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La televisione su telefonini e smartphone. Storia dei tentativi effettuati

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Indice:

Lo smartphone come decoder / La televisione digitale per apparati mobili (DVB-H)

Vedi anche: 

Musica e tecnologia / Musica e mercato / La diffusione della musica / La distribuzione / Le major del disco / Stereofonia e Hi-Fi: FAQ / L'alta definizione / La televisione digitale terrestre (DTT) / Il blog sulla DTT

 

Lo smartphone come decoder

 

Invece di un ingombrante decoder si potrebbe anche utilizzare un semplice telefonino collegato ad un PC portatile (notebook) per vedere programmi televisivi in digitale, utilizzando lo standard DVB-H. Sembra un uso apparentemente marginale, ma se immaginiamo che al posto del portatile ci sia una scheda PC-Card o che il telefonino - smart-phone faccia da modem - decoder per un apparato con schermo più ampio (un notebook, un PC fisso, un media-center, lo schermo TV, tradizionale, piatto o proiettore) si aprono scenari molto interessanti anche nell'immediato, che possono costituire una alternativa alla televisione digitale terrestre.

Ad esempio potremmo avere:

un notebook con schermo 15" o 16" in formato 16:9 e una PC-Card con carta SIM UMTS predisposta per il DVB-H, sul quale sarebbe possibile vedere una trasmissione video in tempo reale o un film con qualità audio - video analoga ad una TV portatile; un uso quindi ideale in vacanza, nella seconda casa o simili;

un notebook collegato, invece che tramite una PC-Card, per mezzo dello stesso telefonino - smartphone, a sua volta connesso con un cavo o senza fili (Wi-Fi o Bluetooth a seconda della compressione adottata)

lo stesso telefonino collegato ad un media-center, ovvero ad un PC dedicato per l'entertainment, a sua volta collegato allo schermo TV, magari di ampie dimensioni, oppure direttamente allo schermo TV mediante un adattatore.

Come si vede le applicazioni vanno velocemente a ricoprirsi con quelle previste dalla DTT, ma sono veramente intercambiabili e si faranno concorrenza? Da un lato la DVB-H utilizzata in casa o comunque su schermo medio o grande sconta una minore qualità rispetto alla DTT (a causa della compressione del video e dell'audio), dall'altra non richiede alcuna installazione, antenna o decoder. Rispetto alla DTT sarebbe inoltre molto più immediato e sempre disponibile il canale di ritorno per le funzioni interattive, rappresentato in questo caso da una semplice connessione (chiamata dati o SMS) del telefonino verso il gestore. Sulla copertura il discorso è aperto, nel senso che probabilmente potrebbe essere analoga per la parziale sovrapposizione delle reti.

Da aggiungere che il telefonino potrebbe con molta semplicità e facilità svolgere le funzioni di terminale per il pagamento (per il quale è già predisposto) dei contenuti "premium".

Altre applicazioni, oltre alla TV digitale (in chiaro o a pagamento) potranno essere rappresentate, nella modalità mobile broadcasting dalla Digital radio (trasmissione audio integrata da contenuti video o immagini, come nella Visual Radio), dal Teletext, dagli Information Services già conosciuti e utilizzati dai gestori sulla attuale rete a celle, dove le informazioni sono veicolate ora con protocollo WAP o con semplici SMS. Nel campo delle comunicazioni bidirezionali che sfruttano il canale di ritorno, oltre al Video on demand, potrà essere sviluppata la TV interattiva (televoto, sondaggi, quiz, ecc,), il download di giochi, applicazioni, canzoni, videoclip, la videocomunicazione e il messaging "molti a molti" (analoghi ai forum di discussione, con contenuti non solo testuali, ma anche iconici - immagini o videoclip), l'assistenza alla mobilità tramite mappe o guide tematiche (tipicamente sponsorizzate) e altri.

E' quindi possibile una coesistenza dei due standard, e una convergenza dei gestori, e soprattutto dei produttori di contenuti di intrattenimento. Una convergenza peraltro confermata dalla acquisizione (novembre 2005) della rete Canale 7 (che possiede una licenza nazionale sia per la TV analogica sia per quella digitale) da parte dell'operatore H3G, evidentemente interessato a controllare e sviluppare i contenuti e, come logica conseguenza, il nuovo mercato.

Naturalmente le informazioni trasmesse potranno essere in chiaro oppure crittografate (o crittate, come si scrive comunemente, con un anglicismo) e quindi a pagamento. Il metodo di pagamento risulterebbe particolarmente comodo in questo caso perché legato al circuito commerciale dei telefonini. Quindi il costo potrebbe essere detratto dal credito residuo della carta SIM, se prepagata, oppure dal contratto, e i codici di attivazione potrebbero essere sia acquisiti dalla rete (navigando sui siti internet dei gestori con lo smart-phone UMTS) oppure acquistate dalla stessa rete commerciale con un metodo simile alle attuali carte prepagate per telefonini o TV digitale terrestre.

Da dove dovrebbero arrivare i soldi per i servizi in chiaro? Non essendo necessaria una connessione (se non, eventualmente, per servizi interattivi o collaterali, come nella Visual Radio) dovrebbero arrivare dal solito salvadanaio: la pubblicità. Lo sviluppo della DVB-H, così come quella della TDT, avverrebbe quindi erodendo risorse alla TV analogica generalista, attualmente dominante. 

   

La televisione digitale per apparati mobili (DVB-H)

  

Dalla tecnologia sviluppata per la televisione digitale terrestre (DTT o TDT o DVB-T) è nata anche la variante, proposta e formalizzata dallo stesso consorzio DVB, per la trasmissione broadcast verso i telefonini di fascia alta ("handheld": telefonini con computer a bordo, i cosiddetti smart phone o PDA o palmari). Lo standard si chiama appunto DVB-H (Digital Video Broadcasting for Handheld) e sfrutta oltre l'80% della tecnologia di trasmissione (antenne e apparati) sviluppata ed in alcuni casi già installata per la DTT, condividendo lo stesso flusso di dati (multiplex).

Non si tratta della tecnologia già utilizzata per la trasmissione di clip (brevi filmati) o addirittura interi film sui videofonini (usando il termine di 3-H3G) UMTS attuali, e che richiede una specifica connessione per ogni flusso di immagini, ma di una trasmissione broadcast, quindi da una antenna che trasmette a tutti gli apparati accesi nel suo raggio di copertura, esattamente come nella radio e nella TV: una tecnologia molto meno costosa.

Sono state sviluppate ovviamente delle estensioni specifiche, anzitutto per comprimere al massimo i dati, tenendo conto della potenza non elevata e degli schermi certo non ampi degli apparati riceventi (viene usata al momento la compressione MPEG-2) , poi per ottimizzare il consumo di energia, quindi il consumo delle batterie (tecniche di time-slicing), infine per migliorare la ricezione in movimento, massimizzando la fluidità della trasmissione anche nel caso di uso in auto o in treno, con tecniche di frequency-handover. Altro punto critico è il tempo di commutazione tra un canale e l'altro, non istantaneo come nell'usuale zapping televisivo, ma con un ritardo dell'ordine dei 3-5 secondi.

Anni fa si polemizzava sulla penalizzazione che il cinema avrebbe sul "piccolo schermo" della TV, ora, proprio mentre la TV casalinga sta conquistando una visione ampia grazie a proiettori LCD o DLP e schermi al plasma o LCD, e una maggiore qualità grazie alla HD-TV (high definition TV) sembrerebbe che, in controtendenza, esista un pubblico interessato o disposto a vedere un film addirittura sullo schermo da pochi pollici (anche uno!) degli smart-phone o dei PDA.

Un paradosso apparente, eppure nell'attuale momento, che predilige la informazione accompagnata da immagini, non del tutto assurdo, come dimostra il notevole e recente interesse nel mondo Apple iTunes - iPod per la visualizzazione di filmati. L'uso è evidentemente, e ancora una volta, l'intrattenimento, questa volta in viaggio o in generale in mobilità, con la possibilità di vedere, anche se in condizioni al limite inferiore di qualità, in solitudine, e presumibilmente con durata limitata, eventi sportivi, puntate della propria fiction preferita (magari in differita), o addirittura interi film. Uno sviluppo in un medio o breve periodo favorito dagli schermi pieghevoli in tecnologia OLED (vedi immagine a lato), che consentirà di avere apparati molto piccoli con schermi anche di diversi pollici (ma per ora non a dimensioni TV) e da ulteriori progressi nella capacità delle batterie.

La situazione in Italia del nuovo standard è ancora nelle fasi preliminari. E' stata indetta l'8/11/2005 dal Garante per le comunicazioni una "Consultazione pubblica concernente una indagine conoscitiva sulla fornitura di servizi televisivi broadcasting in mobilità mediante tecnologia DVB-H" (vedi) rivolta a fornitori di reti, gestori radiomobile, fornitori di contenuti e a tutti i soggetti per raccogliere elementi utili alla regolamentazione (con particolare attenzione alla coesistenza con la DVB-T, ovvero la televisione digitale terrestre). Il forte interesse degli operatori del settore radiomobile (con in testa 3 - H3G, ma con un forte interesse anche da Telecom, che ha una propria divisione media), alla ricerca di nuovi driver per mantenere elevati i consumi in un settore che continua ad essere in crescita in Italia, ma con rischi di saturazione del mercato, fa prevedere un lancio del servizio in tempi non lunghi, forse già dal 2007, con sperimentazioni e lanci anche nel 2006, e comunque in parallelo con la effettiva espansione di massa della DTT.

L'esito della consultazione (aprile 2006) si può leggere nel sito della Agcom e costituisce un interessante ed esaustiva analisi delle tecnologie e del mercato.
La delibera 191/06/CONS sulle modalità di accesso al nuovo servizio e sui criteri per la assegnazione delle licenze si può leggere sempre sul sito della autorità.

 

© 2004 - 2009 / Alberto Truffi - Musica & Memoria 

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