Mini guida alla fotografia digitale - 3.2 Messa a fuoco automatica |
Fino agli
anni '90 uno dei compiti principali e più delicati del fotografo era
mettere a fuoco l'obiettivo, ovvero impostare la distanza del complesso
ottico alla distanza del soggetto. Una foto fuori fuoco era ed è
irrimediabilmente compromessa, non potrà essere salvata in alcun modo,
al limite se la sfocatura e' ridotta si può ancora utilizzare
lasciandola in piccolo formato. Nelle macchine digitali si utilizzano gli stessi sistemi, perfezionati sempre di più negli anni grazie alla evoluzione della tecnologia e soprattutto alla integrazione con processori digitali che fanno ulteriori elaborazioni in precedenza non possibili. Ad esempio, potrebbe dedurre con vari algoritmi che il soggetto che interessa tra i due dell'esempio fatto sia quello a destra, anche ße non è detto che sappia che si tratta di vostra moglie. L'altro
vantaggio fondamentale che consente la tecnologia digitale e' la
possibilità di controllare immediatamente il risultato e di scattare
nuovamente la foto se risulta sfocata. A meno che non sia stato un
attimo irripetibile. Conviene quindi studiarla un po' e decidere come
usarla.
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I sistemi di messa a fuoco automatica (AF: Automatic Focusing) |
Sono essenzialmente due, a
differenza di fase e a
differenza di contrasto. Il
sistema in entrambi i casi muove con un servomotore
elettrico il complesso di lenti e un sensore misura la
variazione di fase o di contrasto, che risulta diverso nel
caso di soggetto a fuoco, cioè alla distanza prevista dal
complesso di lenti. Il sistema differenza di fase (phase
detection) e' più preciso e più veloce, mentre quello a
differenza di contrasto (contrast detection) e' di più
semplice realizzazione e può essere moltiplicato su più
punti, anche decine, consentendo poi a un algoritmo
computerizzato di elaborare i risultati dei singoli punti
cercando la messa a fuoco ottimale attraverso una media o
determinazioni più raffinate.
Esiste anche di solito una funzione di
inseguimento del soggetto (object tracking) che consente di
far conoscere al sistema il nostro oggetto (ad esempio il
gatto di casa) che così sarà sempre mantenuto a fuoco. A
patto però che non si muova troppo velocemente e che sia
sempre riconoscibile rispetto allo sfondo. Funzione
affascinante ma non molto utile. Da notare che questa possibilità di scelta è solitamente riservata all'uso della macchina in semi-automatica (priorità dei tempi, dei diaframmi, o esposizione programmata: vedi pagina sul funzionamento in automatico) mentre è invece limitata, nel funzionamento completamente automatico, alla scelta tra messa a fuoco automatica, manuale o assistita (DMF: la macchina mette a fuoco ma il fotografo può intervenire con un aggiustamento fine). |
Da quanto sintetizzato in precedenza derivano alcuni semplici per una efficace gestione della messa a fuoco automatica:
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I comandi di messa a fuoco automatica (Sony Alpha NEX) |
Nel seguito come esempio sono illustrate le opzioni di messa a fuoco automatica (AF) per le mirrorless della Sony della serie Alpha (NEX 6 in questo caso). Altri apparecchi digitali della stessa classe hanno comandi molto simili.
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Note |
Le immagini utilizzate per illustrare la pagina sono originali. Per qualsiasi osservazione può essere contattato il webmaster del sito. |
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© Alberto Maurizio Truffi - Musica & Memoria Agosto 2015 |
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