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Il mercato della musica nel 2013

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Indice: Il mercato USA / Il mercato in Italia / Il mercato globale

 

Vedi anche: Il mercato della musica / Dati 2012 / Dati 2011 / I dati 2009, con analisi dei trend dal 2005, 2008, 2007, 2006 / I dati 2004, con  analisi dei trend dal 1999Standard audio e video / La distribuzione della musica / Le majors

 
   

Il mercato USA

   

Come negli anni precedenti iniziamo da una analisi approfondita dei dati del mercato USA rilevati dalla RIAA e pubblicati nel mese di aprile. Il mercato USA oltre ad essere il principale per volume nel mondo, è molto interessante perché ha sempre anticipato le tendenze del resto del mondo occidentale, ed europeo in particolare.

 

Commenti

 

Il report 2013 è preceduto da un commento sintetico con grafici di sintesi veramente chiari e che non richiedono particolari approfondimenti, invitiamo a leggerlo con il link a lato, riportando solo una sintesi delle novità di questo anno, che ha segnato un nuovo decisivo passo verso la trasformazione del mercato musicale.

  • stabilizzazione: il valore complessivo del mercato musicale è rimasto al livello dell'anno precedente, si è fermato quindi il calo costante e rapido iniziato dal 2005 con la crisi del CD;

  • in equilibrio grazie allo streaming: il punto di equilibrio è stato raggiunto però quest'anno grazie allo streaming, che ha compensato il calo del digital download (iTunes e simili, nel report è chiamato permanent digital download)

  • streaming in forte crescita: da 3,4 a 6,1 milioni di contratti da un anno all'altro, dal 9% al 21% del mercato totale dal 2011, numeri che testimoniano il gradimento in USA del tipo di servizio più in linea con gli stili di vita attuali; non ancora affermato in Italia, ma è solo questione di tempo;

  • supporti fisici a un terzo del totale: erano il 95% nel 2009, in soli 5 anni si sono ridotti al 35% del totale;

  • continua la crescita del vinile: tra i supporti fisici continua ad essere prevalente il CD (87%) ma anche nel 2013 prosegue il forte recupero del supporto che l'industria del disco ha abbandonato all'inizio degli anni '80; la crescita è stata del 31% rispetto all'anno precedente, con un fatturato che passa da 160 a 210 milioni di dollari.

Il dato totale rimane molto inferiore rispetto ai numeri di prima della crisi del CD (7 miliardi di dollari, la metà rispetto al 1999), allo stesso livello dell'anno precedente, ma l'industria discografica vede confermata una inversione di tendenza.

 

I trend principali 2005 - 2012

 

Nel seguito riportiamo i dati rielaborati da M&M per evidenziare i principali trend del mercato, per una visione di sintesi su come viene ascoltata la musica nel principale mercato mondiale.

 

Mercato digitale versus mercato fisico

 

Il primo grafico mostra semplicemente gli andamenti dei due canali di distribuzione fisico e e digitale a partire dal 2005, primo anno nel quale il digital download e gli altri servizi digitali sono stati rilevati in modo sistematico.

 
Global Music Market 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Total Digital value (1)     1.101,80     1.636,80   2.386,30   2.721,70   2.972,60   2.965,70   3.555,60   4.052,70   4.361,50
Total Physical Value (2)   10.477,50     9.269,70   7.495,30   5.474,30   4.376,10   3.518,50   3.170,90   2.584,30   2.444,80
Total Market D+P   11.579,30   10.906,50   9.881,60   8.196,00   7.348,70   6.484,20   6.726,50   6.637,00   6.806,30
 

 
 

L'istogramma mostra chiaramente il calo costante del fatturato per la vendita delle musica su supporti fisici (marrone) e la crescita altrettanto forte della distribuzione digitale (blu), ma non in misura sufficiente da compensare il calo del mercato globale, che nei 7 anni del periodo esaminato si è ridotto al 59% di quanto valeva nel 2005.

(1) Mercato digitale:
Download (single + album)
Music Video
Kiosk
Mobile
Subscription (Streaming)
Digital Performance Royaltes

(2) Mercato supporti fisici:
CD album + single
Vinyl album + single
Cassette
Music Video
DVD Video
   

Download digitale versus CD

 

Nel secondo grafico è confrontato l'andamento del segmento di mercato che più ci interessa, la distribuzione dei contenuti musicali in senso stretto, confrontando il classico supporto su CD con il digital download via Internet. Come si vede l'andamento è in linea con il mercato complessivo.

 

Digital vs CD 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
CD   10.520,20     9.372,60   7.452,30   5.471,30   4.274,10   3.389,40   3.100,70   2.532,00
Digital download         421,60         878,00   1.257,20   1.711,50   2.030,70   2.232,10   2.593,20   2.828,40
Totale    10.941,80   10.250,60   8.709,50   7.182,80   6.304,80   5.621,50   5.693,90   5.360,40

 

 

La decrescita quasi costante delle vendite di CD

 

CD 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Valore mercato CD   10.520,20   9.372,60   7.452,30   5.471,30   4.274,10   3.389,40   3.100,70   2.532,00   2.123,50
Riduzione in valore mercato CD   - 1.147,60 - 1.920,30 - 1.981,00 - 1.197,20 -    884,70 -    288,70 -    568,70 -    408,50
Variazione % $   -10,9% -20,5% -26,6% -21,9% -20,7% -8,5% -18,3% -16,1%

 

 

 

La riduzione in numero e valore dei CD venduti sul mercato USA prosegue in modo quasi lineare. Dopo un accenno di interruzione del calo tra il 2011 e il 2010 nel 2012 il decremento è ripreso ad un ritmo dell'ordine del 15-20% rispetto all'anno precedente.

 
 

L'affermazione progressiva del download digitale legale

(1) Parametro: 12 brani / album

 
Digital download 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2012
Unità (singoli+album)         170,00      625,30       868,40      1.128,60      1.236,80      1.283,40    1.428,60   1.508,90   1.446,90
Valore $         421,60      878,00   1.257,20      1.711,50      2.030,70      2.232,10 2593,2   2.828,40   2.802,50
Costo unitario $ (album)(1)          2,48 1,40 1,45 1,52 1,64 1,74 1,82 1,87 1,94
Variazione $       456,40     379,20       454,30       319,20       201,40      361,10     235,20 -     25,90
Variazione $ %   108,3% 43,2% 36,1% 18,7% 9,9% 16,2% 9,1% -0,9%

 

Nella tabella e nel grafico annesso si può osservare la novità dell'anno, dopo una crescita ininterrotta da l 2005 per la prima volta il digital download conosce una diminuzione, a scapito dello streaming ormai in affermazione rapida.

 

Il recupero del vinile

 

Nell'ultimo grafico viene evidenziato il recupero progressivo di una posizione non marginale nel mercato da parte del vinile, abbandonato dall'industria discografica negli anni '80 e sorprendentemente in forte crescita a partire dal 2010. Nel 2013 il peso complessivo delle vendite di LP ed EP su vinile in USA ha superato il 9% del totale CD+vinile, quindi in pratica del totale dei supporti fisici per audio (il SACD ha un dato complessivo di 1 milionr di $, 1/200 quindi). Un risultato notevole considerando anche il numero ridotto di impianti stereo casalinghi che includono un giradischi. Nell'istogramma viene mostrato il contributo crescente del vinile al raggiungimento del 100% per CD+Vinile.

 

CD versus Vinyl 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
CD Album (Single)   10.520,20     9.372,60   7.452,30   5.471,30   4.274,10   3.389,40   3.100,70   2.535,20   2.125,90
Vinyl LP/EP           14,20           15,70         22,90         56,70         60,20         87,00       119,40       162,60       213,70
% Vinyl / Tot. 0,13% 0,17% 0,31% 1,03% 1,39% 2,50% 3,71% 6,03% 9,13%

   

Lo streaming

.

 

Il report presenta ovviamente grafici e approfondimenti sul fenomeno dell'anno, a cominciare dal contributo percentuale al totale della digital music, che passa dal 3% del 2007 al 21% del 2013, grazie anche e soprattutto all'aumento dell'offerta. Da notare che il rapporto RIAA include nei ricavi da streaming tre diversi modelli di business: 1) abbonamenti a pagamento (Rhapsody, iTunes Radio, Google Play Music Unlimited, e altri più ovviamente la versione a pagamento, premium, di Spotify) 2) ricavi da pubblicità per servizi streaming on demand gratuiti (YouTube, Vevo, versione free di Spotify e altri) 3) servizi streaming distribuiti dal gestore SoundExchange con la radio via satellite (SiriusXM in USA) e le piattaforme di Internet radio. L'ultima categoria da noi non esiste, è come una specie di Sky ma per servizi musicali

 

Il resto del mondo

 

Anche la IFPI, l'organizzazione mondiale dei discografici ed editori musicali guidata (ma come presidente onorario) da Placido Domingo ha pubblicato i dati del 2013, ancora una volta con un focus in evidenza sui contenuti digitali. Si conferma anche a livello globale una affermazione, più o meno rapida da paese a paese, dello streaming, in dipendenza anche della disponibilità concessa dalle case discografiche stesse (p.es iTunes Radio era disponibile solo in USA nel 2013, e anche Pandora non ovunque). Inoltre si evidenzia un raggiungimento della stabilizzazione (ovvero della sospensione almeno per quest'anno della decrescita) anche per l'Europa (sempre vista nel suo assieme) e invece una decrescita per il Giappone.

Una sintesi del report piuttosto chiara si può consultare dal sito della IFP a questo link (se il link non fosse più attivo è possibile scaricarlo cliccando sulla immagine della copertina qui a lato). La sintesi è scaricabile gratuitamente dal sito, mentre l'ampio report globale è a pagamento. E anche piuttosto caro considerando i dati molto qualitativi e di sintesi, seppur estesi a molti paesi, che presenta. Sembra più uno strumento di tipo giornalistico che una fonte di ricerca per analisti di mercato.

 

L'Italia

 

Situazione non diversa in Italia, il nostro paese sembra si stia allineando ai trend mondiali, dopo essere stato "dispari" a lungo. Il sito dell'organizzazione tra i discografici italiani, la FIMI, presenta il rapporto annuale affidato anche quest'anno alla nota società di consulenza Deloitte.
La novità è rappresentata anche da noi dalla crescita decisa dei servizi in streaming. Assieme al perdurante buon andamento del download (che da noi non è in calo) comporta una crescita della musica digitale abbastanza forte da compensare la continua decrescita dei supporti fisici (quasi solo CD da noi) e da riportare per la prima volta dal 2002 il segno + per questo mercato. Dopo 10 anni di continua discesa il 2013 vede quindi un pur modesto incremento (+2%). Fondamentale il contributo dello streaming cresciuto del 182% rispetto al 2012. Cosa non strana visto che Spotify è arrivato in Italia ad inizio del 2013. I servizi streaming che hanno un maggior numero di abbonamenti o utenti registrati sono appunto Spotify, Deezer e Cubomusica di Telecom Italia.

Stiamo parlando comunque di un mercato ormai di piccole dimensioni, 144,3 milioni secondo il report (considerando anche il sell-in). Facendo un confronto con il mercato USA (anche se sarebbe da verificare ulteriormente il perimetro) siamo a 1/37 mentre la popolazione è a 1/5. Evidentemente buona parte della musica che gli italiani ascoltano arriva loro per altri canali, magari legali come radio o YouTube.

Il report è scaricabile dal sito ma include essenzialmente le classifiche di vendite, ricavate da sondaggi in 3500 negozi e punti vendita, oltre che dai dati del download (ma non dello streaming). Da questi dati si vede che nelle prime posizioni per vendite ci sono artisti italiani in grande maggioranza (9 su 10 nella top-10, unici intrusi gli One Direction, al primo posto Mondovisione di Ligabue, a cui si riferisce, ovviamente, l'immagine sopra). Poiché è improbabile che gli ascoltatori italiani siano diventati all'improvviso nazionalisti, e la musica che si ascolta, ad esempio nelle radio in heavy rotation, è in gran parte straniera, è probabile che sia ascoltata tramite YouTube, servizi in streaming o anche tramite i soliti canali non legali. Solo che i ricavi per la pubblicità su YouTube non vanno alle filiali italiani delle case discografiche.

 

© Musica & Memoria / Aprile 2014 / Elaborazioni e analisi originali di Musica & Memoria

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