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 Equipe 84 - Auschwitz (1966)

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Son morto
che ero bambino,
son morto
con altri cento
passato
per un camino
ed ora
sono nel vento.

 

Ad Auschwitz
c'era la neve
e il fumo
saliva lento,
nei campi
tante persone
che ora
sono nel vento.

 

Nel vento
tante persone,
ma un solo
grande silenzio
è strano
non ho imparato
a sorridere
qui nel vento.

 

No,
io non credo
che l'uomo
potrà imparare
a vivere
senza ammazzare
e che il vento mai
si poserà.

 

Ancora
tuona il cannone,
ancora
non è contenta
di sangue
la belva umana
e ancora
ci porta il vento.

 

Ancora
tuona il cannone,
ancora
non è contento
saremo
sempre a milioni
in polvere
qui nel vento.

 
   

Note

 

Il cancello d'ingresso del lager di DachauSul retro di Bang Bang, successo annunciato, cover di un hit internazionale del duo più celebre della musica pop in quell'anno 1966, Sonny & Cher (in questo caso in singolo della sola Cher, ma composto e arrangiato, ovviamente, dal compagno Sonny Bono) Vandelli e soci ebbero il notevole coraggio di inserire un brano scritto dall'amico Francesco Guccini, su un tema all'epoca molto meno frequentato, la shoa. Guccini non era ancora autore SIAE e sul disco la canzone è accreditata a Lunero, pseudonimo del maestro Iller Pattacini. In una intervista di molti anni dopo al giornalista Toni Jop Guccini ha rievocato la ispirazione del brano, che nasceva da libri letti da ragazzo, ma anche dalla conoscenza diretta di sopravvissuti ai campi di concentramento.

Racconta anche di come Vandelli era intervenuto sul testo nella seconda strofa, introducendo un più netto e aggressivo incipit ("Io non credo che l'uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare") rispetto al suo testo, più aperto alla speranza ("Io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare"), forse perché memore delle analoghe parole di speranza della adolescente Anna Frank nel suo celebre diario ("È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo.").
La versione di Guccini sarà pubblicata l'anno dopo (marzo 1967) nel suo primo album, a nome Francesco, Folk Beat n.1.

In quel 1966 nel quale iniziava in Vietnam la cosiddetta "escalation" dell'esercito americano, in un mondo ormai dove l'informazione arrivava in tempo reale, la provocazione di Vandelli era in sintonia con i sentimenti dei ragazzi dell'epoca, che vedevano di nuovo la guerra diffondersi nel mondo, dopo soli venti anni dalla conclusione della II guerra mondiale, che aveva visto coinvolti i loro stessi padri, quarantenni o poco più.

Non bisogna pensare però che tutti i ragazzi dell'epoca fossero informati su quello che era avvenuto in Europa nell'ultima guerra e soprattutto su quello che avveniva in Vietnam. Una morbida ma attenta censura era mantenuta dalla televisione e dalla radio allora in monopolio pubblico, e ben poco veniva passato (e quasi nulla come immagini) per non danneggiare l'alleato americano in un mondo diviso in blocchi, solo generiche e brevi informazioni sulla "comprensione" del governo italiano per gli impegni USA. Una morbida censura che si estendeva anche agli orrori della II Guerra mondiale e alle responsabilità del popolo tedesco, ora alleato e governato da partiti omologhi a quelli al potere in Italia.

Una semplice canzone distribuita in centinaia di migliaia di copie come lato B di un brano di successo, da parte di un gruppo da molti considerato commerciale, dava così un suo contributo, per niente marginale, al desiderio di sapere dei ragazzi degli anni '60.

La Equipe 84 e Vandelli erano particolarmente soddisfatti di questa canzone, che scelsero per uno dei due tentativi di sbarco sul mercato internazionale della musica, preparandone una convincente versione in inglese, trasmessa per radio almeno in UK e anche ricordata.

(Nella foto, il cancello d'ingresso del lager di Dachau, nei dintorni di Monaco di Baviera)

 

Vedi anche: La discografia della Equipe 84

 

Musica & Memoria 2011 / Testo originale trascritto e riprodotto per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita / Foto AMT

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