Questa canzone di
Francesco Guccini (anche se registrata a nome Monaldi-Ingrosso) proposta da
Caterina Caselli nei suoi primi anni beat come
retro del suo singolo
Il cammino di ogni speranza (il brano portato,
con non grande successo, al Festival di Sanremo, in coppia con Sonny
& Cher, nel 1967), è ispirata al movimento olandese dei "provos",
una variante europea degli hippy californiani, che coltivavano una utopia di
mondo nuovo, nel quale la tecnologia sarebbe stata azzerata, i mezzi di
produzione del reddito messi in comune e i mezzi di comunicazione sostituiti da
biciclette bianche, date gratuitamente a tutti.
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Il termine "provos" ha
anche probabilmente influenzato il nome d'arte della famosa cantante italiana
Nicoletta Strambelli, che iniziava negli stessi anni la sua importante carriera
come Patty Pravo.
Dal punto di vista
musicale è un peculiare ibrido, infatti ha un impianto (e un canto) beat,
supportato però da un arrangiamento Rhythm & Blues, con grande uso di fiati
e in evidenza una sezione di sassofoni che fa da contrappunto alle frasi.
(Nella immagine in alto un fotogramma del film "Io non protesto, io amo" con la
Caselli che interpreta Biciclette bianche in completo di pelle, e accompagnata
da motociclisti invece di ciclisti, anche se a bordo di un "Corsarino" della
Moto Morini, un cinquantino a 4 tempi, invece che di una Harley Davidson, una ambientazione molto poco provos. Qui a
lato uno dei capi dei provos, Rob Stolk, su una bicicletta bianca il giorno del
suo anticonformista matrimonio)
Vedi anche: Complessi
beat / Il beat
e le canzoni di protesta
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