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Matia Bazar - Ti sento (1985)

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La parola non ha
Né sapore, né idea
Ma due occhi invadenti
Petali d'orchidea
Se non ha
anima

Ti sento
La musica si muove appena
Ma è un mondo che mi scoppia dentro
Ti sento
Un brivido lungo la schiena
Un colpo che fa pieno centro
Mi ami o no?
Mi ami o no?
Mi ami o...

Che mi resta di te
Della mia poesia
Mentre l'ombra del sonno
Lenta scivola via
Se non ha
Anima

Ti sento
Bellissima statua sommersa
Seduti, sdraiati, impacciati
Ti sento
Atlantide isola persa
Amanti soltanto accennati
Mi ami o no?
Mi ami o no?
Mi ami o no?

Ti sento
Deserto lontano miraggio
La sabbia che vuole accecarmi
Ti sento
Nell'aria un amore selvaggio
Vorrei incontrarti

Ti sento
Vorrei incontrarti

Mi ami o no?
Mi ami o no?

Ti sento
Vorrei incontrarti

 

Note

 

Un brano rappresentativo degli anni '80 essenzialmente per la musica e l'arrangiamento, un efficace esempio di synth-pop ai massimi livelli, molto apprezzato anche all'estero, Gran Bretagna inclusa, certamente uno dei migliori esempi delle notevoli capacità dei Matia Bazar e del carisma della loro front woman Antonella Ruggiero.
Il testo, molto interessante e poetico, che appare una trasfigurazione delle emozioni fortissime di un momento intimo, non è legato al decennio ed è invece sempre attuale. Marco Guzzetti, collaboratore dei Matia Bazar per la scrittura dei testi dal 1981 al 1989, chiarisce così ai visitatori del sito Musica & Memoria la (duplice) chiave di lettura delle parole della canzone.

La chiave di lettura del testo

« Ti sento è la classica canzone scritta in doppia chiave di lettura. La parte letteraria del brano nasce da un’idea di Aldo (Stellita) e nella fase iniziale comprendeva un’unica accezione, ovvero quella di descrizione dell’intimo tormento emozionale che ogni autore vive nei confronti della propria ispirazione. Decidemmo poi (tra l’altro proprio su mia insistente richiesta) di rifinire e concludere i versi strizzando l’occhio anche ad una chiave di lettura più classica, ovvero quella relativa al rapporto sentimentale di coppia. Il risultato finale dovrebbe quindi permettere di poter giocare continuamente “con” e “tra” le righe della canzone; allo stesso modo, il dipanarsi della narrazione dovrebbe, almeno nelle intenzioni degli autori, far sentire indifferentemente a proprio agio l’ascoltatore/lettore, sia nell’ambito di una vera e propria invocazione alla Musa, che nello spingersi a scandagliare alcune dinamiche proprie delle interrelazioni amorose.»

La canzone è stata pubblicata su singolo nel 1985 (Ariston AR 00969) e in seguito anche in inglese (I Feel You) e in spagnolo sempre dai Matia Bazar, è stata un successo internazionale, ai vertici della classifica nei Paesi Bassi, in classifica in Germania e nota ed apprezzata anche in UK.

La canzone è anche la decima traccia della nostra playlist dedicata ai migliori esempi della musica italiana negli anni '80, che si può ascoltare anche dalla finestra seguente.

Vedi anche

I testi / Gli album tradotti / Le discografie e le monografie / Musica e società / Il meglio dei Matia Bazar (Playlist YouTube)

 
 

Musica & Memoria Marzo 2019 / Revisione Febbraio 2020 (Contributo di Marco Guzzetti) / Testo originale di Aldo Stellita, riprodotto per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita

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