L'Isola delle Rose |
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L'immagine è stata pubblicata sulla rivista Panorama del 11 luglio 1968. La didascalia riportava: "Acciaio e calcestruzzo. A 11 chilometri e 600 metri al largo di Rimini (al di fuori delle acque territoriali) sorge la piattaforma voluta dall'ing. Giorgio Rosa. Poggia su 9 pilastri d'acciaio riempiti di calcestruzzo e ha una superficie utile di 400 metri quadrati. Attualmente sull'isola vive solo Pietro Bernardini che l'ha affittata per un anno." La foto è tratta da un forum di filatelia dove erano contenute notizie (contrastanti) su questa bizzarra iniziativa, che avrebbe incluso anche la prima e unica radio pirata italiana. Le informazioni sono
frammentarie e contrastanti, ma sembra che si trattasse di una piattaforma di
estrazione dismessa dalla Saipem (gruppo ENI) sulla quale l'ing. Rosa ha avuto
l'idea di costruire la struttura che si vede nella foto. Essendo fuori dalle
acque territoriali l'obiettivo era creare una micronazione. Ne proclamò quindi
l'indipendenza nazionale, adottando l'esperanto quale lingua ufficiale ed
emettendo francobolli. Sarebbero poi seguiti altri progetti di utilizzazione
(stazione radio, locale notturno, bazar internazionale). Non esistono conferme
certe che siano state effettuate trasmissioni radio (attività non tecnicamente
difficile anche all'epoca) o che invece siano state solo programmate contattando
cabarettisti del tempo. L'isola artificiale era situata a 44° 10' 48" Nord e 12° 36' 00" Est, quindi a circa 12 Km dalla costa di Rimini, e risulta che sia stata completamente smantellata e i materiali recuperabili rimossi, non risulta che esistano neanche relitti in profondità (il fondale è peraltro basso) meta di sommozzatori per escursioni. La vicenda ha suscitato anche l'interesse di Walter Veltroni per la sua seconda attività di scrittore, ed è stata lo spunto per il suo romanzo del 2012 "L'isola e le rose". |
© Musica & Memoria Dicembre 2005 / Ottobre 2014 |