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Loretta Goggi - Chi salta il fosso (1972)

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Ragazza facile, io ti parlo da donna a donna
Figlia del tempo, dell’avventura, della tua età

Così arrendevole, così sola da far paura
Concedi al vento la tua bellezza, ma il vento va
Ma questa febbre che hai dentro tu
Quando viene non va via più
Non va via più

Uomo arrivato, che tieni il mondo con una mano
Com’è lontano quel giorno che eri bambino tu
Ma qualche volta ricorda un po’
Se tu avevi le scarpe o no

Chi salta il fosso non ritorna indietro
Dopo la sbornia non sei più allegro
Chi salta il fosso non ritorna indietro
Non torna il conto, non sei più tu

Soldato semplice, non sei niente, non sei nessuno
È così assurda la guerra che ora combatti tu
Ma dimmi presto quello che sai
Che poi a casa ritornerai

Chi salta il fosso non ritorna indietro
Dopo la sbornia non sei più allegro
Chi salta il fosso non ritorna indietro
Non torna il conto, non sei più tu

 

Note

 

Ci sono due strofe dedicate all'uomo arrivato e al soldato che stanno lì come riempitivo, perché non dicono niente e non si capisce neanche quale sarebbe il fosso che saltano, specie il povero soldato che non è certamente in guerra per sua volontà.

In questa canzone fuori tempo massimo l'unica cosa che conta sono le prime due strofe, destinate non a una delle tante attività che un uomo può fare, per scelta o no, ma proprio all'essere donna. E il fosso si capisce subito cos'è, perdere la verginità, dopo non si torna più indietro, come noto, e può anche venire quella febbre che non va via più, e che spinge a ripetere il salto, in particolare se l'esperienza è stata piacevole. Come peraltro dovrebbe normalmente essere.

Quasi incredibile proporre questo tema nel 1972, ma pensandoci bene il divorzio c'era già da due anni, vero, ma presto poteva essere cancellato dal referendum del 1974 (non andò così) e per la riforma del diritto di famiglia mancavano ancora tre anni, l'adulterio era ancora punito per legge, ma in modo diverso per uomo e donna. Insomma una canzone moralista, maldestramente nascosta con un paio di strofe che cercavano di farla passare come "canzone di protesta" aggiungendo per completezza anche il refrain in stile folk italiano.

E' curioso che una canzone con questo tema di fondo sia stato affidata dalla Durium proprio a Loretta Goggi, in quel tempo già attiva protagonista, assieme alla sorella Daniela, delle notti in discoteca, che la interpretava in TV compita e accuratamente vestita da professorina. Efficace e professionale attrice sin da bambina, ottima cantante fin dal 1969 (aveva 19 anni) pensiamo che per lei era solo una parte da recitare per una canzone che la Durium pensava avesse ancora un pubblico. Calcolo sbagliato, perché la canzone non compare nelle vendite dell'anno (secondo hitparadeitalia.it)  che invece vedeva tra le prime, due canzoni che sul tema la vedevano in modo ben diverso: Grande grande grande di Mina e Sono una donna, non sono una santa di Rosanna Fratello.

 

Musica & Memoria Luglio 2022 / Testo originale di Franca Evangelisti trascritto e riprodotto per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita.

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