La
commissione d'ascolto / I
criteri / Un
caso emblematico: Fabrizio De Andrè / Nuda
/ Albergo a
ore / L'importante
è finire / Je
t'aime, moi non plus / Dio mio no / 4
marzo 1943 / Dio è morto / Altri
esempi / No, non è la BBC
Vedi anche: Le
prime radio libere / Le
radio libere italiane nel 1976 / Radio
Caroline /
Bandiera
gialla / Per voi giovani
/ Hit
Parade / Alto gradimento
/
Supersonic / Popoff
Al tempo della
radiotelevisione monopolista esisteva una commissione di controllo sui
programmi, e quindi anche sulle canzoni da trasmettere. Non che non ci sia anche
ora, sia alla RAI sia alle private, ma dei testi delle canzoni non si occupa
quasi più, è completamente focalizzata sul cinema.
Naturalmente non si chiamava "commissione di censura", perché
uscivamo da poco dal regime fascista, e il ricordo della censura vera e propria
era fresco, ma "commissione di ascolto" preventivo e di controllo sui
testi, che dovevano essere adatti al pubblico della radio, che poteva essere
composto da chiunque, quindi anche da bambini (di solito è sempre questo l'argomento a
supporto delle commissioni di controllo, specie se l'argomento poco adatto ha
attinenza con il sesso).
A parte i temi che
avevano a che fare con la sfera sessuale, la commissione teneva sotto
osservazione canzoni che parlavano di politica, in modo non conforme alla linea
ufficiale (ma in realtà, per non sbagliare, in qualsiasi modo), o che potevano
infrangere le molte leggi di vilipendio, allora in vigore ed osservate, oggi
semplicemente disattese, quindi testi che parlavano in modo non rispettoso della
patria, della religione e della chiesa ufficiale (era ancora in vigore il
concordato del 1929) del presidente della repubblica e delle altre alte cariche
dello stato, della magistratura, della polizia e dell'ordine costituito in
genere.
Addirittura teneva conto anche del presunto valore artistico, nel senso della
conformità del testo e del modo di cantare alla tradizione italiana del bel
canto.
Tecnicamente parlando, le canzoni venivano classificate come "da non
trasmettere" se bocciate subito dalla commissione di ascolto, o "non
idonee", se la decisione era successiva all'arrivo in RAI dei dischi. Sui
dischi veniva proprio attaccato per l'uso interno in RAI, un bollino "Non
trasmettere" o "Non idoneo"
a seconda dei casi, oppure "Scartato"
se il problema era tecnico sulla qualità del disco (da una testimonianza del
programmista Alessandro Peres a "Anni '60")
Nei fatti erano al bando
tutte le canzoni politiche e di protesta, sia nuove sia tradizionali, del
patrimonio folk italiano, in quegli anni in recupero. Al Festival di Spoleto del
'64 il Nuovo canzoniere italiano di Gianni
Bosio e Roberto Leydi - che
proseguivano gli studi sulla canzone popolare di Cesare
Bermani - proponeva uno spettacolo di canzoni tradizionali,
intitolato Bella ciao, come la famosa
canzone della Resistenza italiana, della quale era recuperata la versione
originale, cantata dalle mondine. Ma quando proposero al Festival di Spoleto
"O Gorizia tu sia maledetta",
sulla prima guerra mondiale, cantava Michele Straniero,
le autorità sedute in prima fila abbandonarono sdegnosamente la sala in segno
di protesta.
Si
trattava però di canzoni, autori e interpreti che neanche ci provavano ad
accedere alla radio nazionale (quindi, a nessuna radio), ma che usavano
canali alternativi, il teatro, gli spettacoli in piazza. La commissione
quindi si occupava principalmente di quelle canzoni destinate, almeno in
teoria, al grande pubblico della musica leggera, o di autori noti, o che
comunque qualcuno in RAI aveva l'idea o l'ardire di proporre in qualche
trasmissione.
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La commissione
interveniva controllando la scaletta proposta per le trasmissioni, ma
soprattutto, all'origine, sulle canzoni nuove registrate alla SIAE. E in questo
caso, un po' come la analoga commissione di controllo sul cinema (chiamata da
tutti commissione di censura) cercava di intervenire alla fonte, concordando
preventivamente con gli autori modifiche che potevano consentire la
radiodiffusione, altrimenti la pena era semplice, la canzone si sarebbe potuta
sentire solo su disco.
Naturalmente erano prese in esame quasi solo canzoni in italiano, con qualche
eccezione particolare.
Dai criteri visti prima
si capisce subito che praticamente tutto il canzoniere di De
Andrè sembrava fatto apposta per incappare nelle maglie della
commissione, dal tema del sesso con annessa terminologia esplicita: Via
del Campo o Bocca di rosa, agli
sberleffi all'ordine costituito come ne Il gorilla,
all'anti-militarismo della Guerra di Piero,
alla storia riscritta e sbeffeggiata di Carlo Martello,
ai temi "inadatti" trattati nel Cantico dei
drogati o nella Ballata del Michè,
persino il classico tra i classici di De Andrè, La
Canzone di Marinella, era oscurata perché parlava in modo troppo
chiaro del rapporto tra Marinella e il Re senza corona e senza scorta e
di come fremeva la pelle di Marinella tra le sue braccia: la commissione
bocciava tutto, e senza possibilità di accordo. E così proprio in questo modo
De Andrè diventava un autore proibito, ma di culto, anzi con nesso forse non
casuale, il preferito della generazione del '68. Quando poi, essendo ormai così
noto, qualcuno cercava di fare sentire la sua opera, si pescava qualche canzone
(peraltro bellissima) ma meno diretta, che quindi poteva passare, ed era ad
esempio Fila la lana di ambiente medioevale,
oppure una canzone d'amore, come Amore che vieni amore
che vai oppure La canzone dell'amore perduto.
Ma c'erano anche gli
autori noti, quelli familiari al grande pubblico della musica leggera. Per
esempio l'esuberante Domenico Modugno, il
grande autore popolare per eccellenza e padre putativo della canzone d'autore [1];
Modugno aveva scritto una canzone, pare per dedicarla alla moglie, l'aveva
intitolata Nuda, ed il testo era un omaggio
alla sua bellezza. Era in origine il retro del brano presentato al Festival di
Sanremo del 1960 (Libero). Non era possibile modificarlo per disinnescarlo,
quindi il lato B dovette essere sostituito con un altro pezzo e Nuda venne messa
al bando, e tale rimase. Un breve estratto del
testo:
"Languida, morbida, purissima. Nuda! Mia! Ti sento
ancora tra le mie braccia, bevo il tuo respiro, dolce morire! Nuda, nuda,
dolcissimo ricordo di te."
Ma non era la prima volta che Modugno incappava nella commissione della
RAI, un suo precedente brano del 1957, Resta cu' mme,
diceva in origine:
"ammore ... nun me 'mporta d'o passato / nun me 'mporta
'e chi t'(ha) avuto / resta cu 'mme, cu'mme"
troppa libertà, la commissione impose la modifica in:
"nun me 'mporta se 'o passato / sulo lacrime m'ha
dato / resta cu 'mme, cu'mme"
Si trattava in questo
caso dell'adattamento in italiano della canzone degli anni '50 Les
amants d'un jour interpretata da Edith Piaf,
un adattamento curato dal cantautore, paroliere e poeta Herbert
Pagani. La versione italiana è stata proposta negli anni '60 da Gino
Paoli e in seguito da Ornella Vanoni.
La canzone, in modo
ancor più netto in italiano, trattava
un tema di amore e morte dal punto di vista di un cameriere di un albergo a ore,
un love hotel, quindi su uno sfondo squallido e realistico, così lontano
dai tipici scenari delle canzoni d'amore. Il realismo, il luogo peccaminoso,
l'amore esplicitamente non platonico, il probabile rapporto fuori dal
matrimonio, il paragone tra San Pietro e il portiere dell'albergo a ore, il
suicidio finale, tutto era assolutamente incompatibile con la commissione di
ascolto, e questo famoso brano divenne una delle più celebri canzoni oscurate,
e la si poteva ascoltare solo nei concerti, nei quali Paoli e la Vanoni la
proponevano regolarmente, e la ripropongono tuttora. (Testo
completo)
Anche Mina
ebbe la sua canzone proibita, era L'importante
è finire (di Alberto Anelli e Cristiano Malgioglio, specializzato in
pezzi di questo tipo, sua era anche Ancora,
ancora, ancora, per la stessa Mina). La canzone pare che si chiamasse
in origine, L'importante è venire, e che il testo fosse poi stato
modificato, ma forse è una leggenda (improbabile che qualcuno agli inizi degli
anni '70 pensasse di lanciare un pezzo con un titolo così esplicito, e anche di
dubbio gusto). In ogni caso il testo finale era allusivo, non diretto, ma non
abbastanza mascherato da ingannare la commissione, che infatti aveva giustamente
colto il senso del brano, un rapporto che stava diventando di "sesso senza
amore" e la annessa chiara allusione all'orgasmo, il tutto non era proprio
accettabile nella radio di allora, e quindi la canzone venne condannata a
passare per il canale esclusivamente discografico.
Ed era proprio Mina che
peraltro era riuscita a "sdoganare" De Andrè presso il grande
pubblico, con la sua interpretazione del classico brano La
canzone di Marinella, ormai non più censurabile e immancabile grande
successo (detto per inciso, il testo della canzone ora compare in alcune
antologie di italiano in uso nelle scuole).
Lo stesso tema de L'importante
è finire era però già arrivato, questa volta senza allusioni, al
popolo della musica leggera, un paio di anni prima, con un brano di Serge
Gainsbourg, il celeberrimo Je
t'aime, moi non plus. Era cantato (e parlato) in francese ma la
commissione non avrebbe avuto indugi a vietarlo, se non fosse intervenuta prima
la magistratura, perché la interpretazione di un orgasmo da parte della attrice
Jane Birkin [2],
non richiedeva la conoscenza della lingua per interpretarne il senso. Serge
Gainsbourg era un originale autore di canzoni francese, molto anticonformista e,
diremmo ora, molto trendy, rispetto agli altri tipici chansonnier
francesi, come Leo Ferré o George
Brassens o Jacques Brel, ognuno
con il proprio mondo di riferimento.
Con questa canzone
Gainsbourg si inseriva prepotentemente nel tema in esplosione della
"rivoluzione sessuale", era il 1969
e, ulteriore combinazione, la sua giovane compagna Jane Birkin era diventata
famosa con il film che più di ogni altro aveva celebrato l'avvento dei nuovi
costumi, incubatrice la effervescente Swingin' London
dei primi Beatles e Rolling Stones. Il
film era Blow Up ("Ingrandimento
fotografico") del maestro del cinema italiano Michelangelo
Antonioni, il film dove per la prima volta un'attrice bianca, la
grande Vanessa Redgrave, recitava a petto
nudo, non per qualche fotogramma e in modo subliminale (come in precedenza Hedy
Lamarr [3] o Clara
Calamai [4]), ma esplicitamente. E nello
stesso film la giovanissima Jane Birkin assieme ad un'altra giovane attrice (Glilian
Hills) recitava una scena emblematica di amore a tre con il protagonista del
film, l'attore inglese David Hammings.
In Francia, a Parigi, la Brirkin conobbe il massimo esempio di "genio e
sregolatezza" francese dell'epoca, vale a dire Gainsbourg, e ne divenne la
compagna e con lui ebbe una figlia, la futura attrice Charlotte
Gainsbourg.
Su
un sottofondo musicale dolce e ipnotico due voci parlate, quella scabra di
Gainsbourg e quella dolce e con un delizioso accento inglese (sul
francese) di Birkin, si scambiano parole d'amore, ma questa volta (e per
la prima volta) non si fermano sulla porta. La canzone veniva trasmessa
dai juke-box, sulle spiagge nell'estate del 1969, non era questione di
radio, nessuna aveva neanche proposto la trasmissione o richiesto il
visto, la questione era proprio come impedire l'ascolto, che fosse via
juke-box o acquistando il 45 giri.
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Come prima cosa il brano
venne cancellato anche dalla classifica trasmessa nel programma
Hit-Parade,
dove ovviamente era entrato, la classifica quindi venne per la prima volta
alterata d'ufficio.
Quindi arrivò addirittura la denuncia alla magistratura, per oscenità, e la
condanna al rogo, metaforico ma non tanto, con la richiesta di distruzione di
tutte le copie del 45 giri sul suolo italiano. Il disco quindi continuava a
circolare, ma al mercato nero, a prezzi esosi, di nascosto. E la condanna è
definitiva, anche se sono poi arrivati pezzi molto più espliciti, trasmessi
tranquillamente, e quindi anche ora non si potrebbe trasmettere per radio o
diffondere in un sito questa storica canzone.
Il brano vietato di Lucio
Battisti. Nessuno ha in realtà mai capito il perché. Forse è stata
considerata non adatta la esclamazione / implorazione del titolo, ma c'era il
precedente della canzone Dio come ti amo,
con la quale Gigliola Cinquetti e Domenico
Modugno (autore del brano) vinsero il Festival di Sanremo del 1966,
che già nominava il nome di Dio invano, senza provocare alcun turbamento nella
commissione. Oppure il refrain con un dubbio che poteva ingenerare equivoci.
Quindi il mistero rimane fitto. Anche se probabilmente, come al solito, c'è
qualche allusione di troppo, per la commissione, ad una positiva conclusione
della serata (Testo completo).
La
canzone che ha
segnato una svolta nella carriera di Lucio Dalla,
e la sua ripartenza, è un altro notissimo esempio di pezzo che ha avuto guai
con la censura. Questa volta era censura preventiva, perché il brano era
iscritto al Festival di Sanremo del 1971. Era una composizione importante per
Lucio Dalla, che l'aveva scritta in collaborazione con Paola
Pallottino (una giovane pubblicitaria, poi professoressa di
filosofia), che passava così ad una nuova fase della sua carriera, dopo
gli inizi come clarinettista jazz, quasi amatoriale, e poi l'ingresso nel
mondo della spettacolo come cantante fuori dagli schemi, se non
"buffo", con i pezzi come Paff Bum
(peraltro presentato al Festival di Sanremo del 1966 assieme agli Yardbirds
di Clapton e Jeff Beck), con le comparsate nei film "musicarelli"
dell'epoca (come Little Rita nel Far West,
con Rita Pavone), con una immagine di
simpatico e bizzarro "orsetto" della canzone italiana (ma anche la
presenza occasionale in qualche film epocale, come "Sovversivi"
dei fratelli Taviani, dove interpretava un
estremista di sinistra ante litteram, l'azione del film, del 1967, era
ambientata infatti nel 1964).
Il 4 marzo 1943 era proprio la vera data di nascita di Lucio Dalla, ma la
canzone non era autobiografica, raccontava invece con grande poesia uno squarcio
di storia italiana.
Solo che il testo originale nell'epilogo della storia diceva:
"e anche adesso che bestemmio e bevo vino, per
ladri e puttane sono Gesù Bambino"
una breve trattativa e il verso divenne:
"e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino,
per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino".
Qualcuno notò che la gente del porto non era necessariamente brutta gente, e un
prete scrisse a un giornale per notare che anche lui giocava a carte e beveva
vino, e non gli risultava di fare peccato, ma la canzone solo così poté andare
a Sanremo, classificarsi al 3° posto e raccogliere il successo che sappiamo,
non solo italiano, ma internazionale (in particolare in Brasile, dove ne fecero
versioni Chico Buarque de Hollanda e
Maria Bethania, con il titolo di Minha
Història).
L'episodio è notissimo
perché raccontato molte volte da Dalla nei concerti, anche per rimarcare la sua
sopravvenuta distanza, la sua rottura con quel mondo perbenista, nella nuova
fase della sua carriera, quella del sodalizio con il poeta Roberto
Roversi, quella degli album capolavoro realizzati in unione con lui: Il
giorno aveva cinque teste, Anidride solforosa e Automobili,
prima dell'ultima fase, quella attuale, dove, a partire dal brano Com'è
profondo il mare, ha iniziato a scrivere da solo anche i testi ed è
diventato uno dei principali cantautori italiani, con brani come L'anno
che verrà, Come fanno i marinai,
Attenti al lupo, Caruso.
Altro caso di censura
radiofonica per questa famosissima canzone, composta da Francesco
Guccini per i Nomadi
di Augusto Daolio e Beppe
Carletti, nel loro primo periodo di splendore e impegno
protestatario "beat". La canzone, uscita nel 1968,
ma composta da Guccini nel 1965, prendeva spunto da uno slogan del
movimento di protesta beatnik americano, e citava nei versi iniziali proprio la
poesia che aveva dato inizio al movimento, L'urlo di Allen Ginsberg. Ma non era certo blasfema e finiva anzi
con versi di speranza e di fiducia in un intervento cristiano sui mali del
mondo:
"e
tutti noi ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni, e poi risorge, in
ciò che noi crediamo, Dio è risorto, in ciò che noi vogliamo, Dio è
risorto" (testo
completo)
ma per prudenza venne
messa al bando lo stesso. Eppure qualche prete particolarmente aperto, eravamo
come si diceva nel '68, e a parte don Lorenzo Milani
c'era una certa effervescenza nella chiesa conciliare, non aveva mancato di
cogliere la opportunità offerta da una canzone di protesta, inserita nel mondo
dei giovani, per parlare ai giovani di Dio e di Gesù Cristo con parole nuove.
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Naturalmente molte
altre sono state le canzoni delle quali la commissione di ascolto si è
occupata, da uno dei primi brani dei Pooh,
Brennero '66, che parlava del
terrorismo altoatesino, a molta parte della produzione di Luigi Tenco,
altro irregolare della musica dell'epoca, e soprattutto sono da citare
molti esempi di versi cambiati per depotenziarli e adattarli alla presunta
morale corrente, da Piccolo grande amore
di Baglioni (e la paura e la voglia di essere nudi, diceva in
origine) a brani sparsi di Venditti, De Gregori, al Cocciante di Bella
senz'anima. Con l'arrivo delle radio libere c'era poco da
censurare, e si aprirono le cateratte, anche canzoni esplicite come Pensiero
stupendo, scritta da Ivano Fossati e Oscar Prudente, per una
splendida interpretazione di Patty Pravo,
passava tranquillamente in RAI nella seconda metà degli anni '70, come
già Pazza idea di qualche anno prima,
e persino un esplicito inno agli spinelli come Una
storia disonesta di Stefano Rosso era
sì vietata in RAI, ma si sentiva tranquillamente sulle private. Insomma
fine dei controlli pedagogici dall'alto.
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No,
non è la BBC |
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Non bisogna però pensare che la RAI fosse
particolarmente retrograda, in una Europa nella quale vigeva una maggiore
libertà di espressione. La celebre radiotelevisione inglese, la BBC
(British Broadcasting Corporation, statale), solitamente portata ad
esempio di correttezza e qualità, almeno fino agli anni '60 applicava
regolarmente la censura alle canzoni pop e rock, mettendole al bando dalla
programmazione, esattamente come faceva la RAI.
Gli argomenti tabù in UK erano però
leggermente diversi, maggiore era la tolleranza per il sesso e per la
politica e l'attualità, l'attenzione principale era concentrata sui
riferimenti al consumo di droghe e ai presunti effetti di imitazione che
avrebbero potuto provocare. Non mancava anche una speciale attenzione ai
temi religiosi.
Tra gli abbonati alla censura inglese non
mancavano i Beatles, i cui testi
spesso metaforici venivano sezionati per individuare allusioni alle
droghe. un celebre esempio è rappresentato da Lucy
In The Sky With Diamonds, il brano di Lennon inserito
nell'importante album del 1967 Sgt. Pepper.
La canzone era onirica e sognante, e soprattutto il titolo appariva essere
un acronimo di LSD, la sigla dell'acido lisergico, la droga chimica che
allora (1967) andava per la maggiore, propagandata da sedicenti guru della
liberazione della mente come l'americano Timothy
Leary. Lennon ha sempre negato di aver mai pensato a questa
allusione, e che l'idea per la canzone, oltre che dai libri di Lewis
Carroll, l'aveva presa da un disegno del figlio Julian (che allora andava
alle elementari) che rappresentava per l'appunto la sua amica Lucy in un
cielo pieno di diamanti. Il disegno peraltro esiste veramente, ed è stato
acquistato all'asta dopo il 2000 dal chitarrista dei Pink Floyd David
Gilmour, come apprezzamento di un brano che ha indicato anche a
lui la svolta verso la psichedelia.
Anche il capolavoro dei Beatles A
Day In The Life (anche questo in Sgt.
Pepper) venne messo al bando dalla BBC, sempre per presunte
allusioni alla droga contenute nel verso "I'd Like To Turn You
On", che può essere tradotto come "sarei
felice di farvi andare su di giri" ma anche "mi piacerebbe farvi
sballare", secondo il gergo dei drogati.
Un terzo esempio
è rappresentato da The Ballad Of John And
Yoko, la canzone composta da John Lennon nel 1969 in occasione del
suo matrimonio con l'artista concettuale giapponese Yoko
Ono, e pubblicata su un fortunato singolo 45 giri nell'ultima
fase del gruppo. In questo caso il verso che non era piaciuto alla BBC
recitava:
Christ!
You know it ain't easy / You know how hard it can be / The way things are
going / They're going to crucify me
(Cristo! Sapete, non è affatto facile / sapete quanto può essere
difficile / per come stanno andando le cose / mi crocifiggeranno)
Sembra una
espressione piuttosto comune, e coerente con il resto del testo,
incentrato sul significato globale (a favore della pace) che la coppia
voleva dare al loro evento privato. Ma i censori probabilmente si
ricordavano della furiosa polemica che aveva accompagnato il riferimento a
Gesù Cristo che Lennon aveva fatto alcuni anni prima in un'intervista
("i Beatles stanno diventando tra i giovani più popolari di Gesù
Cristo"), anch'esso peraltro apparentemente affatto blasfemo.
Da aggiungere
però che negli anni '60 in Gran Bretagna le canzoni oscurate dalla BBC
potevano essere ascoltate sulla radio private (quindi, in questo caso,
anche libere) come Radio Caroline
e quelle che seguirono, mentre in Italia il monopolio era totale. |
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Note: |
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[1]
"Emergeva per la prima volta con Modugno ... l'unità di testo e musica e
interprete - la caratteristica principe di quella che è la moderna canone
d'autore - e la necessità di una loro intima coerenza, esaltata, oltre che
dallo spessore e dall'intensità del "personaggio" Modugno, proprio
dalla sua forte e immediata credibilità umana"-
(Paolo Iachia - La canzone d'autore italiana 1958-1997 - Feltrinelli)
[2]
Il brano in origine doveva essere un duetto con Brigitte
Bardot, che però all'ultimo momento rifiutò di metterlo in
commercio, quindi venne registrata la versione con Jane Birkin. Il brano
originale con la Bardot è stato poi pubblicato soltanto nel 1986, e si è
potuto così verificare che effettivamente la versione della Birkin era molto
più efficace.
[3] La
splendida attrice austriaca Hedy
Lamarr (vero nome Hedwig Eva Maria Kiesler), interprete di molti
film di successo sia in Europa sia ad Hollywood, comparve per pochi istanti a
seno nudo nel film del 1933 Extasy. Non era
peraltro sicuramente una superdotata, infatti rimase famosa la battuta del
grande comico Groucho Marx sul film Sansone
e Dalila, dove lei ovviamente era Dalila e Victor
Mature era Sansone "E' la prima volta che vedo un film dove le
tette del protagonista sono più grosse di quelle della protagonista". Hedy
Lamarr aveva però anche altre doti, era suo infatti il brevetto di uno dei
primi e più efficaci sistemi di crittografia, usato nella II guerra mondiale ed
anche in seguito.
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Nel
seguito è riportato il riconoscimento alla Lamarr della Electronic
Frontier Foundation ( http://www.eff.org
) una fondazione attiva nella circolazione libera ma
protetta delle informazioni:
"The EFF's Pioneer Award honors Lamarr, 84, for her creation of the
concept of frequency hopping - now known as spread-spectrum broadcasting.
Lamarr developed the idea during World War II in an attempt to help the US
military foil signal jamming that made the use of radio-controlled
torpedoes against the Germans impossible. The idea was that while
transmissions over a single frequency were easy to block, transmissions
jumping from frequency to frequency would be difficult to detect, much
less intercept and jam".
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[4]
Clara Calamai, una delle principali attrici
italiane negli anni a cavallo tra le due guerre, e grande interprete del film di
Luchino Visconti Ossessione (dove venne
preferita ad Anna Magnani), nel film in costume La cena
delle beffe del 1941 (di Alessandro Blasetti)
aveva recitato per alcuni attimi a petto nudo. Ma si poteva apprezzare la
performance solo vedendo il film al rallentatore in moviola.
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