La musica public domain |
|
Nella pagina dedicata ai diritti di copia che si applicano alla musica sono riassunte le principali disposizioni legislative che proteggono i diritti degli autori e degli esecutori nei vari paesi, e in particolare in Europa e in USA. In questa pagina ci concentriamo sulla musica "public domain", quella che può essere inserita su un sito web, o anche pubblicata su CD o su un altro supporto, sia per fornire un servizio gratuito a visitatori o clienti, sia per trarne profitto, con l'obiettivo di rispondere alle domande che possono sorgere in merito, aiutandoci anche con alcune prove pratiche. Sintetizzando quanto si può leggere con maggior dettaglio nella pagina citata, la musica è di pubblico dominio se si verificano entrambe queste combinazioni: |
|
- |
la esecuzione è anteriore di 50 anni al momento della pubblicazione (in Europa) o anteriore al 1923 (in USA) |
- |
l'autore della composizione musicale è scomparso da più di 70 anni o è ignoto |
Naturalmente è di pubblico dominio anche se non esiste nessuno che ne reclama i diritti, quindi se l'esecutore non ha affidato a nessuno la raccolta di quanto di sua competenza, e quindi ha deciso di optare per il libero utilizzo della sua creazione, se l'autore è scomparso da meno di 70 anni ma non ha eredi oppure tutti i suoi eredi sono scomparsi. Inoltre, se gli autori sono più di uno, la musica rimane coperta da diritti fino alla scomparsa dell'ultimo di essi, più i soliti 70 anni. |
Da questo semplice schema si deduce quindi facilmente che in Europa è sicuramente di pubblico dominio tutta la musica popolare di cui non si conosce l'autore e tutta la musica classica dell'Ottocento, se la esecuzione è più vecchia di 50 anni. La registrazione quindi può essere stata effettuata in Europa anche negli anni '50 del 900 o nei primi anni '60, e avere un livello di qualità del tutto adeguato per essere fruibile ancora oggi. Mentre in USA solo registrazioni storiche, di bassa qualità per i parametri odierni, possono essere di pubblico dominio (diritti scaduti) rendendo questa opportunità molto meno interessante. |
La differenza tra la pubblicazione su un sito o su un supporto fisico |
Un sito web è normalmente accessibile da tutto il mondo, e quindi le differenze di legislazione (che sono anche più complesse, abbiamo semplificato) fanno sì che i vincoli si sommino. Nel senso che la legislazione più restrittiva (quella USA) può rendere non di pubblico dominio il materiale presente su un sito. Per ovviare a questo limite siti europei che vogliano mettere a disposizione dei propri visitatori, sia gratuitamente, sia a pagamento, musica public domain secondo la legislazione europea, devono prevedere dei meccanismi di controllo riguardo alla provenienza dei visitatori, sul tipo di quelli che prevedono alcuni servizi musicali non disponibili in Europa (come ad esempio Rhapsody). Nel caso di musica pubblicata su un supporto fisico, ad esempio un CD, il problema è meno stringente perché sarà sufficiente distribuirlo solo nell'area geografica dove il materiale musicale è public domain. |
Musica public domain non significa necessariamente musica gratuita. Normalmente sarà così ma, come esistono editori di libri che pubblicano l'Iliade o l'Orlando Furioso, magari con commenti e note storiche e anch'esse fuori diritti, così anche nel settore della musica una casa discografica potrebbe pubblicare su CD materiale public domain, potendo in questo modo garantire un prezzo ridotto perché non gravato dal costo dei diritti d'autore ed esecutore. Poiché l'operazione prevede comunque un ricavo (piccolo o grande che sia) la casa discografica che segue questa strada può anche pubblicare brani per i quali sono scaduti i diritti di esecuzione, ma non quelli d'autore. Questo è il caso tipico delle esecuzioni di jazz degli anni '40 e '50 (e progressivamente dei '60) dove il maggior motivo d'interesse è l'esecutore, che potrebbe essere un nome molto noto, come Sonny Rollins, o Miles Davis, o Charles Mingus o praticamente tutti i grandi nomi del be-bop del dopoguerra. Se i diritti d'autore sono ancora esigibili, come sarà nel 90% dei casi ed oltre (le composizioni saranno in genere degli stessi jazzisti o di compositori di standard attivi nella prima metà del 900, pochi dei quali scomparsi da più di 70 anni) la casa discografica dovrà solo garantire la quota prevista ai curatori dell'esazione dei diritti (se esistono e sono attivi) per ogni copia venduta. Una percentuale che incide meno sul prezzo di vendita. E' questa la strada seguita da alcune etichette specializzate europee, come Proper Records o Fresh Sound Records. Molto diverso il caso della diffusione gratuita su un sito web. Qui se venissero chiesti i corrispettivi previsti dagli autori non ci sarebbe copertura economica, e tipicamente la richiesta si trasformerebbe in una eliminazione dei contenuti o addirittura in una richiesta di chiusura del sito web |
||||
|
|
- |
al momento del caricamento un software di riconoscimento musicale individua il brano e lo confronta con il data base dei brani coperti da diritti, per tutti i paesi del mondo per i quali è applicabile |
- |
dopo la verifica il brano sarà classificato come: (1) diffusione non consentita (l'audio viene eliminato), (2) diffusione non consentita in alcuni paesi, (3) coperto da diritti ma con diffusione consentita, (4) libero da diritti (o non individuato). |
Il più interessante è il caso (3) che è apparentemente quello percentualmente più rilevante. Perché il detentore dei diritti ne consente la libera circolazione? Non fanno continuamente battaglie contro siti pirata o qualsiasi forma di diffusione gratuita, anche senza scopo di lucro? La risposta c'è ed è legata al fatto che YouTube (come Google) si mantiene e prospera con la pubblicità che riesce a raccogliere, e ne raccoglie sempre di più se ha contenuti interessanti. Il detentore dei diritti riconosciuto da YouTube ha diritto anche a partecipare alla spartizione dei ricavi pubblicitari e questo è il motivo per cui consente la diffusione. In questo modo può ricavare guadagni, bassi per singolo ascolto, ma che possono diventare interessanti nel tempo grazie all'enorme numero di visitatori del portale YouTube, anche per musica che ha sotto contratto ma per la quale lo sfruttamento mediante vendita su CD o download è ormai ridotta e/o non più conveniente. Per il detentore è solo guadagno a costo zero. Alla pubblicazione ci pensa gratuitamente il "caricatore" su YouTube, un appassionato estimatore di quel brano, magari ormai quasi dimenticato. Alla raccolta pubblicitaria e al pagamento ci pensa Google / YouTube. Che comunque si tiene la fetta maggiore. Negli altri casi di diffusione non consentita, che saranno tipicamente di musica ancora sfruttabile extra YouTube (o che il detentore dei diritti ritiene tale, quasi sempre a torto) penserà sempre YouTube ad applicare i necessari filtri. |
Per verificare se la musica che si intende mettere su un sito è effettivamente public domain, senza aspettare che si faccia vivo il detentore dei diritti, vero o presunto che sia (ma sempre più potente e agguerrito di un sito o di un blog normale) con probabili conseguenze negative, un sistema molto semplice ed abbastanza efficace è utilizzare YouTube come test preventivo. Youtube fa riferimento alla legislazione USA e quindi di public domain in senso stretto se ne troverà ben poco, ma si potrà anche individuare grazie a YouTube chi sono i detentori dei diritti. |
Abbiamo fatto un test pratico per i vari casi di musica con diritti scaduti in modo totale o parziale o di dominio pubblico all'origine, che sono pubblicati sul nostro blog. In sintesi si può ricavare dai test che: |
|
- |
Per la maggior parte della musica che ha ancora un interesse esiste un detentore dei diritti che ne regola l'utilizzo |
- |
Solo per una quota ridotta di brani con diritti ancora esigibili in alcuni paesi non esistono copyright owners attivi |
- |
Su YouTube il detentore dei diritti consente nella gran parte dei casi la diffusione perché in questo modo viene ricompensato con una quota della raccolta pubblicitaria del portale |
- |
Se lo stesso brano fosse caricato su un sito no profit o, peggio ancora, su un sito commerciale che non condivide con loro gli utili, ne bloccherebbe l'utilizzo se ne venisse a conoscenza |
- |
Per pubblicare musica su un sito senza violare diritti occorre utilizzare musica dichiarata public domain dall'autore / interprete / editore o musica per la quale sono scaduti i diritti in Europa (anche per l'autore). Occorre comunque filtrare le visite dagli USA. |
Ads by Google |
|
|
|
|
© Alberto Maurizio Truffi - Musica & Memoria 2012 |
|