti. 

La tecnologia / La documentazione / La resa dei russi / Imprese senza seguito / Il film Capricorn One / Le cose sono più semplici / Prove e fonti / Il mistero è più affascinante / Il programma Apollo / Sulle imprese spaziali vedi anche: La storia del Voyager

If you believed they put a man on the moon, man on the moon.
If you believe there's nothing up my sleeve, then nothing is cool.
Moses went walking with the staff of wood. Yeah, yeah, yeah, yeah.
Newton got beamed by the apple good. Yeah, yeah, yeah, yeah.
Egypt was troubled by the horrible asp. Yeah, yeah, yeah, yeah.
Mister Charles Darwin had the gall to ask. Yeah, yeah, yeah, yeah.

Se ci hai creduto che hanno portato un uomo sulla Luna
Se credi che non sto nascondendo nulla, allora nulla va bene
Mosè andava camminando con il suo bastone di legno
Newton è stato colpito in piena testa dalla mela
L'Egitto è stato sconvolto dall'orribile serpente (6)
Il signor Charles Darwin ha avuto la sfacciataggine di chiedere.
(...)

 

La tecnologia dell'epoca

 

La tecnologia dell'epoca, vista anche soltanto dal punto di vista delle evoluzioni di qualche anno dopo (la leggenda nasce a metà degli anni '70) sembra decisamente inadeguata alla più alta sfida mai tentata dall'uomo:

la microelettronica (la micro-miniaturizzazione citata all'epoca dal mitico inviato RAI Ruggero Orlando, cioè i circuiti integrati) era ai primi passi, quindi l'elettronica era pressoché tutta su schede a componenti discreti (transistor) e in buona parte ancora basata su tubi termoionici (valvole) o nu-vistor (valvole miniaturizzate, lanciate dalla RCA nel 1959, in competizione nei primi anni '60 con i transistor, usate ad esempio sul primo storico satellite per telecomunicazioni, il Telstar, lanciato negli anni '60);

Aldrin scende dal modulo LEM

i calcolatori elettronici erano a componenti discreti o a bassa integrazione, avevano memoria centrale a nuclei di ferrite o a transistor, ma limitata a pochi Kbyte, memoria di massa a tamburi o a dischi a bassa densità, parola a 16-20 bit  (i primi serie 360 IBM) o a 8-12 bit (i primi minicalcolatori PDP-8 Digital Equipment), la potenza di calcolo era inferiore a quella di uno smartphone di oggi;

non esistevano ancora i microprocessori, i primi (gli Intel 4040 a 4 bit) saranno sviluppati all'inizio degli anni '70 per le esigenze della guerra del Vietnam (servivano per essere montati sulle prime bombe intelligenti che inseguivano il bersaglio pre-impostato); era quindi impossibile montare un computer su una unità mobile, la quale poteva essere governata solo con sistemi combinatori (flip-flop);

i margini di approssimazione entro cui doveva muoversi il controllo della navetta Apollo erano particolarmente stringenti; secondo il più noto astronomo dell'epoca, Bernard Lovell dell'osservatorio britannico di Jodrell Bank, l'angolo con il quale la navetta doveva "infilarsi" nell'atmosfera al ritorno era particolarmente critico, e una variazione di pochi gradi, inferiore a quella garantibile dagli strumenti di controllo dell'epoca, poteva comportare la sua distruzione per attrito.

In sintesi la tecnologia appariva allora avanzata ma era un "effetto ottico" come quello raccontato nel primo avvistamento di UFO negli anni '40 da parte di due aerei militari, che si lanciarono all'inseguimento del disco volante, ma uno dovette ripiegare per problemi tecnici, mentre l'altro sembrava raggiungerlo ma poi sparì nel nulla; soltanto che gli aerei in questione non erano degli F10 ma dei P-51 Mustang della seconda guerra mondiale, i più veloci dell'epoca, ma comunque monomotori ad elica, ovviamente subsonici; il mitico inseguimento ci appare quindi ora vagamente ridicolo.

 

La documentazione

 

La documentazione a corredo della impresa è rappresentata essenzialmente dalle trasmissioni TV, in bianco e nero, ragionevolmente disturbate, e ovviamente da trasmissioni radio in bassa frequenza, mancano o sono opinabili, pur essendo teoricamente possibili, altre documentazioni iconografiche:

gli astronauti portarono con sé alcune cineprese (modello Leitz Leicina, mi sembra) ma le riprese, per risparmiare pellicola, vennero girate in massima parte a 1 fotogramma al secondo, quindi risultarono pressoché inutilizzabili (super-accelerate e prive di dettagli);

Aldrin sulla Luna (Immagine originale)

anche le riprese televisive sembravano approssimative, la spiegazione che era stata data era che la prima missione ad allunare, Apollo-11, aveva in dotazione una telecamera in bianco e nero, per ragioni di peso, la successiva Apollo-12 era dotata di una telecamera a colori, ma l'astronauta che la manovrava (Bean) danneggiò irreparabilmente il tubo sensibile puntandola inavvertitamente verso il sole;

le fotografie riportate furono molte e di grande qualità (le macchine erano Hasselblad EL appositamente modificate, con obiettivo supergrandangolare Biogon o altre ottiche Zeiss, quindi il meglio disponibile allora, come oggi) ma molte foto pubblicate in seguito, secondo alcune analisi, sembravano non scattate sulla Luna, in base all'angolo delle ombre e altri particolari, come la posizione delle colline lunari.

 

L'improvvisa resa dei russi nella gara per la conquista dello spazio

 

Il Lunakhod 1I russi, in gara all'epoca con gli americani per la conquista dello spazio, e, fino a questa storica impresa, ancora in testa, dovevano essere ovviamente conniventi, per qualche motivo particolare, altrimenti con i loro osservatori astronomici, satelliti e radiotelescopi avrebbero facilmente scoperto l'inganno.

E infatti persero la gara con l'onore delle armi, perché riuscirono, qualche mese dopo gli americani (nel novembre 1970, era la missione Luna-17), a spedire sulla Luna un robot senza equipaggio, il Lunakhod I, teleguidato da terra mediante telecamere, e a fargli fare oltre 10 Km sul suolo lunare con relative riprese televisive del nostro satellite, prima quindi del rover americano. Due mesi prima (Luna-16, settembre 1970) erano anche riusciti a fare prelievi di suolo lunare con un braccio meccanico collegato alla sonda, che era tornata a terra con il suo prezioso carico di circa 100 grammi di materiale

Inutile dire che anche questa impresa era tutt'altro che banale, e infatti fu preceduta e seguita da molti altri tentativi falliti e robot andati perduti per guasti e incidenti vari (anche gli americani hanno avuto vicende analoghe con le sonde inviate su Marte) ma dimostrava che anche i russi erano in grado di arrivare sulla Luna e di tornare.

 

Una serie di imprese eccezionali che si interrompe subito

 

Le imprese del programma Apollo si sono svolte nell'arco di 4 anni, (dal 1968, con Apollo-8 che girò attorno alla Luna senza scendere, si tratta quindi della prima astronave che è uscita dalla attrazione terrestre e che è tornata alla base, Apollo-11 con lo storico allunaggio, Apollo-13 con i noti problemi, Apollo-15 con il rover già citato, fino ad Apollo-17 nel 1972) e sono rimaste senza seguito, nel senso che la NASA non ha più tentato niente di comparabile, anche se teoricamente, con l'avanzare della tecnologia, la ripetizione dell'impresa sarebbe stata di diversi ordini di grandezza più semplice.

I russi non hanno neanche tentato di replicare l'impresa e di inseguire gli americani (come avevano fatto questi ultimi rispetto alle prime imprese spaziali dei sovietici) inviando sulla Luna astronauti, pur avendo sostanzialmente tutta la tecnologia e la teoria pronta (come dimostra la impresa del Lunakhod e le molte missioni Luna) e mancando loro solo, eventualmente, vettori abbastanza potenti per lanciare in cielo un peso maggiore.

 

Il film

 

Con queste premesse la leggenda ha avuto un grande seguito, ed ha anche ispirato un noto film americano del 1978, Capricorn One, di Peter Hyamas con Elliott Gould, nel quale però l'impresa è spostata prudenzialmente su Marte, ma tutti capiscono che si parla in realtà della Luna. Qui il cronista d'assalto Elliott Gould scopre che la impresa assolutamente necessaria per battere i russi nella gara tecnologica è fallita e per riparare viene creata tutta una messa in scena, con finte dirette televisive, astronauti che simulano Marte nel deserto del Nevada e così via.

 

Le cose sono più semplici

 

Naturalmente una leggenda è una leggenda, e risulta per tanti motivi ancora più insostenibile la "realtà" raccontata da Capricorn One, con buona pace di improbabili ex agenti della CIA o ex progettisti che hanno scritto libri del tipo "Luna: non ci siamo mai stati" (questo è di Bill Kaysing) e del noto giornalista Cesco Ciapanna, editore della rivista Fotografare, trasformata nella sua personale tribuna per smascherare complotti internazionali, con contorno di filmati facilmente reperibili su Internet, dove le immagini televisive dell'impresa rivelano improvvisamente, per un incidente (tipo il cameraman che inciampa) la quinta dello studio.

Pensate in particolare a come sarebbe stato difficile (e come lo sarebbe tuttora):

mantenere un segreto di questo tipo e di questa importanza per così tanti anni, con così tanta gente disposta a vendere per soldi un qualsiasi segreto (fossero anche i gusti alimentari della compianta principessa Diana d'Inghilterra);

convincere tutti i radiotelescopi e scienziati del mondo a guardare da un'altra parte durante le numerose missioni

immaginare che, dopo la caduta del muro di Berlino e dell'impero sovietico, nessun agente o scienziato russo sia andato a raccontare la verità dietro corresponsione di somme di danaro.

 

Una spiegazione per ogni mistero

 

Scienziati, astronomi, astronauti (anche i diretti interessati, i 12 che sono andati sulla Luna), NASA, giornalisti, Wikipedia, hanno esaminato con attenzione e pignoleria ogni presunta prova, confutandole. Ci limitiamo ad elencare le confutazioni che si possono ricavare semplicemente dal buon senso, rimandando gli interessati e scettici irriducibili alle fonti citate prima.

 

Le imprese non sono state ripetute semplicemente perché costavano troppo, e a seguito dei tagli di bilancio imposti dalla crisi petrolifera del '73 e dalla abolizione della parità dollaro-oro,

Aldrin fotografato vicino al LEM

I russi, abbiamo saputo dopo, erano già in grandissimo affanno per inseguire gli USA sul piano militare, e anzi hanno bruciato in questa gara ben più cruciale il consenso interno al regime; lo dimostra anche la sequela di insuccessi del programma Luna (o Lunik) che cercava di rispondere al programma Apollo, e in particolare quello di Luna-15, lanciato in parallelo ad Apollo-11 con l'obiettivo di tornare prima a terra con rocce lunari, ma che si è schiantato sul satellite della Terra,

Le foto "taroccate", se pure esistevano, non dimostravano nulla di per sé, avevano magari lo scopo di vendere meglio l'impresa, ed integrare quelle originali, forse insufficienti o non abbastanza buone; peraltro, molte delle incongruenze sono state spiegate. Per esempio il cielo senza stelle dipende, come sa qualsiasi fotoamatore, dalla impossibilità di registrare su una pellicola chimica particolari oltre certi livelli di contrasto. Inoltre, dovendo fare dei falsi, perché farli così palesemente diversi da come se li sarebbe aspettati chi sulla Luna non poteva esserci andato?

La Luna non offriva nulla di economicamente interessante, e quindi altre imprese avrebbero avuto un ritorno dell'investimento pari a zero; la unica spinta dovuta alla guerra fredda ed alla competizione USA-URSS si è prima spostata sul piano puramente militare (lo "scudo spaziale") e poi ha perso di interesse con il disfacimento dell'URSS.

D'altra parte nella storia della umanità le grandi esplorazioni hanno sempre avuto due spinte, spesso intrecciate, un desiderio di potenza di re, imperatori o presidenti, o la pressione dei bisogni elementari, che spingevano a cercare nuove terre, così è nato ad esempio l'investimento Colombo da parte della regina Isabella di Spagna (tre caravelle e un equipaggio pagato); nessuna di queste premesse è stata più vera dal '73-'75 in poi (anni della crisi petrolifera e della sconfitta militare USA in Vietnam) e quindi è rimasta solo la leva economica ed il ritorno a breve dell'investimento.

Le imprese spaziali si sono quindi concentrate su obiettivi meno epici e sfide meno epocali per l'uomo, ma non sono più state a ritorno investimenti zero, lo spazio è servito per la messa in orbita di satelliti orientati ad ogni scopo (dallo spionaggio alle previsioni meteorologiche, alle telecomunicazioni, alla localizzazione) per la produzione e la sperimentazione di materiali speciali ecc. e la tecnologia dispiegata a cavallo tra i '60 e i '70 è stata tutt'altro che senza ricadute, visto che la usiamo anche a livello di massa, con la TV via satellite o i sistemi di localizzazione GPS.

La tecnologia a valvole poteva essere sufficiente, in quanto è solo essenzialmente più costosa, sia in termini di puro costo dei componenti sia di volume; gli ultimi caccia di combattimento russi, i Mig 29, si è scoperto che avevano ancora parte della componentistica a valvole, ma erano ciononostante competitivi con gli equivalenti americani.

Le imprese sono state parecchie, anche se concentrate nel tempo, per gli scopi di propaganda ne sarebbero bastate molte di meno.

Non aggiungo che è stato anche portato a terra un quintale e oltre di rocce lunari, con caratteristiche dichiarate (da chi le ha studiate) del tutto peculiari, perché naturalmente, per gli scettici, potrebbero provenire da qualche altra parte.

 

In sintesi, l'uomo è andato sulla Luna, ma il mondo non è cambiato un granché, almeno per ora, a seguito di questa impresa; in quel luglio del 1969 il telecronista RAI Tito Stagno, dopo aver annunciato che il piede umano aveva toccato il nostro satellite, aggiungeva enfatico: "Il mondo dopo questo passo non sarà più lo stesso"; ognuno può giudicare da sé, dopo così tanti anni, se i sogni della fantascienza e della società ottimista di allora si siano realizzati o meno.

Il grande autore di fantascienza Sidney Jordan (autore del fumetto Jeff Hawke) aveva azzeccato data e modalità dello sbarco sulla Luna in una sua storia degli anni '50 e, intervistato all'epoca dell'impresa di Apollo 11, aveva profetizzato "Entro il 2000 su Marte", ma evidentemente lo sviluppo della tecnologia e l'interesse della società si è orientato in altre, impreviste, direzioni.

 

Le spiegazioni non basteranno mai

 

Per quanti sforzi si possano fare nell'applicare il buon senso o la maniacale analisi di prove e controprove, il mistero, la passione per la polemica e lo sforzo per saperne una di più del potere costituito saranno sempre più affascinanti. E infatti su Internet si possono trovare facilmente migliaia di siti e blog che ripetono le tesi "negazioniste" sulla esplorazione della Luna. A volte in modo acritico, con il tipico approccio copia e incolla così frequente nel mondo Internet. A volte (di rado) con proprie aggiunte e nuove idee e nuovi dubbi sulle versioni ufficiali. Creando in tal modo un movimento negazionista di grande presa e diffusione inarrestabile, con adepti molto convinti, che si scagliano con grande enfasi contro ogni tentativo di confutare quei dubbi, che per loro sono ormai realtà acquisite.

L'astronauta italiano Umberto Guidoni raccontava che, nei suoi giri di incontri nelle scuole, la domanda sulla reale esistenza delle esplorazioni lunari del 1968 - 1972 non manca mai. E sicuramente il dubbio si estende e si rafforza man mano che quella coraggiosa sfida si allontana nel tempo, e scivola indietro in epoche che vengono percepite lontane, che non sono state vissute direttamente da un numero sempre maggiore di persone.

E sarà così finché l'uomo non si deciderà a tornare sulla Luna. Arrivederci quindi al 2020.

 

Le prove e le fonti

 

Per una ampia e approfondita disamina e confutazione delle presunte prove della mancata impresa si può consultare il sito di Paolo Attivissimo, Servizio Antibufala, alla pagina dedicata alla Luna. Attivissimo ha poi anche pubblicato un intero libro su questa vicenda.
Una trattazione analitica molto completa, e sulla quale gli scettici dovrebbero riflettere (soprattutto sulle cosiddette prove fotografiche) è disponibile anche su Wikipedia, alla voce Dubbi sull'allunaggio dell'Apollo, riassunto della molto più completa e documentatissima voce in inglese Apollo Moon Landing Hoax Accusation.

(Le foto che illustrano la pagina sono (ovviamente) di provenienza NASA. Sul sito della organizzazione sono disponibili in grande quantità le foto lunari.)

 

La cronologia delle missioni Apollo

 

Il programma Apollo è iniziato con il tragico insuccesso di Apollo 1 (1967) e comprende anche due voli di prova intorno alla terra. Le missioni principali si sono svolte tra il 1968 e il 1972 e sono riportate sinteticamente nel seguito, al solo scopo di collocare temporalmente le informazioni fornite in questa pagina.

Apollo 1

 1967

In un incendio scoppiato durante i test prima del lancio rimane ucciso tutto l'equipaggio (tre astronauti). Sono Virgil Grissom, Edward White e Roger Chaffee.

Apollo 7

 1968

Primo volo con equipaggio umano dell'Apollo lanciato nello spazio dal potente vettore Saturn IB. Gli astronauti sono Eisele, Schirra e Cunningham.

Apollo 8

 1968

Primo volo umano attorno alla Luna e primo volo con il Saturn V. Gli astronauti sono Borman, Lovell e Anders.

Apollo 9

 1969

Primo volo umano con il Modulo Lunare (LM o LEM), in orbita terrestre. Gli astronauti sono McDivitt, Scott e Schweickart.

Apollo 10

 1969

Primo volo umano con il Modulo Lunare attorno alla Luna. Gli astronauti sono Cernan, Stafford e Young.

Apollo 11

 1969

Primo volo umano con sbarco sulla Luna (20 luglio 1969). Gli astronauti sono Armstrong, Aldrin e Collins. I primi due discesero sulla Luna con il LEM.

Apollo 12

 1969

Secondo volo con sbarco sulla Luna, prima passeggiata lunga e prima raccolta di campioni di suolo lunare, e di parti della sonda automatica Surveyor 2 lanciata sulla Luna due anni prima. Astronauti Conrad, Bean e Gordon. I primi due allunarono.

Apollo 13

 1970

La navicella Apollo giunge sulla Luna ma deve rientrare per un incidente tecnico, l'equipaggio, composto da Lovell, Swigert e Haise viene fortunosamente salvato. Lovell era al quarto lancio nello spazio e al secondo sulla Luna.

Apollo 14

 1971

Primo utilizzo del MET ("Modular Equipment Transporter") per raccogliere campioni (poco efficace). Il comandante Alan Shepard, primo americano nello spazio, anche se non in orbita, ha l'opportunità di camminare anche sulla Luna. Gli astronauti sono Shepard, Mitch e Roosa.

Apollo 15

 1971

Prima missione con il veicolo lunare (LRV, Lunar Roving Vehicle). Gli astronauti sono Scott, Worden e Irwin. Scott è al secondo volo sulla Luna e questa volta scende sul satellite.

Apollo 16

 1972

Primo atterraggio sugli altipiani lunari. Gli astronauti sono Young, Duke e Mattingly. Per Young è il secondo volo Apollo.

Apollo 17

 1972

Ultima missione Apollo. Ulteriori esplorazioni e recupero di una grande quantità di rocce lunari con il rover, che sarà poi lasciato sulla Luna. Gli astronauti Cernan e Schmitt (Evans era in orbita) sono quindi i due ultimi uomini, dei 12 in totale, ad essere allunati sul nostro satellite.  Sino ad ora, e sino almeno al 2020, per quando è programmata, ma ancora senza dettagli, la prossima missione americana (a meno di sorprese dai cinesi o dai russi).

 

La sfida

 

Ripercorrendo la storia del programma Apollo non si può che restare ammirati, ancor di più a distanza di anni e decenni, dal coraggio e dall'ambizione di quella sfida lanciata dal presidente americano John Fitzgerald Kennedy nel 1963. Solo cinque anni dopo una nave spaziale con tre uomini a bordo (Apollo 8) circumnavigava la Luna, e un anno dopo ancora, due uomini mettevano piede sul suolo lunare.

La più straordinaria prova di coraggio è stata proprio quella dell'equipaggio di Apollo 8, Frank Borman (il comandante), James Lovell e William Anders, i primi tre veri astronauti, i primi tre esseri umani che uscivano dall'orbita terreste e si inoltravano nello spazio, in direzione della Luna. Coraggio temerario ancora più enfatizzato dal drammatico incidente occorso in fase di partenza ad Apollo 1, solo un anno prima, nel quale erano morti bruciati in un istante i tre componenti dell'equipaggio. Anche se erano stati preceduti da un altro volo Apollo + Saturn completato con successo, ma solo orbitale, protagonisti gli astronauti Schirra, Eisele e Cunnigham. E coraggio ai limiti dell'incoscienza anche da parte della NASA, che infilò questa missione Apollo 8 nei piani a fine del 1968, per anticipare e recuperare il tempo perduto, forse anche per pressioni politiche.

La distanza degli anni e delle tecnologie ci consente di vedere ora quanto questi astronauti, e chi guidava le loro missioni, non fossero poi così lontani dai mitici esploratori alla scoperta del nuovo mondo, da Colombo o da Magellano.

Ma le pressioni politiche accennate sopra ci fanno anche ricordare che quelle imprese non sono state all'epoca così popolari. Gli Stati Uniti erano impegnati nella guerra del Vietnam, appoggiavano senza riserve dittature totalitarie, se servivano nella guerra fredda contro l'URSS, erano teatro all'interno di un vasto movimento di contestazione e di drammatici assassinii di presidenti, candidati e leader amati da una gran parte del popolo. Buona parte del mondo era anti-americano, e non pochi parteggiavano per l'Unione Sovietica nella gara spaziale, e non solo per la preferenza naturale che va a Davide contro Golia.

Il gruppo folk-rock dei Pentangle era impegnato proprio quella sera di luglio del 1969 in un concerto in USA, al Folk Festival di Newport; mentre interpretavano la loro canzone Light Flight vennero interrotti dagli organizzatori del concerto per dare l'annuncio dell'avvenuto allunaggio. Tra i fischi del pubblico, infastidito e poco partecipe della eccezionalità dell'evento.

Le missioni Apollo quindi erano viste da molti come imperialistiche e propagandistiche, inutili, e non ottenevano quella copertura mediatica che ci si aspetterebbe oggi, a parte, come è ovvio, Apollo-11. E quando il velo dell'ideologia è progressivamente caduto, sono arrivate le tesi del complotto a gettare altra ombra su queste straordinarie imprese.

 

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© Alberto Maurizio Truffi 2001-2008 / Musica & Memoria / Revisioni: Marzo 2005 / Settembre 2006 / Aprile 2008 (Revisione completa, integrazioni e precisazioni)

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