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 Le canzoni della notte

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Per gli esseri della nostra specie, e anche per parecchi mammiferi come noi, la notte è una parte della nostra vita che genera un misto di apprensione e di attrazione da sempre. Di notte perdiamo il nostro senso principale, la vista, a volte del tutto nelle notti coperte e senza luna, ma sempre quasi del tutto. Inoltre il nostro metabolismo prevede circa un terzo delle nostre ore da dedicare al riposo, di ripresa delle forze, e le posiziona con innegabile razionalità di notte. E durante il riposo perdiamo quasi tutti i sensi, tranne in parte l'udito. Quindi è un tempo  pieno di rischi, altissimi per i primi uomini che non conoscevano il fuoco, ma da sempre la notte è il teatro delle efferatezze e degli attacchi di sorpresa. Ma proprio la coscienza degli svegli di avere un vantaggio sugli altri rende la notte un'attrazione irresistibile per chi vuole trasgredire.

Non è quindi un caso che nelle canzoni la notte abbia sempre rappresentato uno scenario affascinante per moltissimi musicisti, e le canzoni dedicate o ambientate di notte non si contano. Proviamo a fare un percorso assieme tra le canzoni della notte cercando le più significative e anche le più curiose.

 

Le grandi canzoni della notte

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Anche se ora è meno ricordata di altri non si può non partire da un super classico su come la notte cambi le cose, quindi iniziamo il viaggio con La nuit del grande e un po' dimenticato Salvatore Adamo in arte Adamo

Si je t'oublie pendant le jour
Je passe mes nuits à te maudire
Et quand la lune se retire
J'ai l'âme vide et le cœur lourd, lourd

Se il giorno posso non pensarti
La notte maledico te
E quando infine spunta l'alba
C'è solo vuoto intorno a me

La nuit, tu m'apparais immense
Je tends les bras pour te saisir
Mais tu prends un malin plaisir
À te jouer de mes avances

La notte tu mi appari immensa
Invano tento di afferrarti
Ma ti diverti a tormentarmi
La notte tu mi fai impazzir

E' difficile vincere la notte da soli, è facile cadere, complice il silenzio e il sonno degli altri, preda di rimpianti, dispiaceri non superati, incubi, per questo da tempo immemorabile l'uomo ha inventato i sonniferi. Ma quando si è in due cambia tutto, perché la notte è fatta per gli amanti, la notte è amica, appartiene a loro, come ricorda Patti Smith

Come on now, try and understand
The way I feel when I'm in your hands
Take my hand, come undercover
They can't hurt you now
Can't hurt you now, can't hurt you now

Dai, cerca di capire
Come mi sento quando sono tra le tue braccia
Prendi la mia mano, vieni di nascosto
Nessuno può farti del male ora
Non possono ferirti ora, non possono

Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to lust
Because the night belongs to lovers
Because the night belongs to us

Perché la notte appartiene agli amanti
Perché la notte appartiene al sesso
Perché la notte appartiene agli amanti
Perché la notte ci appartiene

La poetessa del rock (con Bruce complice e coautore) non si limita a sottintendere i piaceri che attendono due persone che sfidano le paure ancestrali e i rischi della notte per farla propria, li esplicita proprio. Ma non era molto diversa la notte di due stranieri che forse tanto stranieri non erano, come la raccontava il buon vecchio Frank Sinatra nella più celebre canzone della notte, dove la notte alleata sarà propiziatrice, come sappiamo.

Strangers in the night exchanging glances
Wond'ring in the night
What were the chances we'd be sharing love
Before the night was through.

Stranieri nella notte, scambiandosi sguardi
chiedendosi quante saranno le chances
di innamorarsi l'uno dell'altra
prima che la notte sia finita

Anche partendo da una canzone che celebra la notte come lo scenario perfetto per una storia d'amore un paroliere che doveva scrivere la versione per il nostro crooner n.1, forse per via di suoi ricordi legati alla notte meno piacevoli e certo con una conoscenza piuttosto approssimativa della lingua inglese, non ha fatto caso alla "s" in fondo a stranger e ha descritto per l'emulo Johnny Dorelli una notte, per giunta insonne, di chi invece è solo. Solo più che mai ma, come si vede dalla copertina del disco, almeno non di notte e in un promettente luogo di mare. E nello stesso anno 1966, accompagnato da una bella attrice come Maragareth Lee, in un suo programma TV.

Solo più che mai / in una notte
che non mi dirà / se avrò un domani
e che solo lei / decidere potrà.

Solo più che mai /senza ricordi
che non trovo più /nel mio passato
un passato che / più niente mi darà.

Ma c'è anche chi di notte è sveglio, ma non per pene d'amore, perché il silenzio che lo circonda lo invita a riflettere su quello che ha fatto, su rimpianti e rimorsi ed occasioni perdute che, come noto, non ritornano più. E' un genere che ha visto in evidenza il nostro grande Guccini, che vi ha dedicato due delle sue canzoni più note, Canzone di notte (nell'album L'isola non trovata) ...

Ore confuse nella notte,
la malinconia non è uno stato d' animo,
le vite altrui si sono rotte
e sembra non esista più il tuo prossimo.

Ti vesti un poco di silenzio,
hai la dolce illusione di esser solo,
son macchine che passano od è il vento,
o sono i tuoi pensieri alzati in volo

... e Canzone di notte n.2 (nell'album Via Paolo Fabbri n.43)

E un'altra volta è notte e suono
Non so nemmeno io per che motivo, forse perché son vivo
E voglio in questo modo dire "sono"
O forse perché è un modo pure questo per non andare a letto
O forse perché ancora c'è da bere
E mi riempio il bicchiere

E l'eco si è smorzato appena
Delle risate fatte con gli amici, dei brindisi felici
In cui ciascuno chiude la sua pena In cui ciascuno non è come adesso da solo con sé stesso

A dire: Dove ho mancato, dov'è stato?
A dire: Dove ho sbagliato? (...)

La notte però è bella anche viverla in più di due, la notte è dei locali aperti fino a tardi o tutta la notte (infatti li chiamavano night club), è lo scenario che attira ad uscire per cercare amici e amori, godere un tempo diverso e senza impegni o traguardi, insomma, la movida, promossa con ampio anticipo (nel 1968) da chi non ci saremmo aspettati: lei, la regina, Joni Mitchell. (Night in The City, album Song To A Seagull).

Night in the city looks pretty to me
Night in the city looks fine
Music comes spilling out into the street
Colors go flashing in time

La notte in città mi piace proprio
La notte in città sembra la cosa giusta
La musica si riversa in strada
Le luci colorate si accendono a tempo

Take off take off
Take off your stay-at-home shoes
Break off shake off
Chase off those stay-at-home blues

Prendo il volo, prendo il volo
Togliti le ciabatte
Taglia via (tutto), scrollatelo di dosso
Scaccia quelle malinconie casalinghe

Ma la notte può diventare anche uno stile di vita, una scelta, è in quelle ore piccole che si vive la vita vera non alla luce del giorno dove si vivono i doveri della vita materiale. Il campo d'azione dei "nottambuli" dei tempi andati, ma che viene rilanciato con una certa sorpresa alla TV di stato dalle mitiche Gemelle Kessler, siamo agli ultimi mesi del 1965, il vero anno di rottura, quello in cui inizia la grande rivoluzione culturale e di costume che culmina nel '68, tutti possono sentirsi parte di quelli per cui "la notte è piccola".

La notte è piccola per noi, troppo piccolina
c’è poco tempo per ballar e per cantar
se il giorno è lungo da passar la notte vola

La notte è piccola per noi, troppo piccolina
ma per chi canta come noi, insieme a noi
per mille ore durerà un’ora sola

Ma la notte da vivere per tutti diventerà (parecchi anni dopo) una notte consumistica, un divertimento obbligato, quasi un lavoro anche quello, mentre negli anni '60 di Canzonissima e delle Kessler la notte per molti era solo per gli altri, da vedere e ammirare dai 20 pollici in bianco e nero della RAI, terreno di lenta conquista solo per i giovani, che in quegli anni si avviavano a conquistare (temporaneamente) il mondo.
Un percorso che continua con le tante canzoni che non parlano della notte, SONO della notte, da quelle della prima ondata, la disco music, (Saturday) Night Fever (Then I get night fever, night fever / We know how to do it / Gimme that night fever, night fever / We know how to show it) a quelle della seconda ondata, la movida che dalla Spagna che riconquista la libertà dilaga nel mondo, e la formidabile front-woman Vicky Larraz del gruppo spagnolo Olé Olé che balla con i tacchi alti (riconquista degli anni '80), urlando al mondo:

No controles mi forma de vestir
porque es total why a todo el mundo gusto.
No controles mi forma de pensar
porque es total why a todos les encanta.
No controles mis vestidos,
no controles mis sentidos, ¡No!

Non controllare come mi vesto
perché è universale e piace a tutto il mondo
Non controllare il mio modo di pensare
perché è universale ed è amato da tutti
Nessun controllo sui miei vestiti,
Nessun controllo su ciò che sento (mio), NO!

No controles mi forma de bailar
porque es total why a todos les excita
No controles mi forma de mirar
porque es total why a todos enamoro

Non controllare il mio modo di ballare
perché è universale e tutti ne sono eccitati
Nessun controllo su come guardo gli altri
perché è (evidente) il motivo per cui tutti si innamorano

Ma le canzoni scritte da e per chi ama la notte e l'aspetta non si contano, non c'è che l'imbarazzo delle scelta, anche Joan Armatrading, cantautrice apparentemente schiva e riflessiva, ha scritto il suo inno alla notte, anche scegliendolo come title track di uno dei suoi album più noti

I’m watching the little girls
With their young men at their heels
It’s a sunny day
But get me back to the night
‘Cause I love that lite
Back to the night

Sto guardando le ragazze
con i loro ragazzi ai piedi dei loro tacchi alti
è un giorno di sole
ma fammi tornare alla notte
perché io amo quella leggerezza
Ritorno alla notte

See the romeos dancing under the Moon light
I see the night
Night was made for romance
You keep your sunny day
Just get me back to the night

Guarda i Romeo che danzano alla luce della luna
Io vedo la notte
la notte è stata creata per le storie d'amore
tieniti pure il tuo giorno pieno di sole
e fammi solo tornare verso la notte

Ma continuiamo a saltare tra la notte da vivere e godere e la notte da subire e soffrire, anche per non  fare due sezioni che potrebbero diventare la prima stucchevole e la seconda depressiva. E torniamo quindi a due donne alle prese con una notte insonne, una notte che non si decide a finire e lasciare il posto al giorno che forse porterà, con la luce, un po' di sollievo e di serenità. Due bellissime canzoni peraltro, ed è un altro motivo per cui sono qui. La prima donna è Iva Zanicchi alle prese con una drammatica e solitaria Notte dell'addio

La notte dell'addio
il buio dentro e intorno
poi quando vuole Dio
si accende un nuovo giorno

la nostra casa vuota
il sole inonderà
e tu non ci sarai
e tu non ci sarai

La seconda è Petula Clark, stavolta in francese, che interpreta magistralmente i tormenti, le riflessioni e l'insopportabile solitudine di una notte che sembra che non finirà più.

Quand je ne dors pas
La nuit se traîne
La nuit n'en finit plus
Et j'attends que quelque chose vienne
Mais je ne sais qui je ne sais quoi
J'ai envie d'aimer, j'ai envie de vivre

Quando non riesco a dormire
La notte si trascina
La notte non finisce mai
E aspetto qualcosa che deve arrivare
Eppure so che non so cosa sia
Voglio amare, voglio vivere?

Dire qu'il y a tant d'êtres sur la terre
Qui comme moi ce soir sont solitaires
C'est triste à mourir
Quel monde insensé
Je voudrais dormir et ne plus penser

E dire che ci sono così tante persone sulla terra
Che sono sole come me stasera
Questo è riste da morire
Che mondo insensato
Vorrei dormire e dimenticare

Insomma, nelle canzoni della notte che abbiamo visto sinora hanno sempre come protagonista chi la notte non dorme, o volontariamente, per godersela, la notte, luogo di non lavoro, niente folla, di divertimenti e amori, oppure involontariamente, perché è solo, abbandonato, in preda a riflessioni decisive sul senso della vita o magari solo per i postumi della storia d'amore appena finita.

Ma, invece, canzoni su quello che facciamo invece di solito la notte, ovvero dormire, ci sono? Può darsi, non è da escludere, ma certo è difficile farci sopra una canzone, d'altra parte anche nei film se vediamo qualcuno che dorme è solo per farci vedere il momento in cui si sveglia o viene ammazzato nel sonno o altre cose così. In una canzone ci può essere anche il sonno, ma solo per raccontare il sogno, l'altro grande protagonista della notte. Un settore in cui lo specialista è certamente Paul Simon, che ai suoi sogni inquietanti ha dedicato due delle sue più belle composizioni. Ovviamente The Sound of Silence (Because a vision softly creeping / Left its seeds while I was sleeping / And the vision That was planted in my brain / Still remains / Within the sound of silence), ma anche la altrettanto notevole American Tune.

And I dreamed I was dying.
I dreamed my soul rose unexpectedly,
and looking back down on me, smiled,
reassuringly
and I dreamed I was flying.
And far above, my eyes could clearly see
The Statue of Liberty, sailing away to sea
And I dreamed I was flying.

E ho sognato che ero morto.
Ho sognato che la mia anima saliva, inaspettatamente (sopra di me), e guardando giù verso di me, mi sorrideva,
rassicurante
E ho sognato che stavo volando.
E in lontananza, i miei occhi potevano chiaramente vedere
La Statua della Libertà, che andava alla deriva verso il mare aperto
E ho sognato che stavo volando.

Bene, abbiamo quindi tre categorie di canzoni della notte, le prime due sicuramente più numerose e con una probabile prevalenza e crescita della seconda (tendenza "la notte è fatta per amare"). Ma se ne potrebbe forse individuare anche una terza, dedicata a chi è sveglio per assaporare la piena libertà di non avere intorno nessuno che ti chiede qualcosa, e può lasciare così la mente libera di vagare tra ricordi, riflessioni e diversioni. E qui il docente è ovviamente Francesco Guccini con le sue due "canzoni di notte".

Ma i moralisti han chiuso i bar
E le morali han chiuso i vostri cuori e spento i vostri ardori
È bello ritornar "normalità"
È facile tornare con le tante stanche pecore bianche
Scusate, non mi lego a questa schiera
Morrò pecora nera ...

,,, E un'altra volta è notte e suono
Non so nemmeno io per che motivo, forse perché son vivo
O forse per sentirmi meno solo
O forse perché a notte vivon strani fantasmi e sogni vani
Che danno quell'ipocondria ben nota
Poi la bottiglia è vuota

 

La selezione

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 Per un notte insonne, che non si decide a finire
La Nuit (Adamo), Solo più che mai (Johnny Dorelli), La notte dell'addio (Iva Zanicchi), La nuit nen finit plus (Petula Clark)

 Per una notte insonne, ma che vorremmo non finisse tanto presto
Because The Night (Patti Smith), Strangers In The Night (Frank Sinatra), Night in the City (Joni Mitchell), La notte è piccola (Gemelle Kessler), Night Fever (Bee Gees), No Controles (Ole Ole con Vicky Larraz), Back to the Night (Joan Armatrading)

 Per una notte piena di sogni
The Sound of Silence (Simon & Garfunkel), American Tune (Paul Simon)

 Per una notte in compagnia di sé stessi
Canzone di notte, Canzone di notte n.2 (Francesco Guccini)

 

© Musica & Memoria - Febbraio 2022 - Maggio 2023 / Testi originali trascritti e riprodotti per soli scopi di ricerca e critica musicale (vedi Disclaimer) Copia per usi commerciali non consentita

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