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Stereofonia e alta fedeltà. FAQ

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Le FAQ di Musica & Memoria:
La scelta dell'impianto Hi-Fi, La sessione d'ascolto La installazione dell'impianto, La sessione d'ascolto, La musica liquida, La riscoperta del vinile, La musica in alta definizione, L'audio multicanale

B&W NautilusMusica-&-Memoria parla della musica in tutti i suoi aspetti, ma la musica bisogna anche sentirla, e bene, comodamente a casa propria, oppure in mobilità. Per questo sono state inventate (molti) anni fa la stereofonia e l'alta fedeltà, che riepiloghiamo qui nelle linee essenziali, sotto forma di FAQ. Per una esauriente e approfondita informazione rimandiamo ai siti e alle pubblicazioni specializzate. Tra i primi è d'obbligo citare uno dei più frequentati e apprezzati siti dedicati alla corretta riproduzione della musica: TNT-Audio. Si tratta di una iniziativa volontaria, assolutamente non collegata alle società produttrici di componenti Hi-Fi, e priva di ogni forma di pubblicità, garantisce quindi indipendenza e neutralità di giudizio. È orientata in gran parte alla ricerca della migliore riproduzione, quindi ad un pubblico di appassionati, ma esiste un'ampia sezione dedicata ai fondamenti dell'alta fedeltà, ed è possibile anche inviare quesiti specifici nella posta dei lettori. 

Esistono poi le riviste specializzate, le più diffuse in Italia sono Audio Review  e Suono Stereo. In entrambe sono presenti di frequente articoli per i neofiti, e in tutte si possono trovare le prove di componenti, articoli sulle novità tecnologiche ed una nutrita sezione di recensioni discografiche. Ci limitiamo quindi qui, per evitare inutili sovrapposizioni, ad alcuni brevi e sintetici concetti base.

Per saperne di più:
Musica e tecnologia / Dal musicista all'ascoltatore / Gli standard / Mondo digitale / Il nostro blog

FAQ. Frequently Asked Questions

 

Le basi

Cos'è la stereofonia?

Cos'è l'alta fedeltà?

Tutti gli eventi dal vivo sono riproducibili in casa?

Esiste una misura dell'alta fedeltà?

Quali sono i componenti di un impianto Hi-Fi?

Quali sono le sorgenti del suono in un impianto Hi-Fi?

L'impianto può essere anche composto in modo diverso?

 

La composizione dell'impianto Hi-Fi

I coordinati Hi-Fi sono alta fedeltà?

L'alta fedeltà costa un sacco di soldi?

Quanto costa un impianto base?

E fino a quanto può costare un impianto Hi-Fi?

Qual è il componente che costa di più ed è più difficile da mettere a punto?

Tra gli altri componenti qual è il più critico?

I componenti invecchiano?

Perché i componenti di un impianto sono spesso di marche diverse? Gli impianti mono-marca sono inferiori?

Esiste un mercato dell'usato?

Bisogna essere esperti per comprare componenti usati?

Perché in molti amplificatori Hi-Fi sono spariti i controlli di tono? Cos'hanno fatto di male?

Cos'è l'hi-end? E la Hi-Fi esoterica?

È vero che i cavi sono molto importanti?

Esistono altri accessori importanti?

Un mio amico appassionato di Hi-Fi cambia continuamente componenti, dovrò fare così anche io?

Come mai esistono così tante marche e modelli?

In cosa consiste la potenza delle casse? Cosa succede ad utilizzare casse poco "potenti" con amplificatori potenti?

È vero che i migliori amplificatori sono a valvole?

Ho sentito parlare di nuovi ampli ultra-economici e che suonano benissimo. Di cosa si tratta?

Come si sceglie un impianto?

Come si fa a giungere in tempi brevi alla scelta di un impianto?

Come verificare se il prezzo offerto è corretto?

Conviene affidarsi ad un amico esperto per la scelta dell'impianto?

Anche la cuffia è un componente critico?

Si può inserire un PC nell'impianto alta fedeltà?

 

I canali e i supporti per la distribuzione della musica

Quali sono i canali per la distribuzione della musica oggi?

Quali sono i formati fisici con i quali è commercializzata la musica?

E' vero che i classici LP suonano meglio del CD?

Esistono delle motivazioni tecniche che giustificano la inferiorità del suono digitale rispetto all'analogico?

Quindi è consigliabile inserire nell'impianto un giradischi?

Non sarebbe conveniente realizzare un impianto unico per la musica e la TV (Home Theater)?

Cos'è l'audio multicanale?

Il CD è superato?

Allora è in vista un successore del CD?

In sintesi conviene comprare un lettore CD?

Un lettore multiformato può essere una alternativa valida?

La soluzione con DAC separato che vantaggi promette?

La differenza del CD con i nuovi formati ad alta definizione si sente veramente?

Potrebbe essere il vecchio LP l'alternativa al CD?

Quali sono i formati fisici con i quali è commercializzata la musica?

Lo standard MP3 è alta fedeltà?

Gli altri standard di compressione sono invece superiori all'MP3?

 

I limiti dell'alta fedeltà

E' vero che su un buon impianto si può ascoltare la musica meglio che dal vivo?  

E' possibile ascoltare in alta fedeltà in auto?

E' vero che i diffusori elettrostatici sono i migliori, e perché?

Un impianto di alta qualità deve comprendere un subwoofer?

 

FAQ. Frequently Asked Questions

 
Linn Sondek LP12

Cos'è la stereofonia?
Un sistema di riproduzione del suono, messo a punto da Alan Dower Blumlein negli anni '30 e diventato accessibile per il grande pubblico a partire dagli anni '50, che consente la riproduzione in ambiente casalingo di un evento musicale registrato. Il sistema prevede l'uso di due sorgenti sonore (i diffusori o "casse") posti ai due vertici di un triangolo equilatero il cui terzo vertice è occupato dall'ascoltatore, che riproducono una registrazione musicale su due tracce separate, ottenute mediante due microfoni separati e disposti con lo stesso angolo (o altre tecniche). Sfruttando le capacità di localizzazione del sistema uditivo umano il messaggio musicale registrato e riprodotto in stereofonia consente di simulare in un ambiente casalingo con una buona approssimazione la localizzazione spaziale dell'evento musicale originale (concerto, registrazione in studio, ecc.)

Cos'è l'alta fedeltà?
La stereofonia, mediante l'utilizzo di componenti specializzati, consente di riprodurre con una soddisfacente approssimazione un evento sonoro in tutte le sue componenti principali: localizzazione spaziale, timbrica degli strumenti (o delle voci), estensione in frequenza degli strumenti, dinamica del volume del suono, basso livello di distorsioni del suono originale; si parla di alta fedeltà proprio perché si può raggiungere idealmente una riproduzione molto vicina (fedele) all'evento originale, tanto che chiudendo gli occhi nelle condizioni migliori, si potrebbe pensare di essere di fronte a musicisti che suonano dal vivo.

Tutti gli eventi dal vivo sono riproducibili in casa?
Dipende dalla casa e dall'impianto. Sicuramente però una orchestra sinfonica sarà sempre riprodotta in scala ridotta (si pensi al volume di suono e alla complessità di relazioni tra strumenti in una grande orchestra, oltre che alle dimensioni dell'ambiente), mentre un piccolo gruppo acustico o un cantante che si accompagna con una chitarra saranno più facilmente riproducibili in modo fedele all'originale.

Ortofon SPU85Esiste una misura dell'alta fedeltà?
No. I tedeschi ci hanno provato molti anni fa con le norme DIN, con scarso riscontro, in quanto non esistono parametri o dati misurabili che possano garantire che un impianto sia in grado di riprodurre ad alta fedeltà in qualsiasi ambiente, l'unica garanzia è l'ascolto e praticamente nessun fornitore cita la conformità alle norme DIN o ad altre similari.

Quali sono i componenti di un impianto Hi-Fi?
Una sorgente per la lettura dei supporti registrati, un amplificatore per produrre un segnale elettrico di potenza adeguata per pilotare i diffusori (casse o sistemi di altoparlanti), e i cavi di connessione tra lettore e amplificatore e tra quest'ultimo e i diffusori. Questi sono in generale di tipo dinamico a due vie (due altoparlanti specializzati per note acute e medio-basse rispettivamente), con una modalità di carico delle basse frequenze chiamata bass-reflex, e possono essere sostanzialmente di due tipi, mini o da pavimento.
I primi (solitamente più economici) necessitano anche di un supporto per posizionarli in modo corretto in ambiente. Impianti più impegnativi possono essere composti da componenti a maggiore specializzazione, per esempio l'amplificatore può essere scomposto in preamplificatore (controllo del volume e selezione degli ingressi) e finale di potenza (amplificatori a due telai), oppure i diffusori possono essere realizzati con altre tecniche (per esempio di tipo elettrostatico).

Quali sono le sorgenti del suono in un impianto Hi-Fi?
Le sorgenti, selezionabili sull'amplificatore, possono essere suddivise in due grandi famiglie, analogiche e digitali. Le sorgenti analogiche hanno un'uscita analogica che si connette ad uno degli ingressi dell'amplificatore. Quelle attualmente in uso sono 1) lettore CD, 2) lettore di dischi multiformato (CD, DVD, Blu-Ray, memorie RAM), 3) giradischi analogico, pressochè cadute in disuso in precedenza potevano essere anche: piastra a cassette, lettore di Mini Disc, sintonizzatore stereo radio FM, lettore-registratore a bobine. Le sorgenti digitali si collegano all'amplificatore tramite un DAC (Digital to Analog Converter) e possono essere qualsiasi device in grado di acquisire, selezionare e riprodurre musica in formato digitale (PC, smartphone, tablet) anche chiamata musica liquida. In alternativa esistono componenti specializzati per la musica lquida chiamati Network audio player.

L'impianto può essere anche composto in modo diverso?
Sì. Il rapido passaggio al digitale e alle connessioni wireless consente di organizzare un impianto che ancora può definirsi Hi-Fi anche diversamente dalla articolazione tradizionale. Le combinazioni possibili sono molte le più adottate sono basate su due casse attive (comprendenti l'amplificatore e spesso anche il DAC) oppure su un componente unico, chiamato di solit wireless speaker, che riproduce il suono in stereo (seppur in scala ridotta) con un unico box.

 

Comprare l'impianto Hi-Fi

 
Ortofon SPU85

I coordinati Hi-Fi sono alta fedeltà?
No. Anche se i componenti sono più o meno gli stessi e possono avvicinarsi in alcuni parametri e produrre un ascolto piacevole in alcuni modelli, non consentono una riproduzione che possa avvicinarsi ad un evento dal vivo, soprattutto per la impossibilità di raggiungere una adeguata dinamica.

L'alta fedeltà costa un sacco di soldi?
No. Il costo sale in modo asintotico solo se si vogliono raggiungere i livelli più alti in alcuni parametri (soprattutto dinamica e riproduzione delle frequenze basse). Un investimento da 1500 € circa già consente di ascoltare in alta fedeltà un concerto acustico e con buona approssimazione musica sinfonica o un concerto rock.

Quanto costa un impianto base?
Un classico impianto formato da lettore CD, amplificatore e casse con componenti delle marche più consolidate nel rapporto qualità prezzo (Rotel, NAD, Arcam, Bowers & Wilkins o B&W, KEF) continua a costare, ricorrendo ai modelli "entry level" tra 1000 e 1500 €. La evoluzione degli ultimi anni, dal 2005 in poi, con la produzione in Cina a costi sempre più bassi, l'alternativa dell'amplificazione in classe D e soprattutto il passaggio alla musica liquida e l'integrazione progressiva con il mondo dei PC possono ridurre di molto il gradino d'ingresso per un impianto con caratteristiche hi-fi, fino anche all'intorno dei 500€, quindi al costo di uno smartphone di buona qualità. Per seguire l'evoluzione della tecnologia e le nuove opportunità consigliamo di seguire il nostro blog.

E fino a quanto può costare un impianto Hi-Fi?
Lasciamo perdere.

Thiel CS2.3Qual è il componente che costa di più ed è più difficile da mettere a punto?
La casa. Per una corretta riproduzione è necessario avere un ambiente di almeno 20 mq, con spazio libero davanti alle casse, e la possibilità di posizionare le stesse casse come minimo ad un metro o poco meno dalle pareti laterali e posteriori. È evidente che non sempre questo è possibile. In questo caso si potrà comunque intervenire in vari modi ed ottenere comunque una riproduzione piacevole, anche se non ottimale. (Vedi: la installazione dell'impianto hi-fi)

Tra gli altri componenti qual è il più critico?
Praticamente tutti allo stesso modo. Il lettore CD o in generale la sorgente deve fornire un segnale al resto dell'impianto, se è carente in alcuni parametri i componenti a valle non potranno migliorarlo, ma solo introdurre altre alterazioni, l'amplificatore deve svolgere molti compiti complessi e deve tipicamente ricorrere a soluzioni di compromesso tra molte esigenze, le casse hanno il compito più difficile e sono (almeno fino a livelli di prezzo molto elevati) il componente meno lineare, cioè quello che introduce più alterazioni (e per il quale si possono sentire maggiori differenze tra vari modelli).

I componenti invecchiano?
Il lettore CD e in generale tutti i componenti per l'audio digitale sono interessati da continue evoluzioni tecnologiche, quindi tendono ad "invecchiare" e non sono molto commerciabili, se non per modelli di fascia alta, le casse acustiche hanno una evoluzione tecnologica più lenta e, se di marca conosciuta, mantengono abbastanza bene nel tempo il loro valore, l'amplificatore si pone in una via di mezzo.

Perchè i componenti di un impianto sono spesso di marche diverse? Gli impianti mono-marca sono inferiori?
Esistono alcune marche di alto livello che sono specializzate in specifici componenti, e non tutte le marche producono tutti i tipi di componenti. In particolare esiste una divisione abbastanza netta tra ditte specializzate nella produzione di diffusori e ditte specializzate nella produzione di elettroniche. Alcune ditte di elettroniche hanno anche la loro gamma di diffusori, ma ben poche tra le ditte specializzate in diffusori hanno la loro linea di elettroniche.
McIntosh 240Quindi è abbastanza comune che diffusori ed elettroniche siano alla fine di marche diverse. La maggior parte delle ditte di elettroniche, le eccezioni sono poche e nell'alto e altissimo di gamma, producono sia sorgenti (lettori CD) sia amplificatori, integrati o a due telai. Non esiste un motivo perché le elettroniche (lettore CD e amplificatore) siano di marche diverse. Anzi, proprio perché progettate e messe a punto da un solo fornitore, l'interfaccia dovrebbe essere ottimizzata e il risultato di qualità garantita.
Ciononostante nella maggior parte dei casi gli appassionati preferiscono "mischiare" i componenti, magari anche per dare l'idea di un impianto più attentamente ponderato e valutato, non da neofita. Per chi vuol andare dritto ad un risultato soddisfacente accoppiare elettroniche dello stesso (valido) produttore può rappresentare una buona soluzione.

Esiste un mercato dell'usato?
Sì ed è un'alternativa interessante. Per i motivi menzionati sopra è fiorente per componenti di fascia alta o media, ed è maggiormente diffuso per componenti meno tecnologici (casse, giradischi tradizionali). Si trovano occasioni nei negozi specializzati, dove spesso sono in vendita a prezzo scontato anche componenti "demo" (che sono stati utilizzati in negozio o in fiere e mostre), negli annunci delle riviste specializzate, e anche sui canali internet come eBay. In quest'ultimo caso occorre prestare attenzione ai costi di trasporto, che possono superare i costi di acquisto.

Bisogna essere esperti per comprare componenti usati?
Ovviamente sì. Come per qualsiasi altro genere commerciale.

NAD 3120Perché in molti amplificatori Hi-Fi sono spariti i controlli di tono? Cosa hanno fatto di male?
Una delle principali marche di Hi-Fi, la NAD, ha proposto diversi anni fa (nel 1978) un amplificatore essenziale, il fortunato modello 3120 (a destra), versione "audiofila" dell'ancora più fortunato 3020, campione nel rapporto qualità prezzo e nella capacità di pilotare le casse e assoluta mosca bianca nello scadente panorama dei modelli anni '70; nel 3120, come già in alcuni amplificatori di alta classe e semi-artigianali dell'epoca, erano eliminati tutti gli elementi superflui, tra cui i controlli di tono, per arrivare al miglior rapporto qualità - prezzo possibile.
Questa soluzione è diventata la più diffusa nell'alta fedeltà di pregio. In particolare i controlli di tono (bassi e acuti, a volte medi, e il loudness, correttore per l'ascolto a bassi volumi) sono circuiti molto critici e, anche se ben realizzati, introducono alterazioni al messaggio musicale. Ancora di più ne introducono se realizzati in economia, come avveniva in buona parte dei componenti degli anni '70. D'altra parte un impianto ben assemblato e ben installato (e un disco ben registrato) non ne hanno bisogno, da qui la scelta minimalista della maggioranza dei produttori attuali. Se sono comunque presenti (è frequente con modelli anche di buona qualità prodotti in oriente, perché il costo dei circuiti commerciali è marginale e molti utenti comunque continuano a richiederli) è meglio lasciarli sempre disinseriti (in posizione flat).

Marantz Receivers

Cos'è l'hi-end? E la Hi-Fi esoterica?
Sono denominazioni di marketing inventate negli anni '80 - '90 per differenziare i prodotti dai componenti alta fedeltà di produzione industriale, che peraltro avevano subito negli anni '70 un continuo calo di qualità (in parallelo alla diffusione di massa). In genere sono componenti prodotti da piccole case specializzate, a volte artigianali, spesso, ma non sempre, di costo elevato e basati su tecnologie originali e a volte apparentemente bizzarre. Attualmente si preferisce parlare di "vera alta fedeltà" e la terminologia citata, con annessi negozi esclusivi, è sostanzialmente tramontata.

È vero che i cavi sono molto importanti?
Sono importanti ma fondamentali. Chiunque può verificare la differenza, non eclatante ma avvertibile già con impianti di medio livello, per esempio di un cavo di potenza (quello delle casse) rispetto ad un altro. Tutto è ovviamente proporzionato alla qualità dell'impianto, maggiore è la qualità maggiore è la sensibilità a componenti accessori come i cavi. E' consigliabile quindi sempre utilizzare cavi di qualità e per uso audio, mantenendo naturalmente una proporzione con il livello e il costo dei componenti da interfacciare.

Esistono altri accessori importanti?
L'impianto può essere migliorato per mezzo di altri accessori (per esempio piedini speciali) o con interventi sui componenti (tweaking) ampiamente illustrati sui siti e sulle riviste citate. A differenza dei cavi non sono però indispensabili per la prima installazione dell'impianto e si possono effettuare in un secondo tempo, se si vuole puntare a un affinamento per gradi dell'impianto.

Copland CTA-405Un mio amico appassionato di Hi-Fi cambia continuamente componenti, dovrò fare così anche io?
No, molti appassionati sono più interessati all'impianto (il mezzo) che alla musica (il fine). Chi vuole semplicemente ascoltare bene la musica una volta messo assieme un impianto che lo soddisfa non ha alcuna necessità di cambiarlo, anche se naturalmente potrà pianificare dei miglioramenti nel tempo. I componenti in quanto tali non subiscono in una particolare usura nel tempo (con la eccezione delle puntine per i fonorivelatori, o testine, per il vinile) né, solitamente, una obsolescenza tecnologica marcata, anche se naturalmente le case produttrici propongono frequentemente nuove tecnologie e nuovi modelli, e la comprova è la considerazione che mantengono un grande valore sul mercato componenti "vintage" degli anni '50 o '60.

Come mai esistono così tante marche e modelli?
L'alta fedeltà è un mercato maturo ma, a differenza di altri e in deroga delle classiche leggi economiche, non ha ancora visto una concentrazione delle marche attraverso fusioni o espulsioni dal mercato. Il motivo probabile è che la produzione di componenti Hi-Fi richiede un investimento iniziale relativamente basso ed utilizza una tecnologia accessibile. Di conseguenza si è consolidato negli anni un mercato a due strati, nel primo dei quali, orientato al pubblico di massa, si collocano pochi grandi produttori, quasi tutti orientali o con fabbriche in estremo oriente, che controllano la gran parte del mercato della elettronica (il cosiddetto "nero"), tra cui si colloca la riproduzione della musica, tra cui si colloca l'Hi-Fi (le marche sono quelle note: Sony, Philips, Yamaha, Matsushita-Technics, Pioneer, Denon, Marantz, ecc.), mentre nel secondo, orientato agli appassionati di Hi-Fi, si collocano una miriade di case specializzate, che vanno da una dimensione industriale (come quelle citate in precedenza) fino ad una dimensione veramente artigianale.
Kef 104-H63Il risultato è il continuo avvicendarsi di marche e la necessità per i negozi del settore di selezionare fortemente i marchi da trattare.

In cosa consiste la potenza delle casse? Cosa succede ad utilizzare casse poco "potenti" con amplificatori potenti?
La potenza indicata per i sistemi di altoparlanti è una misura che veniva usata un tempo (ora è praticamente in disuso) per indicare la massima potenza accettata in ingresso prima che la cassa distorca il suono, ed eventualmente si danneggi. Non ci si arriva mai, a meno che la donna delle pulizie abbia spolverato l'amplificatore lasciando la manopola del volume al massimo, e poi si accende distrattamente l'impianto. Non ci si arriva mai perché molto prima di questo limite sentiamo una distorsione e un frastuono insopportabile, e quindi non alziamo oltre il volume.
Usare un amplificatore molto potente con casse che non accettano una grande potenza non è quindi un problema, semplicemente l'amplificatore userà solo parte della sua potenza, e quindi lavorerà meglio.
Le casse "poco potenti" possono poi esserlo per due motivi: sono molto efficienti (quindi richiedono pochi watt in ingresso) oppure hanno altoparlanti non di prima qualità, non "robusti". Nel secondo caso l'accoppiamento con un amplificatore molto potente, quindi presumibilmente costoso, rappresenta soltanto una combinazione non coerente. In generale si tratta di un parametro del tutto marginale nella scelta delle casse.

Unison Research ReferenceÈ vero che i migliori amplificatori sono a valvole?
Per quanto possa sembrare strano le valvole termoioniche, primi componenti elettronici, messi in produzione a livello industriale negli anni '20 del XX secolo, e antenati dei transistor e dei circuiti integrati, hanno caratteristiche che le rendono più adatte di questi ultimi per la realizzazione di amplificatori di qualità elevata. Per contro hanno altre caratteristiche che rendono il loro utilizzo più critico, e lo restringono ad una soglia di prezzo abbastanza elevata (1500 - 2000 € per un amplificatore integrato). Il mercato Hi-Fi propone molti modelli di amplificatori a valvole, e le marche e i modelli considerati da molti esperti i migliori in assoluto sono a valvole. Nell'intorno della soglia indicata sono in genere più competitivi e versatili gli amplificatori a transistor, anche se amplificatori a valvole o ibridi (valvole + transistor) sono una alternativa percorribile.

Ho sentito parlare di nuovi ampli ultra-economici e che suonano benissimo. Di cosa si tratta?
Si tratta di amplificatori in classe D, con tecnologia switching, proposti per primi dalla società Sonic Impact a metà degli anni 2000 con il nome T-Amp. Pur se non pensati per un uso alta fedeltà, ma come amplificatori per cuffia o per piccole sonorizzazioni, alcune riviste di alta fedeltà on-line, per prima la italiana TNT-Audio, hanno scoperto che la qualità sonora era inaspettatamente buona, in particolare la timbrica e la ricostruzione spaziale, superiore anche a molti amplificatori di gamma medio-alta. A un prezzo che, nel 2005 per il modello originale, era inferiore ai 50 €. Non mancavano e non mancano però le limitazioni, in primo luogo la potenza, limitata in origine a 6 W, e quindi adatta solo per sonorizzare ambienti di non grandi dimensioni e solo con casse ad alta efficienza, oltre che l'assoluta economicità della realizzazione del primo T-Amp, con la conseguente scarsa flessibilità ed operatività.
Nel corso degli anni sono stati prodotti, da diversi fornitori, altri modelli basati sulla stessa tecnologia ma più completi, di facile utilizzo e con potenza superiore (e ovviamente più costosi, ma sempre a livelli molto inferiori a quelli degli amplificatori tradizionali).
In sintesi, essendo la maggioranza dei diffusori moderni già ad alta efficienza e le dimensioni delle stanze d'ascolto da noi solitamente non troppo ampie, il T-Amp può essere una alternativa interessante per un primo impianto, e anche per dopo.
Non cercatelo però nei negozi o sulle riviste di alta fedeltà, per qualche motivo che non è dato sapere, non lo troverete. Potete invece fare riferimento alla già citata rivista on-line indipendente TNT-Audio, o cercare in rete, per le più recenti proposte in questa classe di apparecchi.

Come si sceglie un impianto?
La teoria dice che occorre: a) conoscere il vero suono degli strumenti, quindi ascoltare molti concerti, soprattutto di musica acustica non amplificata b) essere informati sui prodotti, attraverso la lettura delle riviste specializzate c) prendere appuntamento in negozi specializzati per ascoltare le diverse combinazioni individuate sulle riviste o proposte dal negoziante d) valutarle a confronto (prendendo appunti se gli ascolti avvengono in tempi diversi) con dischi noti e scegliere alla fine la più vicina ai propri gusti musicali e) chiedere una prova di ascolto anche a casa propria, per verificare l'impianto nelle condizioni operative reali f) se invece l'obiettivo è un miglioramento (upgrade) di un componente, chiedere al negozio di organizzare un ascolto a confronto del proprio componente da rimpiazzare (che si porterà da casa) con quello o quelli proposti, per verificare ovviamente se il miglioramento è udibile e gradito. In sintesi la scelta stessa diventa un vero e proprio hobby e richiede un bel po' di tempo. (Per saperne di più: La scelta dell'impianto)

Audio Analogue Maestro SettantaCome si fa ad arrivare in tempi brevi alla scelta di un impianto?
La strada più comoda è affidarsi ad un negozio specializzato, la possibile diffidenza è in questo caso mitigata dal fatto che l'acquisizione di un nuovo cliente, con possibili espansioni e migliorie successive, vale più della possibilità di rifilare una fregatura al cliente "mordi e fuggi". Occorre soltanto alzare qualche "paletto": a) scegliere un vero negozio di Hi-Fi, noto e dalla lunga storia; b) sceglierlo possibilmente nella propria città, per poterci tornare agevolmente; c) accettare solo prodotti nuovi e di marche note (per evitare che vengano proposti componenti poco commerciabili e senza manutenzione in seguito). Il negoziante proporrà un impianto in base alle sue idee di Hi-Fi e alle marche presenti in negozio (ovviamente) ma anche in base ai gusti e alle esigenze del cliente, se questi sarà preciso ed esauriente nel rappresentarle. Eventualmente potrà anche fornire assistenza nella installazione dell'impianto a casa, evitando ogni mal di testa a chi vuole andare subito al risultato.

Per cercare di aiutare i neofiti in questa operazione abbiamo pubblicato anche un Guida alla scelta del primo impianto e alla gestione della sessione d'ascolto, che consigliamo di leggere.

Come verificare se il prezzo offerto è corretto?
Le principali riviste propongono a cadenza annuale un annuario con la descrizione di tutti i componenti Hi-Fi e relativi prezzi. Su Internet, inoltre, la maggior parte dei distributori presenta ormai i prezzi standard praticati nei negozi e spesso anche on-line.

Audio Note OngakuConviene affidarsi ad un amico esperto per la scelta dell'impianto?
Non c'è niente di più divertente per un appassionato di Hi-Fi che comprare un impianto con i soldi di un altro. Quindi lo troverete ben disposto. Teoricamente è più neutrale e disinteressato di un negoziante, non è detto che sia più esperto, non è detto che il risultato sia migliore. In ogni caso verificate che impianto ha, e se lo ha (esistono anche appassionati ed esperti che leggono solo le riviste e hanno impianti virtuali) e chiedete di sentirlo coi vostri dischi per vedere se i suoi gusti musicali convergono con i vostri. Tenete conto che se qualcosa non va nelle scelte dal negoziante si può tornare (e protestare) perché non abbiamo nessun legame affettivo con lui, mentre dall'amico, dipende.

Anche la cuffia è un componente critico?
L'ascolto con una buona cuffia consente di raggiungere agevolmente quasi tutti i parametri Hi-Fi, tranne ovviamente una localizzazione spaziale pienamente realistica. Le cuffie Hi-Fi sono di due tipi, elettrostatiche e dinamiche. Le prime garantiscono prestazioni eccellenti, superiori praticamente a tutte le casse acustiche, sono prodotte quasi da una sola casa (Stax) e hanno prezzi elevati, che partono dagli 800 € circa. Molte case propongono invece cuffie dinamiche (Grado, la più quotata tra gli appassionati, oppure Sennheiser, AKG, Koss e altre), i costi sono inferiori, ma per una qualità ottimale è necessario prevedere un amplificatore specializzato per cuffia (anche perché spesso gli amplificatori Hi-Fi sono privi della relativa uscita) e il costo complessivo può avvicinarsi a quello di una cuffia elettrostatica.
Investire in una cuffia elettrostatica è quindi consigliabile, anche per avere un termine di riferimento quasi assoluto per la valutazione dei vari componenti dell'impianto.

Si può inserire un PC nell'impianto alta fedeltà?
Sì, bisogna però ricorrere ad un convertitore digitale-analogico (DAC) esterno per poter arrivare al livello di qualità che si può considerare Hi-Fi. Per un approfondimento sulle alternative disponibili per la connessione di un PC rimandiamo ad una specifica FAQ per la musica liquida, e consigliamo anche di consultare periodicamente il blog di M&M, dove abbiamo dedicato una serie di articoli all'argomento, consultabili da questo indice.

Non sarebbe conveniente realizzare un impianto unico per la musica e la TV (Home Theater)?
Un impianto Home Theater (HT), tipicamente a 5+1 canali (1 canale anteriore centrale, 2 laterali anteriori, 2 laterali, 1 sub-woofer) può funzionare come impianto stereo usando i soli 2 laterali anteriori. Le cose però non sono così semplici, perché l'audio per il cinema ha scopi e vincoli diversi da quelli richiesti per la musica. E' preponderante la intelligibilità e la presenza del parlato e la efficacia degli effetti speciali, esplosioni, aerei in decollo, elicotteri in arrivo, incidenti di auto e così via. Un impianto per entrambi gli usi sarà quindi necessariamente una soluzione di compromesso, e come tutte le soluzioni di compromesso sarà accettabile solo da una certa soglia di investimento in su. Tagliando fuori gli HT compatti, 2+1 o soundbar e simili incluso i più quotati Bose e analoghi.

Cos'è l'audio multicanale?
A differenza che nella stereofonia, per la ricostruzione spaziale dell'immagine nella tecnologia multicanale, come suggerisce il nome stesso, vengono usati più di due canali, ed in particolare canali posteriori per restituire i suoni riflessi (ambienza) registrati nell'evento sonoro originale. In questo modo si raggiunge un realismo nella riproduzione superiore a quello possibile con la stereofonia. A prezzo ovviamente di una maggiore complessità e costo dell'impianto. La tecnologia multicanale dopo un tentativo di poco seguito nei primi anni '70 per la musica (quadrifonia) è stata rilanciata in campo cinematografico dove si è rapidamente diffusa ed è stata poi portata anche in ambito casalingo con gli impianti Home-Theater (HT), anche chiamati Home-Cinema, citati in precedenza. Può essere usata ovviamente anche per l'ascolto in solo audio, approntando un set di registrazione che fa ricorso ai 5 canali disponibili per raccogliere anche i suoni riflessi e riprodurre per mezzo di essi l'evento sonoro nel nostro ambiente di ascolto in modo più realistico. L'industria della musica ha tentato di proporre il multicanale audio a partire dal 2000-2001 con nuovi supporti (perché il CD è limitato a due canali) chiamati SACD e DVD-Audio (erano in concorrenza tra loro). Anche l'industria dell'hardware ha iniziato a proporre timidamente modelli specializzati per l'audio multicanale. Ma il tentativo, vuoi per la inutile competizione su un mercato già in riduzione, vuoi per insufficiente promozione, non è mai decollato a livello di massa. Ciononostante si è comunque sviluppata nel tempo una produzione di titoli in multicanale per il settore classico, da parte di piccole etichette indipendenti, distribuito sul formato SACD (quindi anche in alta definizione) o con digital download da siti specializzati.
Assolutamente da sconsigliare comunque impelagarsi come primo impianto in un audio multicanale, con costi e complessità di installazione molto più elevati rispetto a quelli comunque non ridottissimi richiesti per la stereofonia.  Musica & Memoria per questi motivi supporta la campagna per la "vera Hi-Fi" lanciata da TNT-Audio ("We support Real Stereo").
Per saperne di più: FAQ sull'audio multicanale

 

I canali e i supporti per la distribuzione della musica

 
Thorens TD-2010

Quali sono i canali per la distribuzione della musica oggi?
Da diversi anni con lo sviluppo e la diffusione capillare della rete Internet al canale di distribuzione tradizionale basato su supporti fisici (LP e CD) venduti in negozi specializzati o negozi online con spedizione via posta si è affiancata la distribuzione su supporti digitali immateriali (file audio) che possono essere scaricati e acquistati via rete e archiviati su una memoria fisica dell'acquirente (digital download o "musica liquida") oppure scaricati per il tempo necessario all'ascolto (streaming).
La composizione dell'impianto nei tre casi non è la medesima, in particolare per la sorgente, queste FAQ sono indirizzate solo agli impianti dedicati ai supporti fisici.
Per le informazioni relative alla musica su supporto musicale è possibile consultare le FAQ sulla Musica liquida e sullo Streaming.

Quali sono i formati fisici con i quali è commercializzata la musica?
Relativamente ai supporti fisici, al momento dell'ultima revisione di queste FAQ le nuove uscite sono disponibili in formato CD, SACD, LP su vinile e in formato DVD o Blu Ray per i video musicali. La produzione di SACD, da parte di piccole case discografiche specializzate, è limitata solo alla musica classica.

E' vero che i classici LP suonano meglio dei CD?
È vero che un LP ben inciso e suonato da un giradischi, con complementi (testina, braccio, preamplificatore phono) di buona qualità e correttamente messo a punto, si colloca agli stessi livelli di qualità sonora di un CD e, secondo molti esperti, anche ad un livello superiore in molti parametri.

Esistono delle motivazioni tecniche che giustificano la superiorità del suono analogico?
I principali limiti del CD sono: (a) distorsione di quantizzazione, (b) la risoluzione a bassi livelli, (c) la distorsione in trasferimento dati (jitter), oltre naturalmente alla precisione dei convertitori (d). I punti (c) e (d) sono risolti dai moderni lettori e convertitori, i punti (a) e (b) sono invece intrinseci allo standard CD. In particolare, la distorsione di quantizzazione deriva dalla quantità dei campioni (44.1KHz) e dall'ampiezza del campione (16 bit), la risoluzione a bassi livelli deriva dallo standard PCM utilizzato, che prevede un "accorciamento" del campione al diminuire del volume di registrazione: a -20dB i livelli disponibili passano da 65536 (il massimo pari a 2 alla 16, corrispondente del livello pieno, ovvero 0dB) a 6554, a -40dB ne rimangono 655, a -60dB 65, con una approssimazione del segnale originale (ovvero distorsione di quantizzazione) sempre più marcata. Questi difetti non sono presenti nel vecchio standard LP, che però aveva un rumore di fondo dell'ordine di  -60dB rispetto al valore di picco, e quindi comunque non consentiva una precisione adeguata a livelli estremamente bassi.
I nuovi standard digitali ad alta definizione adottano una parola a 24 bit, con una riserva di livelli di campionamento elevatissima, anche con attenuazioni di 60dB ed oltre, e quindi consentono di superare agevolmente questo problema.

Technics SL-1200Quindi è consigliabile inserire nell'impianto un giradischi?
Se avete ancora una collezione di LP sicuramente sì. Esistono giradischi di produzione moderna relativamente economici (Pro-Ject o Rega per esempio) attraverso i quali l'ascolto dei vecchi LP sarà una piacevole riscoperta. Se invece non avete LP e siete appassionati di musica il problema (o la opportunità) non si pone, in quanto solo una minima parte delle nuove uscite discografiche (e di quelle degli ultimi 20 anni) sono disponibili in LP. Rimane quindi solo un simpatico hobby per collezionisti e appassionati di Hi-Fi, chi lo vorrà intraprendere lo troverà comunque molto divertente ed appagante.
Per saperne di più:
Mini guida alla scoperta del vinile

Il CD è superato?
Lo standard "compact disc" è stato messo a punto ad inizio degli anni '80 e quindi ha superato i 30 anni di vita che, nel settore digitale, sono un'era tecnologica. Basti confrontare le prestazioni dei computer del periodo o quelli dei primi telefonini, di 5-10 anni dopo, con quelli attuali.
In particolare lo standard soffriva all'origine di limiti legati alla potenza dei microprocessori dell'epoca, e da questo fatto nascono i limiti tecnologici riassunti brevemente in una precedente risposta. Progettato con una tecnologia di oggi avrebbe un livello di qualità di uno-due ordini di grandezza superiore.

Allora e' in vista un successore del CD?
Ci hanno provato. Ci hanno provato le due grandi compagnie che hanno inventato il CD, Sony e Philips, e ci hanno provato i loro concorrenti giapponesi, capitanati dalla Matsushita. Sin dal 1999 hanno iniziato a proporre un successore del CD. Che però erano due, il SACD (dei primi due) e il DVD-Audio (per gli altri), e questo è stato il primo problema per l'affermazione del nuovo standard. Altri problemi sia di marketing sia di accordi con le case discografiche si sono succeduti negli anni, con il risultato che nessuno dei due "successori del CD", pur se teoricamente in grado entrambi di superare i limiti del CD, e di supportare anche l'audio multicanale, ha mai raggiunto una presenza sul mercato appena significativa e l'uscita di nuovi titoli si è praticamente fermata a fine decennio, tranne che nel settore della musica classica per il SACD (ma solo grazie ad alcune etichette indipendenti) mentre il DVD-Audio è stato abbandonato.
In parallelo, l'espansione capillare della rete ha reso la distribuzione e diffusione sul web il canale di gran lunga principale per il consumo della musica, e di conseguenza non ci sarà un successore del CD come supporto fisico universale.
Per conoscere tutta la storia dei mancati successori del CD: I nuovi standard nell'audio e nel video

Audio Analogue Paganini 192/24Quindi in sintesi conviene ancora comprare un lettore CD?
Un lettore CD è un acquisto da valutare ormai con grande attenzione, soprattutto se richiede un investimento elevato. D'altra parte, in mancanza di una evoluzione degli standard i produttori hanno continuato a sviluppare e affinare la tecnologia dei lettori CD, individuando progressivamente i punti deboli del sistema e migliorandoli, e raggiungendo una qualità di ascolto sempre migliore. Inoltre, le case discografiche continuano a pubblicare nuovi titoli in prevalenza su CD. Chi ha una ampia libreria musicale su CD può quindi continuare ad investire su questo standard. Chi è interessato già ora ad utilizzare le migliori tecnologie disponibili, soprattutto se è un appassionato di musica classica, è opportuno che valuti anche l'alternativa rappresentata da un lettore multiformato o dal passaggio alla musica liquida.

Un lettore multiformato può essere una alternativa valida?
Sì, ma solo per chi non decide di adottare solo la musica liquida ed è ancora interessato ai supporti fisici digitali, nuovi o usati. Un moderno lettore multiformato è in grado di accettare CD, SACD, DVD e Blu-Ray in tutti i vari sotto-formati e memorie PC di vari formati (scheda, pen-drive, disco esterno) grazie a uno o più ingressi USB, e di supportare la maggior parte dei sistemi di compressione "lossless", garantendo una grande flessibilità operativa, molto utile per chi non usa solo i CD come sorgente di musica. Gli attuali lettori multiformato Hi-Fi non sono altro che lettori per Blu-Ray Disc (BD) usati come funzione principale per l'ascolto della musica, avendo di default la possibilità di leggere tutti i formati, prodotti dalle case principali del settore. I modelli di fascia alta (di prezzo comparabile a un buon lettore CD) hanno caratteristiche e prestazioni audio pienamente Hi-Fi.

La soluzione con DAC separato che vantaggi promette?
Anche nel campo dei lettori CD alcuni costruttori hanno proposto all'inizio modelli in due telai, con il sistema di lettura separato dal DAC (convertitore digitale analogico - digtal to analog converter). Questa soluzione comportava un incremento dei problemi di non perfetta sincronia tra la estrazione dei dati dal disco e la decodifica (jitter) e non dava un comprensibile vantaggio rispetto ad una soluzione integrata, anche perché di solito erano accoppiati due telai dello stesso produttore. E' rimasta quindi confinata ad alcuni prodotti di fascia molto alta, senza però che ci fosse una qualche effettiva e conclamata superiorità rispetto ai sistemi di lettura integrati. I DAC sono tornati di attualità con la diffusione della musica liquida via PC (vedi FAQ) e con la messa a punto di più efficaci sistemi anti-jitter. E' quindi un settore in espansione, con la proposta di sempre nuovi modelli di DAC, spesso da parte di piccole case specializzate, e sempre più spesso dotati anche (o solo) di ingressi per PC (USB).
Operativamente, se il lettore CD o il lettore multiformato sono dotati di uscita digitale (ottica o coassiale) possono essere collegati a un DAC più aggiornato e di più elevate prestazioni.

La differenza del CD con i nuovi formati ad alta definizione si sente veramente?
Sì. Non potrebbe essere altrimenti, i nuovi formati (PCM a 24 bit e 96KHz o 192KHz, o DSD a vari livelli di risoluzione) contengono molte più informazioni sul messaggio musicale originale e quindi, se l'impianto è adeguato, non possono che fornire risultati più completi e fedeli (leggi qui per una mini-prova a confronto). La differenza però non si sente o si sente con grande difficoltà su impianti non ad alta definizione, coordinati hi-fi e simili. Per saperne di più: FAQ sull'alta definizione per la musica.

Dove si riesce a trovare questa musica in alta definizione?
La musica liquida in alta definizione è distribuita da molti portali specializzati, per saperne di più consultare la FAQ dedicata e consultare periodicamente il nostro blog.
Per quanto riguarda i supporti fisici nei non molti negozi tuttora attivi è raro che sia presente un settore a parte per i SACD di classica, se ci sono sono mischiati con i CD. L'unico canale effettivo quindi è la vendita online con spedizione per posta sui portali specializzati come eClassical o sui portali delle case discografiche che li producono.

B&O Beogram 4002Ma potrebbe essere il vecchio LP l'alternativa al CD?
Una alternativa totale sicuramente no, perché difficilmente sarà mai pubblicato su LP un numero di titoli anche lontanamente paragonabile a quello delle uscite su CD. Ma può essere una alternativa parziale, dipende sempre da cosa si cerca nell'ascolto e nella pratica della musica.

L'algoritmo di compressione MP3 è alta fedeltà? *
No. Si tratta, come noto, di un sistema per la compressione del segnale musicale, allo scopo di archiviarlo e soprattutto trasmetterlo via internet in modo più agevole. Non é una compressione "senza perdita" (come il popolare Winzip usato in informatica), nel senso che dopo la decompressione non viene recuperato il contenuto originale in qualità CD. Viene invece usato un sistema di eliminazione dei contenuti meno facilmente ascoltabili, secondo criteri di psico-acustica.
Tra questi contenuti vi sono però alcune informazioni usate dall'orecchio umano (e dall'impianto Hi-Fi) per ricostruire nella sua interezza il segnale originale. In sintesi a livelli di compressione medi (5 a 1, 256K), avendo l'accortezza di utilizzare il variable bitrate, il segnale è abbastanza vicino ai criteri di alta fedeltà (anche se fatalmente si perde qualcosa), a livelli di compressione superiori (fino a 11:1, 128K) rimane la possibilità di un ascolto piacevole, ma che non si può considerare Hi-Fi, al di sotto la qualità diventa apprezzabilmente inferiore anche per ascoltatori inesperti. La differenza è anche fortemente dipendente dalla fruizione (in auto o in mobilità, in cuffia, anziché a casa) e dal segnale musicale originale, per esempio con la musica pop, suoni sintetizzati e strumenti amplificati la differenza è meno sensibile, mentre è più marcata con la musica classica e acustica in genere.

Gli altri algoritmi di compressione sono invece superiori all'MP3?
Sono in genere basati sullo stesso principio, possono essere superiori perché più recenti e frutto di studi ulteriori, ma prevedono comunque una perdita del segnale originale. Si tratta dei sistemi ATRAC e ATRAC-Plus (Sony), AAC (Apple), WMA (Microsoft), Ogg Vorbis (usato da Spotify) che dichiarano una efficienza più o meno doppia rispetto al popolare MP3, ma prevedono all'interno (quelli Apple e Microsoft) vari sistemi per il controllo delle copie e quindi introducono limitazioni alla flessibilità operativa. Esistono però anche formati che consentono la compressione senza perdita, come lo standard MLP (Meridian Lossless Packing), sviluppato dalla azienda omonima per il DVD-Audio multicanale (ma con una efficienza inferiore) e soprattutto il più recente formato FLAC (Free Lossless Audio Codec) con efficienza superiore e in grado di supportare anche i formati audio ad alta definizione, sino al 24/192, e il multicanale. Anche Apple e Microsoft hanno reso disponibili sistemi di compressione lossless: ALAC e WMA Lossless rispettivamente.

 

I limiti dell'alta defeltà

 
Shure KSM-27-SL

E' vero che su un buon impianto si può ascoltare la musica meglio che dal vivo?
Per quanto possa apparire paradossale, in molti casi è vero. Un piccolo gruppo acustico, un pianoforte a coda o un coro si ascoltano meglio dal vivo, a patto che la acustica della sala sia corretta, il rumore di fondo ridotto e il punto di ascolto non sia penalizzante (in fondo alla sala, molto a lato, ecc.). Ma nel caso di musica amplificata o di una grande sala con acustica non corretta l'ascolto di una buona registrazione con l'impianto potrebbe consentire di apprezzare più particolari che durante l'evento dal vivo. Solitamente in un concerto gli strumenti sono amplificati e la catena di amplificazione (mixer, amplificatori, casse) pur se professionale, dovendo conciliare molti compromessi (in particolare la necessità di una grande efficienza per sonorizzare grandi spazi) ha una qualità inferiore a quella dei componenti hi-fi per casa. Il posizionamento delle casse è altrettanto critico, può capitare di sentire la voce del cantante provenire da altoparlanti posizionati a grande altezza sul palco, per arrivare sino in fondo alla sala o all'arena all'aperto, con un effetto innaturale per chi si trova nelle prime file, o sperimentare altre sorgenti di suono alterate. Un tipico strumento che si sente meglio dall'impianto è il contrabbasso, quando utilizzato come basso acustico, come avviene tipicamente nei gruppi jazz. Il contrabbasso ha per sua natura un volume di suono inferiore a quello degli altri strumenti jazz (sax in primis) e quindi deve essere amplificato, se gli ascoltatori vogliono percepirlo ad una distanza superiore a 10-15 metri, rendendo impossibile l'ascolto puramente acustico, che quindi rimane praticabile solo su un impianto Hi-Fi.

E' possibile ascoltare in alta fedeltà in auto?
La cronica mancanza di tempo libero da dedicare in casa all'ascolto rilassato e riflessivo della musica e, per converso, il molto tempo che chi lavora solitamente passa in auto in spostamenti vari, induce, come logica conseguenza, il desiderio di ascoltare la musica in auto, con impianti car stereo di qualità. Ma è un ascolto Hi-Fi? Soltanto in parte. Per prima cosa i punti di ascolto sono sui lati, e di conseguenza l'effetto stereo è fortemente falsato. Esistono sintolettori di alto livello che consentono di riportare virtualmente l'immagine al centro per il guidatore (con una linea di ritardo su uno dei due canali), ma ovviamente il punto di ascolto del passeggero viene così penalizzato. Il volume interno dell'auto, anche se grande (un monovolume, ad esempio) è di molto inferiore ad una stanza. Questo può essere un vantaggio per l'ascolto delle basse frequenze, che possono essere riprodotte a volume adeguato per mezzo di componenti speciali (subwoofer) anche non particolarmente complessi e costosi. Ma è invece un limite per la ricostruzione della scena e per le alterazioni del suono, essendo l'ambiente relativamente piccolo e "pieno" (sedili, poggiatesta, gli stessi passeggeri, ecc.). 

La gamma dinamica
Alpine D105RL'elemento più problematico è comunque il rumore di fondo. Anche un'auto particolarmente silenziosa (quindi una berlina alto di gamma) ha un rumore interno molto superiore a quello di una normale stanza di abitazione. Un'auto media o sportiva può avere, in velocità, una soglia di rumore anche superiore a 70dB. Questo comporta una forte limitazione alla gamma dinamica ascoltabile in auto. Una grande orchestra classica ha una gamma dinamica che varia da pochi dB (pianissimo) a oltre 100dB (fortissimo) e in una sala da concerto si punta alla massima silenziosità proprio per preservarla per intero (per esempio al nuovo Auditorium di Roma le bocche dei condizionatori sono state posizionate sotto le sedie e conformate perché l'uscita dell'aria avvenga con la minima generazione di rumore possibile). Come si può intuire la gamma dinamica necessaria non è alla portata di una autovettura. Il problema è però inferiore con musica pop o jazz dove la gamma dinamica è molto più ristretta. In sintesi, se non si pretende di ascoltare al meglio una sinfonia di Mahler e si accettano gli inevitabili compromessi l'ascolto in auto può essere piacevole, e consente di apprezzare in modo sostanzialmente fedele la timbrica degli strumenti e della voce e le linee del basso, problematica, ai limiti dell'impossibile, la ricostruzione della scena sonora.

L'impegno economico
Per un buon impianto auto bisogna però investire cifre equivalenti, se non superiori, a quelle di un impianto da casa. Occorre sostituire l'impianto di serie (si può al limite mantenere il sintolettore), in particolare gli altoparlanti nelle portiere e possibilmente anche i cavi, aggiungere uno o due amplificatori (per canali anteriori e/o posteriori, quelli posteriori possono essere pilotati però, con qualche compromesso, dallo stesso sintolettore) e un subwoofer amplificato. Tutti questi componenti dovranno essere allocati dentro l'auto riducendo lo spazio interno (il subwoofer, in particolare, ospitabile soltanto nel bagagliaio a causa delle dimensioni rilevanti) e con un costo orientativo tra i 1000 e i 3000 € (per un impianto base). Gli impianti di serie non sono ovviamente tutti uguali, ed alcuni (Lexus, ad esempio) sono di alta qualità, ma comunque migliorabili con componenti specializzati (in particolar modo gli amplificatori sono il componente più critico e con la gamma di prezzi più ampia). Nella maggior parte dei casi per le auto moderne dovrà essere mantenuto il sintolettore originale (spesso unito con il sistema di navigazione satellitare, anche per ragioni di garanzia. In questo caso sarà necessario aggiungere un elaboratore digitale per l'acquisizione dell'output del sintolettore e la successiva connessione al nuovo impianto di diffusione.
Per saperne di più: impianti per auto in pratica (dal nostro blog)
 

Martin Logan SummitE' vero che i diffusori elettrostatici sono i migliori, e perché?
I pareri sul predominio assoluto sono discordanti, ma tutti concordano sulla eccellenza del suono delle elettrostatiche, vediamo perché. I diffusori (o "casse") sono i componenti chiamati al compito più critico in un impianto Hi-Fi. In stragrande maggioranza utilizzano altoparlanti di tipo dinamico, nei quali il movimento dell'aria è indotto da una superficie a forma di cono o di cupola, in materiale rigido e leggero (cartone trattato, vari tipi di plastica, alluminio o simili) a sua volta connesso ad una bobina mobile immersa in un campo magnetico. Il segnale musicale tradotto in segnale elettrico, applicato opportunamente al complesso magnete - bobina, guida questi spostamenti e riproduce così il suono (generando onde sonore - movimenti d'aria - in ambiente). L'altoparlante è montato in una "cassa", che può essere a sua volta costruita con vari sistemi di carico per le note basse (sospensione pneumatica: l'emissione posteriore viene assorbita dalla cassa, bass-reflex: l'emissione posteriore viene riutilizzata). L'altoparlante dinamico è una tecnologia che risale agli anni '20 e la definizione dei sistemi di carico (e degli altoparlanti specializzati per le frequenze alte: tweeter) attualmente utilizzati risale agli anni '50. Sempre agli anni '50 risale il sistema elettrostatico, nel quale una membrana di materiale plastico conduttore (mylar) è inserita tra due lamine metalliche traforate. In questo caso la tensione variabile è applicata alle due lamine che, in base ai principi dell'elettrostatica, producono spostamenti alla membrana che a sua volta sposta l'aria generando il suono.

Un sistema radicalmente diverso
Come si può capire dalla sintetica descrizione il sistema elettrostatico è superiore perché tutta la superficie della membrana che genera il suono è guidata dal suono stesso (trasformato in segnale elettrico), mentre negli altoparlanti dinamici il segnale opera solo su una parte di esso e la sua propagazione può generare distorsioni già nell'altoparlante stesso. Per contro però il sistema elettrostatico richiede superfici molto grandi per generare le basse frequenze ed è di costruzione più delicata, complessa e costosa e, dall'altro versante, i sistemi dinamici sono stati continuamente perfezionati negli anni risolvendo la maggior parte dei problemi di non linearità, e sono anche meno critici nei riguardi dell'amplificazione.

Il mercato e l'offerta
In sintesi il sistema elettrostatico risulta sicuramente superiore (anche se costoso) per la realizzazione delle cuffie (dove i problemi sono in scala) mentre è limitato ad impianti molto impegnativi se si vuole utilizzarlo per i diffusori. Soltanto poche case costruiscono diffusori elettrostatici puri (Quad, Audiostatic, Final, Audio Exklusiv, Sound Lab, le ultime due non risultano importate in Italia) più la Martin Logan (probabilmente quella che vende di più) che propone componenti ibridi (gamma bassa dinamica); sono tutti componenti costosi (da molte migliaia di euro), piuttosto ingombranti (tipicamente ben oltre il metro e mezzo di altezza), sono a dipolo (emissione anche posteriore) e richiedono quindi ambienti da oltre 25 mq con almeno 1-1,5 metri tra i diffusori e le pareti di fondo e molto spazio tra i diffusori e il punto d'ascolto, e amplificatori di elevato livello e costo proporzionale. Imponendo gli stessi vincoli e con costi comparabili si possono assemblare impianti eccellenti anche con casse dinamiche, anche se molti appassionati, soprattutto amanti di musica acustica, preferiscono i sistemi elettrostatici. Siamo però a livelli nei quali le preferenze individuali, e quindi le scelte soggettive, prevalgono.
(Aprile 2006)
 

JBL Studio LUn impianto di alta qualità deve comprendere per forza un subwoofer?
No. Il subwoofer è un componente specializzato per la riproduzione delle basse frequenze, originariamente introdotto per gli effetti cinematografici (surround) e poi diventato un componente standard negli impianti casalinghi home-theater. Nella riproduzione multicanale 5+1 (o 7+1) usata nel settore HT il "+1" è riferito proprio al canale per il subwoofer (o sub).
In campo musicale ben pochi strumenti (timpani, organo da chiesa) arrivano al limite inferiore ascoltabile o meglio percepibile dall'uomo (16-20 Hz) mentre molti altri strumenti hanno una emissione che inizia dai 40-50 Hz, limite fisico della maggior parte dei diffusori.
La riproduzione delle note basse è la più difficile da ottenere e richiede elevate potenze degli amplificatori, ampie dimensioni delle casse e degli altoparlanti e un attento studio delle interazioni con l'ambiente. Per questo motivo praticamente tutti i diffusori in commercio sono frutto di compromessi tecnici e in pratica si differenziano nel prezzo soprattutto per la risposta in gamma bassa.

Bower & Wilkins 800D

L'utilizzo di un componente specifico è apparso quindi a molti una soluzione, e alcune case specializzate (Velodyne, ProAC e altre) hanno proposto subwoofer progettati specificatamente per la musica (ma utilizzabili con ottimi risultati anche nel settore HT). Solitamente si tratta di sistemi attivi, dotati quindi di un proprio amplificatore interno, strettamente connesso all'altoparlante con un sistema a contro-reazione (motional feedback, un sistema proposto dalla Philips con scarso successo negli anni '70, e poi perfezionato e recuperato).
Un sistema di altoparlanti con subwoofer prevede quindi due satelliti (altoparlanti dedicati solo alla gamma da medio-bassa in su) e uno o due subwoofer. Le note basse non sono direzionali e quindi la collocazione in ambiente dei sub è più facile, possono essere nascosti in qualche angolo, facilitando l'inserimento in ambiente e la coesistenza pacifica con l'arredamento.
L'esperienza ha comunque mostrato una grande complessità di messa a punto di questi sistemi, ed in particolare dell'incrocio tra il sub e i satelliti, variabile nell'effetto a seconda della musica ascoltata e molto dipendente dall'ambiente. Di conseguenza la apparente buona idea è rimasta poco utilizzata, e gli impianti anche di alto livello utilizzano diffusori a gamma intera, magari impegnativi e di grandi dimensioni (es. B&W 800, B&W 801) in grado di riprodurre con elevato impatto anche le note più basse. Anche negli impianti per audio multicanale diretti essenzialmente, al momento, alla musica classica, il subwoofer è andato progressivamente sparendo e la maggior parte delle incisioni sono 5.0 (cinque canali separati, senza subwoofer).
La prima ottava e la mitica canna d'organo da 16 Hz rimangono comunque alla portata soltanto dei subwoofer più potenti e costosi.

Sia chiaro che quanto sopra affermato non si riferisce ai cosiddetti "subwoofer" commerciali, componenti spesso molto economici progettati per aggiungere le medio-basse a PC, coordinati e impianti TV simil-HT. Questi sono componenti non considerabili Hi-Fi, aventi il solo scopo di integrare la risposta verso il basso, ma a livelli facilmente raggiungibili dalla maggior parte dei diffusori Hi-Fi.

 

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© Alberto Maurizio Truffi - Musica & Memoria - 2003 / 2020 - Ultimo aggiornamento: Settembre 2019

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