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Kings - Caffè amaro

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E' da quel giorno
che sei andata via da qui
senza un perché
e non so più dove trovare
pace per me
e non so più come guardare
il mondo intorno a me

Attraverso la città
e le strade sembrano
così vuote
senza te
mi fermo a prendere un caffé
sempre in quel bar
ma non ha più sapore sai
di quel caffé
che prendevamo insieme

Sembra amaro tutto quanto
perché ogni volta
vieni a dirmi
che è inutile cercare
nelle strade lungo i viali
qualcuna che è partita
e non ritornerà

Io ritorno a casa
e la tua immagine
è qui
intorno a me
legata a un disco
a un libro che
mi hai dato tu
e a quattro lettere che tu
hai scritto a me

Durante le vacanze
in quei giorni che hai passato
sola in riva al mare
mentre a casa
vivevo per il giorno
che saresti ritornata
qui sotto il mio sole
sei andata
per non tornare

(tic-tac-tic-tac)

(Autori: Ottofaro, Adda)

Note

 

Uno dei brani più noti dei Kings di Verona, complesso beat tra i primi 5 o 10 in Italia nel loro periodo di maggiore successo, a metà degli anni '60. A differenza di quanto era costume per la quasi totalità dei complessi beat, non si trattava di una cover ma di un ottimo brano originale composto dai due fondatori dei Kings, Ennio Ottofaro (musica) e Pierpaolo Adda (testo). Il brano era tutto incentrato sulle chitarre elettriche e i cori, nello stile jingle-jangle che all'epoca era stato introdotto dai Byrds (e che non è mai tramontato, vedi REM e emuli vari).
Notevole anche il testo, non la solita ripetizione di due strofe molto semplici, ma un articolato sviluppo, senza ripetizioni, che ripercorre quasi in modo cinematografico il malinconico percorso del protagonista tra le strade della città e tra i ricordi. Un brano particolarmente significativo di quanto di meglio ha prodotto il beat italiano, che per questo motivo abbiamo inserito nella nostra playlist beat.

Come nasce una canzone

Nel suo libro "Caffè amaro, quel certo sapore dei miei anni '60" Pierpaolo Adda racconta come è nata questa canzone:

"Ennio ha buttato giù una buona idea per una nuova canzone. E' in tonalità di Mi minore, come la maggior parte dei pezzi che nascono dalle dita che si appoggiano alle stanche corde di una chitarra, senza nessuna idea di cosa vogliano fare. L'atmosfera è molto malinconica, ma sento che mi appartiene fin dal primo momento. Questa musica mi piace e sento di poter scrivere un buon testo in tempi brevissimi (...). La sera prima del giorno previsto per la seduta d'incisione ceniamo, come sempre, al ristorante "Da Giovanni". Nonostante io non sia certo inappetente, sento che l'ultima cosa che devo fare è perdere tempo a tavola. Devo ancora scrivere il testo per la nuova canzone che potremmo dover cantare proprio l'indomani. Il problema è che non so ancora cosa dire. E allora un filetto ben cotto, il mio solito Fernet Branca e un bel caffè doppio, dopo di che lascio tutti e me ne torno in albergo a cercare l'ispirazione. Mi chiudo in camera, riprendo il giro di chitarra e comincio a ricantarmi il motivo. Ho ancora in bocca il sapore del caffè che mi ha servito Giovanni, e, pensando a come nascono e come finscono tanti amori, mi torna in mente quel bar di Rimini dal quale avevo visto uscire Molly pochi mesi prima. Immagino così due ragazzi che ogni giorno si incontrano in città nel loro solito bar, per prendere insieme quel solito caffè che ormai è diventato il rito della loro giornata. Arriva l'estate. Lei parte per le vacanze, ma, dopo avergli spedito un paio di lettere, non si fa più sentire e scompare dalla sua vita. Lui, che non ha smesso di pensare a lei, torna da solo nel loro bar per un caffè che non sarà più il solito, che non avrà più lo stesso sapore di quello che bevevano insieme, il sapore dell'amore. Ora tutto è amaro. Ma sì ... Caffè amaro, ecco il titolo buono, ecco la storia da raccontare!"

Per saperne di più:

La scheda sui Kings / Il sito dei Kings / L'intervista a Pierpaolo Adda

Vedi anche:  

Il beat e le canzoni di protesta / I complessi beat / I testi / Le copertine / Il fenomeno delle cover / Cover “adulterate” / La radio / Dove trovare i dischi beat?
  

Musica & Memoria Marzo 2008 / Testo originale di P. Adda trascritto da A. M. Truffi e riprodotto per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) / Copia per usi commerciali non consentita

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