Enzo Jannacci - Faceva il palo |
Faceva il palo nella banda dell'Ortiga, (1) |
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Lui era fisso che scrutava nella notte |
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Faceva il palo della banda dell'Ortiga, |
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Così precisi come quelli della Mascherpa, (4) |
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Faceva il palo della banda dell'Ortiga, |
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Ci sono stati pugni, spari, grida e botte, |
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Ed è li ancora come un palo nella via, |
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Ed è arrabbiato con la banda dell'Ortiga |
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Dice: « Ma come, a me mi lascian qui di fuori |
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Nò, nò, quest chì è pròppi on lavorà de stupid, |
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Faceva il palo della banda dell'Ortiga, |
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La versione originale di Walter Valdi |
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Faceva il palo nella banda de l'Ortiga, |
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Era lì fisso che scrutava nella notte |
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Faceva il palo nella banda de l'Ortiga, |
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Istess precis compagn de quei de la Mascherpa
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Era lì fisso che scrutava nella notte |
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Faceva il palo nella banda de l'Ortiga |
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Ci sono stati pugni, spari, grida e botte, |
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Ancora adesso è lì che scruta nella via |
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A l'è incazzaa con tutt la banda de l'Ortiga |
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El dis: "Ma come! A mì me lassen chì de foeura |
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Ah, nò, quest chì l'è proppi on lavorà de
ciolla |
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Mì vegni foeura de la Banda de l'Ortiga |
Note |
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"Faceva il palo" è una canzone in dialetto milanese del cantautore Walter Valdi della quale Jannacci ha proposto una versione in italiano, anche se con ambientazione, accento e alcune parole ed espressioni tipiche del capoluogo lombardo. Dopo il testo cantato da Jannacci si può leggere anche quello originale di Valdi. Molto simile anche la versione, sempre in dialetto, di Nanni Svampa. Una canzone quindi che pone in dubbio uno dei più celebri e citati proverbi milanesi "ofelè fa el to' mestee" (pasticcere fai il tuo mestiere), un invito a evitare di dare lezioni agli altri e concentrarsi su quello che si sa fare. A patto però di avere scelto il mestiere giusto, cosa anche questa non scontata, come esemplifica questa canzone. E come verifichiamo a volte nella vita reale. |
(1) |
Il quartiere storico milanese dell'Ortiga tra Lambrate e il Parco Forlanini. |
(2) |
Un vigile urbano, tre carabinieri e una guardia giurata (o metronotte). |
(3) |
"plissè" nel senso di pieghettatura, il termine francese (che significa "piega") usato in sartoria per le gonne "plissettate". |
(4) |
Detto tipico milanese. Pare fosse un'antica cascina i cui proprietari, poco alla volta, si sono fatti portare via tutto. Un po' come degli stupidi. Da cui il detto usato per indicare quelli che rimangono lě un po' come dei fessi. Secondo altre fonti potrebbe essere un negozio di orologi molto celebre del centro di Milano, ma non avrebbe molto senso. |
(5) |
Li hanno portati via che era quasi mezzogiorno. |
(6) |
Perché vedeva nello stesso modo sia di giorno sia di notte. |
(7) |
Qui Jannacci censura un po' l'originale. |
(8) |
Per il significato del termine tipico milanese "pistola" vedere le note a T'ho compra' i calzett de seda. |
Altre canzoni di Enzo Jannacci tradotte in italiano Sei minuti all'alba, Veronica, El purtava i scarp del tennis, T'ho compra' i calzett de seda, La Luna l'è una lampadina, Sfiorisci bel fiore |
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Musica & Memoria Maggio 2014 / Testo originale di Walter Valdi ed Enzo Jannacci trascritto e reso in italiano per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita / Revisione Novembre 2015 (grazie al visitatore Pietro per la ptobabile spiegazione su chi erano quei della Mascherpa) |