Cambia le impostazioni sulla Privacy

Charles Aznavour - Monografia

MENU

HOME

 

Notizie che non lo erano ... / per un cantante e artista tra i più amati / La sua storia / I primi passi nel cinema e nella musica / Dalla collaborazione con Edith Piaf al debutto all'Olympia / Anni '60: Charles Aznavour tra cinema e musica / In Italia / Ancora cinema e ancora musica e ancora impegno / La discografia italiana / Le immagini

Le altre monografie: Billy Eckstine / Billie Holiday / Paul Robeson / Earl Coleman / Herb Jeffries / Johnny Hartman / Russ Columbo / Arthur Prysock / Sammy Davis Jr. / Sarah Vaughan / Yves Montand / Gilbert Bécaud / Marlene Dietrich / Josephine Baker / Jacques Brel

 

Notizie che non lo erano ...

 

Agli inizi di marzo del 2013, su Facebook appare una notizia tristissima: Charles Aznavour è morto. Le redazioni musicali di mezzo mondo si mettono in allarme, ma per fortuna non fanno in tempo a dare il via al “festival del coccodrillo” che arriva la smentita, dal diretto interessato (al tempo 89 enne): Balle, sto bene!

 

... per un cantante e artista tra i più amati

 

Non è la prima volta che un personaggio dello spettacolo viene dato per defunto da buontemponi con uno spiccato senso del macabro. In questo caso, però, costoro si beccano un bel po' di improperi. Eh sì, perché lo chansonnier francese é tra i cantanti più amati. Sarà per la voce, suadente e sempre lì lì per rompersi in pianto; sarà per quella faccia spugnosa, scavata, con grandi occhioni che, anche quando esprimono allegria restano sempre tristi, come la “sua” Venezia, cantata con tanto amore... Sicuramente, anche per questo. Ma è soprattutto amato, perché nessuno più di lui ha cantato – scritto e musicato – l'amore, toccandone tutte le sfaccettature. D'altronde, ha composto oltre un migliaio di canzoni, anche a volersi ripetere, non é mica facile?!

Non bastasse, negli ultimi vent'anni – una forma di amore diversa, ma ugualmente genuina e grande, che gli ha fatto guadagnare ulteriore stima e ascolti - Aznavour si sta spendendo per il popolo delle sue radici, gli armeni, raccogliendo danaro e dandone del proprio per alleviare le sofferenze di tanta umanità della terra che ha dato i natali ai suoi genitori: Knar Baghdnassarian e Micha Aynavourian. [foto 1,2,3]

 

La sua storia

 

Charles Aznavour nasce Chahnour Vaghinagh Aynavourian a Parigi, il 22 maggio del 1924, da una coppia di emigranti armeni. Non appartengono a quella innumerevole fascia di genti che lasciano casa con la valigia di cartone: non sono dei benestanti, ma nemmeno dei poveri disgraziati. Non appena giungono nella capitale francese, avendo alle spalle passato o famiglie immerse nel commercio e nei negozi, mettono su un caffé-ristorante; inizialmente, lo frequentano soprattutto i loro compaesani, poi la cerchia si allarga al mondo della migrazione che ruota nei pressi, quindi vi trova rifugio e conforto gente dello spettacolo: teatranti, musicisti, musicanti, saltimbanchi (chissà se ci saranno capitati pure Louis Alphonse Gassion e Anita Maillard, prima del proprio vagabondare cantando per le strade di Parigi, e, in un secondo tempo la loro bambina, più o meno abbandonata, Edith non ancora Piaf, anche lei “cantante di strada”...). [foto 4,5,6]

 

I primi passi nel cinema e nella musica

 

Il buon Micha, che ha un certo talentaccio per la musica, quasi ogni sera si produce anche in veste di cantante e intrattenitore; e scoprendo che il piccolo Chahnour dimostra di avere ereditato dal padre un buon orecchio, a questi non dispiace l'idea che pure lui si occupi di musica. Lo instrada verso lo spettacolo: canto e recitazione: lo iscrive a una scuolina d'arte varia.
Appreso l'ABC di come stare su un palco, Charles Aznavour – così ribattezzato dai genitori – comincia a fare i primi passi nei teatrini rionali e cittadini.
Bruttino, ma bravo, viene notato subito e nel 1936 debutta nel cinema: una particina nel film di Eugene D'Eslave, La guerre de gosses, che gli vale la partecipazione alla pellicola successiva, del 1938, di Christian-Jacque (Les disparus de Saint-Agil). Ma la guerra è alle porte e pure la cinematografia ne risente, sicché il giovane franco-armeno deve accontentarsi di serate teatrali e musicali. Conosce il pianista Pierre Roche (nella foto a sinistra), e per suo tramite, essendone un collaboratore, Edith Piaf. [foto 7,8,9]

 

Dalla collaborazione con Edith Piaf al debutto all'Olympia

 

Il “passerotto”, siamo nel 1945/46, pur amandolo, ha da poco piantato Yves Montand e Aznavour prende il suo posto, ma più sul versante artistico che non su quello sentimentale. (Tra l'altro, Charles diventerà il suo segretario, confidente, autista e per otto anni vivrà in casa sua). A Edith piace il suo modo di cantare, anzi – narrano i biografi – rimane affascinata da come interpreta le canzoni che scrive. E le piacciono anche queste. Chissà, forse per dimostrare alla Francia che la neovedette Montand è una sua “creatura”, decide di aiutarlo. Lo affianca al gruppo che in quegli anni la segue - Les Compagnons de la chanson – e spesso e volentieri ci duetta. E se lo porta in tournee; in giro per la Francia, ma pure in America (Stati Uniti e Canada). E, cosa molto importante, lo lancia anche come autore, incidendo due sue canzoni: Jezebel e Plus bleu que tes yeux.

Il 1956 è l'anno del debutto all'Olympia. Non ci arriva grazie ai begli occhi o perché goda dell'amicizia di Edith. Per mettere piede sul principale palcoscenico parigino bisogna essere stati giudicati “degni”. E lui lo é. Nelle preferenze del pubblico e della critica più sciccosa, segue a ruota Montand e Becaud, i più vicini a lui per tipologia di canzoni: e Brassens, Brel e Ferré, benché costoro facciano un genere diverso; oltre tutto, piace pure ai “mostri sacri”: Maurice Chevalier e Charles Trenet. Il concerto dell'Olympia lo consacra. A chi, divenuto famoso, gli chiede se non avesse avuto paura di trovarsi nel tempio della musica, dice: “Sono un razionale. Se duemila persone hanno deciso di venire ad ascoltarmi, é perché mi amano. Se mi amano, di cosa dovrei avere paura?”. [foto 10,11,12]

 

Anni '60: Charles Aznavour tra cinema e musica

 

C'è poi il cinema. Che, ritrovata la vena dei migliori anni Trenta, è affamato di volti nuovi. Lui lo è. Non particine, quindi, ma ruoli di primo piano. E', però, appena al quinto o sesto film che arriva il “botto”: alla fine del decennio dei Cinquanta, quando lo chiama nientemeno che Jean Cocteau per Le Testament d'Orphee. L'anno dopo è il protagonista di Tirez sur le pianiste di François Truffaut. E tre anni dopo, lo dirige anche René Clair, ne Les quatre verites.
Aznavour è assai “amato” dalla cinepresa, tuttavia, il suo vero grande amore è la musica. Che scrive principalmente per sé. E siccome é dotato per le lingue, non ha difficoltà a esibirsi pure in inglese, spagnolo, russo, tedesco, italiano, che gli permette di “sfondare” soprattutto nei difficili mercati angloamericano e italiano. In America, però, la vendita non é grandissima, a differenza dei concerti “tutto esaurito”. In Italia, invece, vanno bene sia i dischi, specie se canta in italiano, che i concerti.

   

Ciò avviene soprattutto nei Sessanta e Settanta, un periodo, per lui, poco felice in Francia, a causa di problemi col fisco, che lo mettono in cattiva luce (non siamo in Italia, dove l'evasore fiscale gode le simpatie delle masse), sicché se ne andrà a vivere in Svizzera. Inoltre, sotto il profilo sociale, la Francia – e non solo la Francia - sta attraversando momenti di grande tensione e i giovani e i media sono più attratti, nel campo dello spettacolo, da chi dimostra una qual sensibilità politica; dunque, l'attenzione è maggiormente rivolta al cinema impegnato, alla canzone di protesta. Né l'uno, né l'altra, notoriamente, vedono Aznavour, come dire?, in prima fila. Insomma, é un momento in cui l'amore “non paga”. [foto 13 (sopra),14,15,16]

In Italia

 

In Italia è come a casa sua. Questo periodo é contrassegnato da un grande seguito televisivo e radiofonico e i suoi dischi vanno a ruba, specie titoli quali “Com'è triste Venezia” , “L'istrione”, “Ed io tra di voi”, “Ti lasci andare sempre più", "La boheme”, “No, non ti scorderò mai”, “Morire d'amore”, “Chi”, “Quel che non si fa più”. Sono canzoni che non solo ogni orchestrina di balera che si rispetti, da Bolzano a Palermo, ha in repertorio, ma che si canticchiano per le strade. Una di queste - “Ed io tra di voi" - sarà sceneggiata da una Sandra Mondaini intenta a far piedino sotto al tavolo al bellone, e un Raimondo Vianello, tra il disperato e l'incredulo, in mezzo a loro... A proposito di questo pezzo, nel 1970 lo incide Mina, mentre Ornella Vanoni si produce in L'amore è come un giorno (due anni prima aveva registrato La boheme). Ma già prima di accasarsi (quasi) a Roma, cioè nella prima metà dei Sessanta, c'é stato chi ha fatto proprie alcune sue memorabili canzoni: Gino Paoli (Il faut savoir – Devi sapere) e Domenico Modugno (La mamma). Nel decennio seguente sarà la volta di Iva Zanicchi, sulla cresta dell'onda, che gli dedica tutto un LP; titolo: ”Caro Aznavour”. La boheme viene ripresa da Gigliola Cinquetti e Gipo Farassino, con una versione in piemontese. E Mia Martini ed Enrico Ruggeri scelgono A mia moglie. In anni più recenti, tra il 1999 e il 2006, omaggeranno l'artista parigino Franco Battiato (Ed io tra di voi), Renato Zero e Massimo Ranieri (L'istrione). Interessante notare come, però, nessun cantante famoso (non solo italiano, a quanto ci consta), ha mai inciso Comme ils disent (Quel che si dice), sull'amore omosessuale, del 1972... [foto 17]

   

 

Ancora cinema e ancora musica e ancora impegno

 

I Settanta sono anche anni di tanto cinema. Due pellicole su tutte, gli rendono merito: Folies bourgeoises di Claude Chabrol, del 1975, Il tamburo di latta, nel 1979. di Volker Schlandorf.
Per restare sul fronte del cinema, é obbligatorio ricordare almeno altri tre titoli: sempre con Claude Chabrol, Les Fantomes du chapelier e con Claude Lelouch il film Edith et Marcel, in cui interpreta sè stesso, e Viva la vie.
Gli anni avanzano, ma lui non sembra non accorgersene, anzi triplica il proprio impegno, anche perché ora – dagli Ottanta in poi – si apre un nuovo fronte, quello umanitario, in favore del popolo delle sue origini e senza Stato (quello che c'è, non è riconosciuto internazionalmente, ma lui ne è l'ambasciatore in Svizzera) gli armeni. Gira il mondo in lungo e in largo; bisogna disporre di molto danaro se si vuole riuscire ad essere utili alla causa. Ergo, concerti all'Acropoli, ad Atene, nella Piazza Rossa a Mosca e in Piazza del Duomo a Milano; tour in Corea, in Sudamerica. A chi si meraviglia di quanto spende per i conterranei dei genitori e degli avi, risponde: “Non ho nessuna intenzione di essere il più ricco del cimitero”.
Nel 2004 e nel 2010 pubblica due libri autobiografici: “I giorni prima: il mio palcoscenico, la mia vita” e “A voce bassa”. [foto 18,19,20]

 

Le immagini

 
 Le immagini (dall'alto):
  • 1,2,3: Aznavour nelle copertine di due EP e un LP Barclay dei primi anni '60
  • 4,5,6: foto promozionali fine anni '40 di Charles Aznavour poco più che ventenne, usate anche per le prime copertine dei suoi dischi (tutte dello studio fotografico Lucienne Chevert
  • 7,8,9: con Pierre Roche, con Edith Piaf e in un'altra foto dello studio Chevert
  • 10,11,12: al centro la locandina con lo storico primo concerto all'Olympia nel 1956 dello chansonnier franco-armeno; ai lati due foto scattate a metà anni '60 ai suoi concerti
  • 13,14,15,16: una serie di immagini dedicate al film Tires sur le pianiste del grande Francois Truffaut, che vedeva protagonista Aznavour: con Truffaut e la protagonista femminile, l'attrice Marie Dubois, durante le riprese, alle prese con il copione / In una scena del film nel suo ruolo di pianista / La locandina originale del film / Un'altra foto di scena con Marie Dubois
  • 17: una immagine tratta da un documentario della Rai sul cantautore, le riprese sono del 1967
  • 18,19,20: durante un programma Rai di fine anni '60; soddisfatto accanto ai manifesti di un suo concerto al Carnegie Hall a metà anni '60; Aznavour sempre attivo anche a 90 anni.

NB: Le immagini di questa pagina sono tratte da Internet e non è indicata per esse protezione di copyright. Ove è conosciuto è indicato l'autore. Per ogni richiesta in merito è possibile contattare il webmaster del sito (The images of this page are taken by Internet and they appear without copyright declared, in case, it is possible to contact the webmaster of this site).

 

© Sandro Damiani per Musica & Memoria - Agosto 2016 / Riproduzione anche parziale della monografia non consentita

CONTATTO

HOME


Creative Commons License
Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons.

IMMAGINI PUBBLICATE-I contenuti di questo sito non a scopo di lucro sono gratuiti, il sito ha lo scopo di diffondere la cultura della musica e le immagini sono complementari ai testi a scopo didattico, di critica e di discussione, come previsto dalla vigente legge italiana 633/41 sulla disciplina del diritto d'autore (art.70 del Capo V - Utilizzazioni libere). Per le immagini inserite non originali non è stata individuata in buona fede una restrizione di copyright. Qualora fossero a nostra insaputa sotto copyright è possibile segnalarlo al webmaster che le rimuoverà prontamente, se richiesto. Per informazioni dettagliate vedi il DISCLAIMER

PUBLISHED IMAGES - The contents of this non-profit site are free, the site has the aim of spreading the culture of music and the images are complementary to the texts for educational, critical and discussion purposes, as required by current Italian law 633/41 on the regulation of copyright (art.70 of Chapter V - Free uses). For non-original images inserted, a copyright restriction has not been identified in good faith. If they are under copyright without our knowledge, it is possible to report it to the webmaster who will promptly remove them, if requested. For detailed information see the DISCLAIMER