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Simbologia della croce

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La croce è un simbolo molto antico, sicuramente precristiano, al quale sono associati vari significati, di vita e di morte, in gran parte connessi all’uso della croce, in varie forme, come strumento per le esecuzioni capitali e naturalmente, in seguito, alla morte di Cristo.

   

Origine del simbolo

 

La parola “croce” deriva probabilmente dal sanscrito krugga che significa “bastone”; i Greci la chiamarono stauròs, “palo”; gli Ebrei 'es “albero”. Questi nomi indicano l'origine primitiva della croce come supplizio: un albero o un palo al quale i condannati venivano confitti con chiodi, o legati con funi, oppure impalati.

La croce, convergente con il numero quattro, era già nell'antichità precristiana un simbolo che evocava:

 

l'unione dei contrari (sopra-sotto, destra-sinistra)

la vita (l’asse orizzontale: il suolo o l’orizzonte sul quale vive l’uomo, l’asse verticale: il percorso terreno dalla nascita alla morte del corpo, crescita basso-alto o ascesi dell'anima al cielo)

il tempo, collegando nella linea verticale il passato (in basso), il presente (incrocio con la linea orizzontale, rappresentante l'esistente) e il futuro (l'alto), ovvero l'ieri, l'oggi e il domani

 

Il numero quattro era d’altra parte il numero simbolico della natura: 4 stagioni, 4 punti cardinali, 4 elementi (aria, acqua, fuoco, terra), 4 flagelli (cavalieri dell’Apocalisse), 4 venti principali per i naviganti (vedi nel seguito).
La croce era (ed è) rappresentata in varie forme:

 

ansata o egiziana: derivata dal geroglifico ANKH, simbolo della vita, con forma di croce sormontata da un cerchio, adottato dai cristiani copti (seguaci della eresia monofisista del monaco Eutiche, negavano la duplice natura di Cristo umana-divina) che ne fecero un simbolo cristiano

commissa o greca: a Τ (lettera Tau dell’alfabeto greco)

immissa o capitata o aperta o latina: la croce comune

croce di Lorena: a forma di X (lettera Chi dell’alfabeto greco)

gammata: a forma di Γ (lettera Gamma dell'alfabeto greco) che alludeva a una diversa forma di esecuzione: il condannato appeso od impiccato

uncinata: costituita dall'unione di 4 croci gammate, con orientamento verso sinistra (occidente) era un simbolo solare che schematizzava il moto apparente del sole

 

Dopo il supplizio di Cristo sulla croce si sono aggiunti altri significati religiosi e simbolici:

 

La croce come 
Albero della Vita

L’asse verticale indica la terra connessa con il cielo, nel senso inverso, l’asse verticale è conficcato nella terra, e quindi simboleggia le radici della vita nella terra, l’asse orizzontale simboleggia la scala che consente di salire al cielo e quindi al Regno di Dio

L'abbraccio del figlio di Dio all'umanità

La figura di Cristo crocifisso con le braccia orizzontali simboleggia l’abbraccio del figlio di Dio all'umanità, ovvero l’abbraccio della Redenzione di cui si è fatto strumento, facendosi uomo.

La figura umana

La croce evoca anche la figura umana a braccia aperte (ripresa anche dalla figura celeberrima, del normotipo di Leonardo da Vinci).

 

La croce e il cerchio

 

La croce è stata anche unita al simbolo del cerchio, che ricorda il movimento rotatorio e quindi la vita, nei simboli della croce runica (o celtica), e nella svastica.

La croce runica (da runa, lettera dell’alfabeto arcaico delle popolazioni germaniche) unisce i due simboli sovrapposti, una croce a 4 bracci uguali ed un cerchio. Il centro del cerchio e l'incrocio dei due bracci coincidono.

La croce uncinata o svastica unisce quattro croci gammate riportando i quattro assi della croce ad un simbolo circolare, con orientamento verso sinistra (la forma antica) o verso destra (la svastica moderna).

Quella con orientamento verso occidente era diffusa tra le popolazioni indo-europee in India e in Persia (culto del dio Mitra) ed utilizzata fino in Giappone già in epoche antiche, e rappresentava il moto apparente del Sole da Oriente a Occidente (da destra a sinistra, guardando verso Nord). La religione mitraica era infatti un culto del Sole. Quella con disposizione verso oriente è stata considerata un simbolo antico ariano (con buona probabilità, erroneamente) da movimenti politici tedeschi antisemiti sin dal 1910, diventando poi il simbolo principale e caratterizzante del III Reich.

I simboli misti come la croce runica erano adottati da sette eretiche di origine orientale, legate alla credenza della circolarità della vita come eterno ritorno (sette dei monotoni o anulari). La credenza dell’eterno ritorno, o della necessità di attraversare più cicli di vite, o della reincarnazione, è tipica delle religioni buddiste e tibetane (vedi “Il libro Tibetano dei morti”, citato di frequente nell'opera di Franco Battiato).

L’unione dei due simboli è infatti una contraddizione e quindi una eresia per la religione cristiana e in generale per le religioni monoteiste (islamica ed ebrea), che vedono la vita terrena come passaggio senza ritorno (se non nella catarsi del Giudizio universale, alla fine dei tempi). (3)

I simboli circolari e quindi la croce runica e la svastica innestano quindi probabilmente sulla tradizione cristiana credenze preesistenti di origine pagana, orientali e nordiche, legate alla compenetrazione continua dell’uomo con la natura e con il tempo.

Credenze sulla circolarità della vita e nell'eterno ritorno dopo la morte che sono all'origine dei miti della morte e della rinascita presenti in religioni di ogni parte del mondo attraverso la uccisione e resurrezione del dio o del suo simulacro (vedi il significato della celebre canzone tradizionale inglese John Barleycorn), nella disposizione circolare delle tombe nelle civiltà etrusca e sannita, ma anche a Stonehenge, se è un monumento dedicato allo stesso scopo, come ritengono molte teorie).
Ma che sono anche passate e trasfigurate nelle filastrocche e nei giochi infantili, come nel girotondo:

Giro giro tondo, casca il mondo
casca la terra
Tutti giù per terra!

(e i bambini dopo essersi storditi nel vorticoso girotondo tenendosi per mano si gettano per terra supini simulando inconsapevolmente la fine della vita)

 

L'imperatore Aureliano

 

L'imperatore Aureliano (che governò su Roma dal 270 al 275 d.C.) fu il primo ad utilizzare in occidente il simbolo della svastica. Aureliano era impegnato a ricostituire l'unità dell'impero dopo la crisi del III secolo, seguente alle guerre e alle invasioni barbariche. In quel periodo nell'antica Roma, proprio perché assediata e minacciata, si erano diffuse nuove religione misteriche e di orientamento monoteista, come il culto del dio Mitra e lo stesso cristianesimo. 

Aureliano, che era un comandante militare portato alla carica di imperatore dalle sue legioni, intuì che per ricostituire l'unità dell'impero e consolidare l'autorità dell'imperatore era necessario rendere divina o perlomeno distante dalla natura umana la sua figura. Si appoggiò quindi al culto del dio Mitra, già popolare tra i soldati e molto seguito tra il popolo. La religione mitraica, di origine orientale (Persia e India) si poneva a mezza strada tra il politeismo e il monoteismo ed era un culto solare. La svastica, simbolo solare per eccellenza, rappresentava il dio Mitra, o "dio invincibile" e Aureliano affermava di essere il suo rappresentante in terra, indossando vesti ornate da svastiche orientate a sinistra.

 

Il significato simbolico del numero 4

 

La croce a quattro braccia riporta al numero quattro, il più simbolico tra i numeri. Intorno al numero quattro si incontrano credenze in molte culture, anche lontane dal cristianesimo.

Il numero quattro riporta subito al quadrato, simbolo di ordine contrapposto al cerchio, superamento del dualismo (bene-male, yin-yang, cielo-terra, tesi-antitesi), che viene portato nel quadrato o nella elevazione a 4 ad elemento coerente e conchiuso, simbolo di completezza ma anche di mistero. 

Il quadrato simboleggia la capacità dell'uomo di portare ordine nel cosmo, introducendo direzioni e coordinate (4 punti cardinali, latitudine e longitudine che riportano il mondo ad un sistema reticolare, cioè ad un insieme di quadrati). Tutti procedimenti che confluiscono nel mito della "quadratura del cerchio", ovvero la trasformazione di un cerchio in un quadrato di superficie identica, mediante trasformazioni geometriche. Procedimenti all'origine dei progetti di templi in ogni civiltà, e che trovano la sintesi nella nostra cultura nella pianta della mitica "Gerusalemme celeste" citata nell'Apocalisse di Giovanni, descritta come un cubo di lati uguali, pari a 12000 stadi ciascuno (lo stadio era una misura romana pari a 5,45 km ca.). Anche il 12 non è casuale, occorre notare che si tratta dell'unico numero multiplo sia del 4 (la croce) sia del 3 (La Trinità) ed è non casualmente il numero degli apostoli. Gli architetti-vescovi medievali hanno cercato di ricreare i principi della "Gerusalemme celeste in terra" nel progetto nella misteriosa chiesa di Santo Stefano Rotondo, sulla collina del Celio a Roma, che infatti coniuga la forma circolare con l'ordine del quadrato ed iscrive nella sua struttura i numeri simbolici della cristianità e della perfezione.

Altro esempio di uso simbolico del quadrato per ricordare lo sforzo ordinatore dell'uomo sulla natura è rappresentato dal gioco degli scacchi o, in generale, da tutti i giochi basati sulla scacchiera (che è 8x8, quindi composta da un quadrato al cubo, ovvero, in tre dimensioni). Anche i mazzi e i giochi di carte ruotano sempre intorno a quattro segni e a multipli di quattro.

Molte, in tutte le culture e le mitologie, sono le sequenze simboliche o naturali ricondotte al numero 4:

 

le 4 stagioni

i 4 punti cardinali

i 4 elementi (aria, acqua, fuoco e terra)

i 4 venti principali (N-Tramontana, O-Ponente, S-Ostro, E-Levante)

la Rosa dei Venti (che sovrappone una seconda croce di 4 venti) (1)
le 4 posizioni dell'Orsa Maggiore rispetto alla stella polare

i 4 umori corporei

i 4 evangelisti (Luca, Matteo, Giovanni e Marco) e i 4 Vangeli

i 4 Padri della chiesa (Agostino, Ambrogio, Girolamo, Gregorio Magno)

le 4 lettere del nome di Dio (il tetragramma JHWH, da Jahweh)

i 4 cavalieri dell'Apocalisse (peste, guerra, fame, morte) (2)

i 4 fiumi del Paradiso (Indo o Pisone, Hiddekel o Tigri, Gange o Gihon, Eufrate)

 

Anche l'ascensione in cielo di Maria può essere spiegata con la riconduzione della Trinità all'armonia del quadrato. mediante l'inserimento dell'elemento femminile (C.G. Jung).

La croce però contiene anche il centro, quindi il superamento della quadrinomia mediante il raggiungimento della origine dei 4 elementi, attraverso il passaggio al numero successivo, il cinque, ovvero alla "quintessenza". 

La quintessenza simboleggia quindi l'elemento puramente immateriale, lo spirito del mondo, dal quale sono stati generati, e separati dal centro mitico, nelle 4 direzioni  i 4 elementi (aria, acqua, fuoco, terra). Impossibile non notare in questi antichi miti, una relazione, forse casuale, forse legata a remote intuizioni, con la teoria corrente del big bang, il punto di inconcepibile energia e massa dal quale si è sviluppato l'universo, secondo le teorie della fisica attualmente accettate.

La croce e' un simbolo per eccellenza del cristianesimo, ma esiste, come i significati simbolici del numero quattro ad essa strettamente connessi, anche in molte altre civiltà  precedenti, o non influenzate da esso. Nelle civiltà americane precolombiane esisteva ed era venerato il simbolo della croce (nella cultura Maya) cosi come il numero 4 compare in Cina,  nelle 4 porte della residenza imperiale, nei 4 mari e nelle 4 montagne che circondano l'impero, e nei 4 grandi re del periodo mitico, mentre le 4 arti fondamentali erano il libro, il dipinto, la chitarra e la scacchiera, e i 4 strumenti dei dotti erano la china, il pennello, la carta e la pietra abrasiva, e i 4 principi della morale erano la incorruttibilità, il pudore, il senso del dovere e la correttezza cerimoniale formale.

Il significato di ordine e' quindi connaturato alla civiltà e all'ordine che l'uomo impone alla natura, elemento comune a tutti i popoli.

Un significato che si ritrova riflesso anche in detti e oggetti quotidiani: le quattro gambe delle sedie e dei tavoli, la forma quadrata delle finestre e delle porte, espressioni come "fare quattro passi", "i soliti quattro gatti", "fare quattro chiacchiere", "farsi in quattro", "tra quattro pareti" e così via, ed è probabilmente un riflesso della nostra struttura fisica articolata in quattro arti e cinque dita, delle quali però una è opponibile (speciale).

Come anche gli animali hanno quattro zampe, e così per similitudine hanno quattro ruote i carri e poi le auto, e percepiamo come innaturali e alieni gli animali a sei od otto zampe (gli insetti).

 

Il numero 4 nella dimensione del tempo

 

Il numero 4 ritorna anche tutte le volte che all'uomo è richiesto un periodo di purificazione e rigenerazione, in tutte le culture di origine mesopotamica. Quattro giorni sono un tempo molto breve per un rito di passaggio e il numero simbolico diventa 40, 40 giorni o 40 anni. Che non è legato al sistema metrico decimale che è arrivato molto dopo, ma ancora ad un elemento dell'esperienza di vita reale, citata in modo quasi subliminale: le nostre 10 dita.

Quaranta sono stati quindi i giorni in cui la Terra è stata coperta dalle acque sino a quando la colomba non è tornata col ramo d'ulivo nel becco, quaranta sono i giorni passati nel Paradiso Terrestre da Seth, uno dei 30 figli di Adamo, inaccessibile agli uomini ma in questa Terra, ritrovato da Seth con mappe poi perse per sempre, per riportare al padre ormai ultracentenario e infermo l'olio della misericordia (4), ovvero il contenuto del Sacro Graal, quaranta anni hanno vagato gli Israeliti nel deserto prima di trovare la via verso la terra promessa, quaranta giorni passò Mose sul Monte Sinai prima di ricevere le tavole della legge, quaranta i giorni del digiuno di Cristo diventato poi il il periodo della Quaresima rituale e di purificazione prima del rito della Pasqua e della resurrezione del Dio per i cristiani (e anche per i musulmani il Ramadan dura 40 giorni). Un periodo simbolico arrivato anche ad altri scopi con la quarantena delle navi in porto quando a bordo scoppiava il colera.

 

Note

 

(1) NE-Grecale, SE-Scirocco, SO-Libeccio, NO-Maestrale; da notare che la posizione dei venti rispetto ai punti cardinali è corretta secondo la interpretazione comune della origine dei venti (Libeccio: Libia, Scirocco: Siria, ecc.) se la rosa è posizionata nell'isola di Creta da dove, secondo le ricostruzioni correnti, proviene.

(2) Secondo altre interpretazioni sono lo schiavismo (cavallo bianco, arciere), il servaggio (cavallo rosso, spada), l'avidità del commercio e quindi la fame (cavallo nero, bilancia) e la morte (cavallo pallido)

(3) Nonostante questa origine, il simbolo è stato comunque occasionalmente utilizzato, assieme a molti altri, nei molti secoli del cristianesimo, ad esempio in chiese del Nord Europa.

(4) La vicenda è riportata in un vangelo apocrifo greco, chiamato impropriamente L'Apocalissi di Mosè.

 

Perché parliamo della simbologia della croce su Musica & Memoria? Per spiegare il senso nascosto di una classica canzone tradizionale inglese: Will The Circle Be Unbroken.

 

© Alberto Maurizio Truffi 2001-2016 / Revisioni: Dicembre 2004 / Giugno 2007 / Dicembre 2014 (il numero 40) / Torna a Musica & Memoria

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