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Il mercato della musica nel 2015

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Indice: Il mercato USA / Il mercato in Italia / Il mercato globale

 

Vedi anche: Il mercato della musica / Dati 2014 / Dati 2013 / Dati 2012 / Dati 2011 / I dati 2009, con analisi dei trend dal 2005, 2008, 2007, 2006 / I dati 2004, con  analisi dei trend dal 1999Standard audio e video / La distribuzione della musica / Le majors

 
   

Il mercato USA

   

Anche quest'anno con la pubblicazione dei report annuali proponiamo in questa sezione specializzata del sito una analisi comparativa dei dati limitandoci a a quelli del mercato USA rilevati dalla RIAA e pubblicati nel mese di aprile, che sono tradizionalmente i primi disponibili. Il mercato USA oltre ad essere il principale per volume nel mondo, è il più significativo perché ha sempre anticipato le tendenze del resto del mondo occidentale, ed europeo in particolare.

 

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Il report 2015 in sintesi, a fianco il link al report completo.

E' il quinto anno di stabilizzazione e poi crescita anche se lenta (+0,9% sul 2014), anno di sorpasso dello streaming che sale al primo posto, compensando la continua decrescita del CD ed ora anche del digital download. Lo streaming sale del 52% come fatturato (1219 M$) e passa dal 27% al 34% del mercato musicale USA. Gli abbonati salgono del 40% e arrivano a 10,8 milioni. A 120$ anno il loro contributo al fatturato complessivo è stimabile in 1,3 miliardi di dollari (o trillion dollars: T$), circa la metà del mercato streaming globale (2,4 T$), il resto quindi dovrebbe arrivare dalla raccolta pubblicitaria dagli abbonati free e da altre forme di streaming, incluso YouTube.

Il download cala del 10% ma sorprendentemente resiste con un fatturato di 2,33 T$ e 1 miliardo e 21.000 canzoni scaricate, più 109,4 milioni di album.

Il CD scende ancora, del 13,7% in unità ma del 17,6% in valore. Sono venduti anche in USA a prezzo di copertina sempre più basso: 12,3 $ in media, nel 2014 era 12,8 $ a CD.
Il calo tra i supporti fisici è in parte compensato dagli LP, che raggiungono i 16,9 milioni di unità vendute per un fatturato di 416 M$, con un ricavo medio per LP quindi di 24,6 $, giusto il doppio del CD (e pensare che al lancio, nei primi anni '80 i CD erano venduti e si vendevano a prezzo più alto degli LP).
Le vendite degli LP ritornano quindi ai livelli del 1988-89 all'inizio quindi dell'affermazione di massa del CD, nonché di anni e anni di crescita del fatturato dell'industria della musica e del disco. Ora gli LP rappresentano il 21,7% del totale dei supporti fisici.

 

I trend 2005 - 2015

 

Global Music Market US 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Total Digital value (1)      1.101,80     1.636,80   2.386,30   2.721,70   2.972,60   2.965,70   3.555,60   4.052,70   4.361,50   4.838,50   5.117,90
Total Physical Value (2)    10.477,50     9.269,70   7.495,30   5.474,30   4.376,10   3.518,50   3.170,90   2.584,30   2.444,80   2.112,00   1.898,00
Total Market D+P    11.579,30   10.906,50   9.881,60   8.196,00   7.348,70   6.484,20   6.726,50   6.637,00   6.806,30   6.950,50   7.015,90
 

 

 

(1) Mercato digitale:
Download (single + album)
Music Video
Kiosk
Mobile
Subscription (Streaming)
Streaming free Ad supported
Digital Performance Royaltes

(2) Mercato supporti fisici:
CD album + single
Vinyl album + single
Cassette
Music Video
DVD Video

 

Il ritorno del vinile

 

Un altro interessante report è dedicato proprio agli LP.
Si vede il declino rapido dal 1986, quando il mercato degli LP valeva 1 miliardo di $, al 1989 quando era già crollato a 200 M$, per poi quasi sparire nel 1992. Il dato 2015 è un po' meno del 1988 (550 M$). La news completa qui oppure qui se il link dovesse diventare introvabile in futuro

Da notare che il fatturato dei vinili, grazie all'alto prezzo di copertina sostenibile grazie al valore intrinseco percepito, considerato evidentemente elevato, da prodotto di qualità, dagli acquirenti, supera addirittura quello che l'industria della musica ricava da YouTube e altro streaming con pubblicità (385 M$). Un paradosso perché i clienti degli LP sono al massimo 16,9 milioni (ma anche meno se qualcuno di loro compra più di un LP all'anno) mentre quelli di YouTube che ascoltano musica con copyright sono probabilmente tutti i cittadini americani o quasi.

 

Il resto del mondo

 

E' disponibile da metà aprile anche il Global Music Report della IFPI, l'associazione mondiale tra le case discografiche e gli editori del settore musicale. Il report è a pagamento alla modica cifra di 750 £ e non ne siamo in possesso, per chi è interessato contiene i dati di dettaglio anche per singoli paesi, oltre che per canale e settore, ed è acquistabile anche come licenza, dal sito della IFPI. Ma i principali elementi statistici di descrizione sono presentati in un sommario, sono del tutto in linea con i trend del mercato USA, e li riportiamo nel seguito:

  • fine della caduta del fatturato dopo circa 20 anni di perdita: il mercato globale si è stabilizzato sui 15 B$ (miliardi di dollari); il mercato USA vale quindi quasi la metà del mercato mondiale
  • sorpasso del canale digitale sul supporto fisico: 45% digitale, 39% fisico (erano 46-46 nel 2014)
  • calo del fatturato dei supporti fisici del 4,5%, inferiore rispetto al calo del 2014 (-8,5%)
  • crescita del 4,5% del fatturato da esazione dei diritti di copia (2,1 B$ in totale)
  • nel digitale crescita anche a livello mondiale dello streaming (+19%) che raggiunge quasi il download (43% streaming 45% download, in crescita ancora gli album)

Il sommario completo si può leggere sul sito IFPI o anche qui.

Anche la IFPI evidenzia il paradosso di un consumo di musica in costante crescita mondiale, e una parallela stasi dei ricavi di chi produce la musica, portando a prova i ricavi molto limitati da pubblicità sui canali gratuiti con advertising (si legga YouTube). Invocando per mettere fine a questa contraddizione una legislazione diversa, meno protettiva degli interessi dei carrier. Non pensiamo che la soluzione possa essere questa in un mondo difficile da regolamentare anche per esigenze ben più stringenti. Abbiamo riassuno queste considerazioni in un articolo sul nostro blog (leggere qui).

 

Top-10 globale 2015

 

La IFPI raccoglie anche i dati (attendibili, dicono loro) delle vendite e, sempre in estratto pubblica anche la top-10 mondiale che vede al primo posto, ovviamente, Adele, con il successo veramente globale del suo terzo album 25 e del singolo Hello (1 miliardo di visualizzazioni su YouTube dopo soli 70 giorni!). Uscito a ottobre l'album ha venduto su vari canali 15 milioni di copie. Il talento quindi ha ancora la possibilità di emergere. Non sempre, perché in classifica al 7° posto ci sono i Maroon 5, il gruppo in assoluto più a corto di talento del mondo. Ecco la classifica:

1 Adele
2 Ed Sheeran (3° nel 2014)
3 Taylor Swift (2° nel 2014)
4 Justin Bieber
5 One Direction (6° nel 2014)
6 Coldplay (4° nel 2014)
7 Maroon 5
8 Sam Smith (5° nel 2014)
9 Drake
10 The Weeknd

Per chi si potrebbe chiedere chi sono, Drake e The Weeknd sono due rapper ed esperti di campionamenti, e la loro ottima posizione riflette la preponderanza sulla classifica mondiale del mercato USA. Come curiosità aggiungiamo che The Weeknd (Abęl Makkonen Tesfaye) è etiope di nascita e parla anche l'aramaico, ma è cresciuto e ha studiato in Canada. Sicuramente il primo etiope in assoluto nella top-10 mondiale.

 

 

© Musica & Memoria / Aprile 2016 / Elaborazioni e analisi originali di Musica & Memoria

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