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Armando Trovajoli - E io ero Sandokan

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Marciavamo con l'anima in spalla
nelle tenebre lassù
ma la lotta per la nostra libertà
il cammino ci illuminerà

Non sapevo qual'era il tuo nome
neanche il mio potevo dir
il tuo nome di battaglia era Pinin
e io ero Sandokan.

Eravam tutti pronti a morire
ma della morte noi mai parlavam
parlavamo del futuro
se il destino ci allontana
il ricordo di quei giorni
sempre uniti ci terrà

Mi ricordo che poi venne l'alba, e poi
qualche cosa di colpo cambiò
il domani era venuto
e la notte era passata
c'era il sole su nel cielo
sorto nella libertà.

 

Note

 

Una canzone della Resistenza, forse la più bella di tutte, che però nessun partigiano ha mai cantato, perché è stata scritta molti anni dopo dal grande musicista Armando Trovajoli, uno dei massimi protagonisti di una grande stagione del cinema italiano, per un memorabile film di Ettore Scola, C'eravamo tanto amati. Che riprendeva la storia moltiplicata per tre, ripensata ed estesa, di un altro grande film, forse l'esempio perfetto della commedia all'italiana, Una vita difficile, con Alberto Sordi e Lea Massari.

Un film girato da un grande regista, Dino Risi, che a differenza di Scola aveva il vantaggio di non essere coinvolto idealmente nelle vicende e quindi di poterle vedere con maggior distacco ironico e senza nessuna ambizione di lasciare messaggi. E da ciò partendo, riuscendo a trasmetterli in modo ancor più duraturo. (Nel video, tratto dal canale YouTube di Musica & Memoria, la versione originale della canzone come era presentata nel film di Scola)

 
 

In quel 1974 nessuno avrebbe potuto supporre che la Resistenza sarebbe mai potuta diventare oggetto di polemica o di tentativi di revisionismo, con annesse cicliche e sospette diatribe su Via Rasella. Casomai che potesse divenire nel tempo un dato di fatto ormai lontano, privo di stimoli, un po' come il Risorgimento. Che anch'esso ha avuto poi anni dopo inattesi problemi di accettazione. Non è che mancassero preoccupazioni, ma erano di altro genere, in questo film concentrate soprattutto sulla fine della solidarietà e del sentirsi parte di una comunità e sull'affermarsi di un diffuso individualismo. Ognuno può valutare se questi timori di Scola, Age e Scarpelli fossero fondati o meno.

I partigiani veri non avevano tutta questa abitudine di cantare in coro, anche per la natura della guerra partigiana e poi, divisi come erano territorialmente, non si sono affermati estesamente veri e propri canti della Resistenza. Quelli effettivamente cantati all'epoca e maggiormente ricordati sono stati Pietà l'è morta e Fischia il vento. La prima canzone soprattutto nella zona del Piemonte. Meno diffusa, nella zona della Liguria, la celebre (ora) I ribelli della montagna, la cui musica però è stata scritta proprio dai partigiani di un distaccamento della Brigata Garibaldi. Le prime due citate erano invece adattamenti di canti precedenti, della prima guerra mondiale Pietà l'è morta, e di una canzone d'amore russa (Katjuscia) per Fischia vento, come tutti sanno.

 

Altre canzoni più celebrative, come (ovviamente) Festa d'aprile, sono state scritte dopo l'insurrezione. Anche la più famosa di tutte, Bella ciao, derivata da un canto popolare delle mondine, pare sia stata cantata solo negli ultimi mesi e in alcune zone dell'Appennino emiliano, ed è diventata un inno e tuttora il simbolo della Resistenza nelle successive celebrazioni della guerra partigiana. Più diffuse, e cantate probabilmente anche durante la Resistenza dai partigiani e dai patrioti, le canzoni più direttamente politiche, come La guardia rossa. E questo aspetto ha ridotto anche l'utilizzo universale di Fischia il vento, nonostante i tentativi di farla diventare "unitaria" con l'"italica bandiera" e "la nostra primavera".

 

 Altre canzoni sulla Resistenza  La ballata dell'ex (Sergio Endrigo), The Partisan (Leonard Cohen), Sei minuti all'alba (Enzo Jannacci), Ma mì (Giorgio Strehler)

 

Musica & Memoria Maggio 2011 / Testo originale di Armando Trovajoli (forse assieme a Scola, Age e Scarpelli), trascritto e reso in italiano per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita

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