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La smaterializzazione dei contenuti musicali

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Vedi anche:

La distribuzione della musica su supporto fisico / La diffusione / Gli standard audio e video / Le major del disco / Il mercato della musica / La musica su YouTube / Dal musicista all'ascoltatore

 

Il mondo digitale

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Qualsiasi contenuto informativo trasferibile in digitale una volta trasformato in file è "smaterializzato", perché il file non è altro che un contenitore logico di informazioni elementari di natura elettronica (bit: binary information unit), unità di informazione che possono assumere come noto solo due valori: 0 o 1 (sempre bit, ma nel senso di binary digit). Il file ritorna ad avere un senso ed una utilità nel nostro mondo analogico quando arriva ad un "lettore" in grado di ritrasformarlo in lettere o numeri (monitor), parlato (telefono), video (televisore) o quello che interessa a noi, musica (lettore CD o di altri formati, DAC). Un lettore che può essere anche unico e universale per tutti i formati e gli usi, come uno smartphone, un tablet o un PC.

Fino a che rimane nel suo stato smaterializzato la sua esistenza si palesa solo con il suo nome visualizzato sull'interfaccia di un PC o sul display di un lettore. La tecnologia ha richiesto però per un certo tempo di "materializzarlo" per consentirne il trasferimento, la distribuzione, o la archiviazione presso il cliente che usa e/o ha acquistato i contenuti. Il file quindi veniva trasferito su un supporto fisico, un CD o un DAT o un SACD per la musica, un DVD o un Blu-Ray Disc (BD) per il video.

Anche se veniva trasferito usando la rete (download) anziché un supporto fisico, era poi memorizzato su una unità di memoria stabile (hard disk del computer o storage esterno) da chi l'aveva acquisito in qualsiasi forma. Inoltre, erano disponibili unità di memoria portatili (pendrive, hard-disk USB) per trasferirlo su altri PC o unità di lettura. Una esigenza originata dal tempo necessario per la operazione di download. Un tempo anche piuttosto lungo per contenuti impegnativi (film o musica in alta definizione) che quindi in questo modo si doveva sopportare una sola volta. Il file audio scaricato rimaneva poi disponibile immediatamente per ogni uso successivo. Ogni utente costruiva così nel tempo la sua libreria personale, che fosse costituita da un insieme di supporti fisici o da una serie di file archiviati in vari modi su memorie per computer.

 

La smaterializzazione è possibile

 

Una esigenza che è diventata via via superflua con la progressiva crescita delle prestazioni e della velocità di trasferimento dei file, anche se di grandi dimensioni (come per film e musica in alta definizione) attraverso la rete globale Internet.

Nel mondo digitale oggi (inizio 2013) è possibile senza particolari problemi, in tutti i paesi sviluppati e per la maggior parte della località, la completa smaterializzazione dei contenuti, dall'origine alla fruizione per mezzo del lettore, end-to-end (o E2E). La libreria a cui accedere per cercare i contenuti può essere posizionati sulla rete stessa, nel "cloud" secondo la definizione nata nel 2012 (per una tecnologia che esiste da sempre in rete, il file transfer, ma che ora assume nuova importanza grazie alle alte prestazioni cui si è accennato prima) e può essere privata del cliente o condivisa, gestita da un fornitore di contenuti per tutti i suoi clienti. Per la fruizione dei contenuti, l'ascolto nel nostro caso, occorre solo una connessione di rete tra il lettore che abbiamo scelto di utilizzare e il cloud, e un sistema di pagamento dei contenuti se provengono da un gestore.

E non solo dei contenuti, ma anche della comprova delle transazioni, acquisto di titoli di viaggio e spettacoli, iscrizioni a corsi di studio o simili, pagamenti e transazioni finanziarie di ogni genere, in tutti questi casi e nei molti altri che possono venire in mente la necessità di un biglietto stampato su carta, di una ricevuta stampata e da tenere con cura come prova, e anche delle banconote e delle monete, non esiste più. Sostituita dalla comprova del pagamento costituita da un codice, leggibile da un umano o anche da un lettore automatico (codice a barre o glifo) come negli e-ticket ferroviari o aerei e nel web check-in, oppure semplicemente nel riconoscimento dell'identità di chi ha pagato e controllo in una lista.

 

Perché si usano ancora "supporti fisici"

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Essenzialmente per due motivi: culturali e per specifiche esigenze. Abbandonare dopo secoli il conforto di tangibili prove e affidarle solo a memorie di computer la cui localizzazione è ignota comporta una certa resistenza anche per transazioni dove non c'è alcuna necessità di tecniche di certificazione sostitutiva. E poi ci sono quelle esigenze di qualità o affezione a tecnologie magari non più attuali (il vinile, nel campo della musica, ma anche i libri ben stampati) che per fortuna resistono alla globalizzazione della smaterializzazione.

 

La smaterializzazione nella musica e i suo vantaggi e svantaggi

 

Un appassionato di musica sceglie un servizio e paga un abbonamento mensile o annuale che ha un costo probabilmente inferiore a quanto spende ora per la espansione della sua libreria musicale. E ha accesso a praticamente tutti i contenuti musicali che può desiderare ascoltare, non soltanto a casa sua, dove è custodita la sua collezione di CD, ma in qualsiasi luogo del mondo collegato in rete. E in casa non dovrà occupare spazio per la sua libreria musicale, e neanche acquistare e aggiornare storage server o pensare al loro backup periodico. Più diverse funzionalità aggiuntive. (Per approfondimenti vai alla pagina La musica quando serve).

I vantaggi sono evidenti e non richiedono approfondimenti particolari: minore costo, maggiore disponibilità, maggiore comodità, dove "maggiore" può essere anche di più ordini di grandezza.

Puntiamo quindi l'attenzione sugli svantaggi, alcuni intrinseci, altri legati allo stadio attuale della tecnologia e del mercato e probabilmente in grado di attenuarsi o sparire:

  • Qualità: i contenuti per motivi di costo e di velocità di trasmissione sono normalmente diffusi in formato compresso, e quindi a qualità inferiore al CD; il livello di qualità arriva di solito a 256-320kbps ed è sufficiente in gran parte dei casi ma non è il massimo che si può avere. Un limite derivante essenzialmente dalle prestazioni non sufficienti della rete mobile utilizzata da smartphone e tablet, ma anche dalle residue resistenze della case discografiche. Il primo limite andrà sicuramente a sparire, il secondo non si sa (forse spariranno prima le case discografiche).

  • Disponibilità: per quanto ampi possono essere i cataloghi dei servizi in abbonamento esisterà sempre una quantità significativa di contenuti musicali che occorrerà per forza acquisire con i sistemi di distribuzione tradizionali.

  • Informazioni a corredo: i metadati associati alla musica ci sono tutti e anche in numero e qualità maggiore, ma sono immateriali. La copertina del CD con le foto i commenti e i testi spariscono. Sparisce questa fisicità e questo per molti è una rinuncia. Ma probabilmente in questo caso, per un insieme selezionato di contenuti importanti, l'alternativa diventa il vecchio e indomito vinile.

  • Proprietà: oltre che i supporti viene smaterializzata, nel senso che sparisce, anche la libreria musicale (e volendo, anche se è ancora presto, la libreria dei libri). Non c'è più la parete di dischi o CD da considerare una propria creazione, da ammirare e curare e lasciare ai discendenti. Rimane solo un transito di sensazioni musicali nelle nostre orecchie e nella nostra mente, una memoria forse affidata a diari o blog, ma più spesso destinata solo ad un passaggio fugace o un poco più persistente, ma solo nostro, come accade a chi ascolta solo la radio. Siamo pronti a questo?

  • Always-on: la smaterializzazione funziona se siamo sempre connessi. La mancanza del collegamento rende impossibile la funzionalità streaming, una eventualità che si può prevenire o attenuare come effetto ricorrendo al download in locale ma non per archiviazione, per comodità d'uso. Analogo discorso per viaggi in paesi con reti meno performanti. La seconda disponibilità obbligatoria è quella dell'energia elettrica, la diffusione di questi sistema sarà quindi accompagnata probabilmente da generatori autonomi (es. a fotovoltaico) eventualmente integrati nelle unità mobili. Una limitazione non per la musica (a parte l'alternativa di suonarla) dove comunque l'energia elettrica serve anche per l'analogico, ma per la smaterializzazione di libri o documenti.

  • Sostenibilità ambientale: utilizzare la rete in streaming per contenuti "pesanti" (film in HD, musica in HD) comporta un elevato consumo di risorse, la famosa banda viene messa a disposizione da una catena di switch, connessioni in fibra, router che consumano energia, spazio fisico, necessità di manutenzione, smaltimento dei componenti guasti e obsoleti. E' una modalità di trasmissione particolarmente inefficiente perché è punto-a-punto, mentre invece per la gran parte degli utilizzi potrebbero essere utilizzate tecniche multipunto, eventualmente temporizzate. Ancor peggio quando i contenuti visualizzati sono già per loro natura broadcast, come per esempio una partita di calcio, dove tecniche di broadcast (sincronizzazione degli invii più caching) esistono e sono in perfezionamento, ma non raggiungono l'efficienza del broadcasting in etere. Ma pare che il tema non sia di interesse generale.

 

Commenti e approfondimenti

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Per inviare osservazioni, commenti o proposte di approfondimenti su questo tema usare come sempre la form per contattare Musica & Memoria.

 

© Musica & Memoria / Alberto Maurizio Truffi  - Marzo 2013

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